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Athletic Poggio. Intervista al responsabile della prima squadra, Fabio Cameli

In foto: Fabio Cameli e Wilmer Lapenta
Fabio Cameli e Wilmer Lapenta
di Icaro Sport   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mer 4 ott 2017 20:43 ~ ultimo agg. 20:47
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Certamente positivo. Tale è il momento che sta vivendo l’Athletic, protagonista di un avvio di campionato sorprendente. Infatti nelle prime tre gare del campionato, gli arancioazzurri sono stati in grado di ottenere altrettante vittorie conquistando così nove pesantissimi punti.

Un ruolino di marcia che strizza l’occhio all’obiettivo stagionale del Poggio, ben espresso da Fabio Cameli: “In ottica salvezza il tris di successi infilato finora, rappresenta solide fondamenta sulle quali costruire i prossimi mesi – commenta il responsabile della prima squadra bernese. Un inizio di campionato così non se lo aspettava nessuno, avremmo firmato in bianco per viverlo”.

Cominciare la stagione in questa maniera, vi ha aiutato nel processo di unione delle rose che facevano riferimento a Virtus e Falco?
“Vincere aiuta in tutto. Ad onor del vero l’unione tra le due società e le due rose è sempre proceduta molto spedita, fin dai primi giorni della preparazione. Ed il merito non è individuabile in singole persone, ma a livello generale. Ogni individuo che gravita attorno a questa realtà, riveste un ruolo decisivo. In particolar modo i ragazzi penso abbiano compreso che nel medio-lungo periodo, in maniera lungimirante, sia possibile costruire qualcosa di importante. A fare la differenza, nel dettaglio, una dirigenza esemplare”.

L’Athletic che si era visto in Coppa, competizione dalla quale siete stati eliminati, non faceva intravedere spiragli di luce per un avvio d’annata positivo. Cosa è cambiato?
“Non è cambiato nulla, è solo trascorso del tempo durante il quale Mister Nicolini ha lavorato con la squadra. Il nostro allenatore ha già compiuto un mezzo miracolo: fondere due gruppi diversi, rappresentando il punto di unione tra essi. È normale che le prime gare di Coppa fossero discutibili a livello di gioco. E comunque le due sfide di esordio le abbiamo perse di misura (2-1) e l’ultima l’abbiamo vinta 0-3, quindi vere e proprie debacle non sono state. Certamente il gioco a tratti ha lasciato a desiderare, ed anche nei primi match del campionato le difficoltà incontrate sono risultate diverse. Basti pensare che abbiamo sempre messo in crisi gli avversari, provocando una espulsione a partita attraverso azioni molto incisive, ma poi non siamo riusciti a sfruttare la superiorità numerica. C’è da lavorare, ma allenatore e staff tecnico servono proprio per questo. Per ora tanto di capello al Mister ed ai suoi collaboratori”.

Col Miramare avete vinto al 95esimo, col Morciano il risultato è stato ribaltato tra l’89esimo ed il 92esimo. Fortuna o cuore?
“I maligni possono parlare di fortuna. Io, invece, vedo una squadra che è un bel mix di esperienza, gioventù e talento. Nello specifico possiamo contare su alcuni atleti di rara esperienza, che sanno tenere la barra dritta ed indicare la via quando la stanchezza offusca la lucidità. Sinceramente non vedo tanta fortuna nella punizione calciata da Tadzhybayev domenica al 92esimo: chi ha visto quella traiettoria sa di cosa si sta parlando. E non è fortuna se sempre lui, col Miramare al 95esimo, ha messo la palla sulla testa di Bartolini. Diciamo che se c’è l’occasione, ed i piedi dei giocatori sono buoni, qualcosa di buono può sempre accadere”.

Il primato in classifica per quanto sperate di mantenerlo?
“Sognare è un onore che lasciamo a chi è costruito per vincere il campionato. Rimanere coi piedi per terra, invece, è un onere che ci riguarda molto da vicino. Mettiamo pure caso che la fortuna ci stia baciando di domenica, situazione alla quale credo poco; così fosse, la iella ce la sta comunque facendo pagare con gli interessi. Perché? Abbiamo già perso tre giocatori per infortuni seri in questo avvio di stagione. E non si tratta di stop brevi. Noi dobbiamo terminare la stagione sopra la zona play out. Tutti gli obiettivi oltre a questo, sono un lusso che al momento non possiamo concederci. Se la matematica ci permetterà di respirare, saremo contenti di farlo. E comunque sia un campionato così competitivo le squadre le strozza, non le fa respirare. C’è solo da lottare, sempre con estrema lucidità”.

Domenica ospiterete il Real Miramare. Che banco di prova sarà?
“Il Real è una delle squadre meglio allestite del campionato. Ha segnato tre gol al Verucchio ed al Misano, pareggiando col Vallesavio che lo scorso anno era in Promozione. Penso sia una tabella di marcia abbastanza eloquente. Occorre un Athletic dall’approccio molto diverso rispetto a quello andato in scena a Morciano, altrimenti sarà dura. Serviranno umiltà, carattere, attenzione e gioco”.

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