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Attualità Rimini

Gessica Notaro: "È scarsissimo il lavoro di prevenzione"

In foto: La consegna dell'assegno a Gessica Notaro
La consegna dell'assegno a Gessica Notaro
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
ven 15 set 2017 18:25 ~ ultimo agg. 17 set 12:01
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Un aiuto concreto, un contributo economico per sostenere soprattutto le spese per le cure mediche, in attesa di un intervento di plastica facciale possibile non prima di un anno. Per queste ragioni la Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati, istituita dalla Regione Emilia-Romagna, ha assegnato un contributo di 10 mila euro a Gessica Notaro, la ventottenne riminese che nel gennaio scorso è stata sfregiata in volto con dell’acido, episodio per il quale è sotto processo il suo ex compagno.

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A consegnarlo nelle sue mani, questo pomeriggio in Comune a Rimini, è stato il presidente della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati, Carlo Lucarelli, insieme al presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e al sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, presenti l’assessore regionale alle Pari opportunità, Emma Petitti, e la vice sindaca Gloria Lisi.

 

“Ringrazio la Fondazione, la Regione e il Comune di Rimini – ha detto Gessica Notaro – che hanno dimostrato sensibilità con i fatti e sensibilità umana, che è quello che poi conta in questi momenti. Sto pensando adesso alla vicenda di Noemi, che mi ha colpito particolarmente. Sono colpita: nessuno, ora, la restituirà ai suoi genitori e non è giusto. Anche questa vicenda dimostra come sia scarsissimo il lavoro di prevenzione, bisogna intervenire per tempo e quando una persona ti mette le mani addosso è pericolosa. Ripeto, bisogna intervenire subito”.

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La giovane lavorava al delfinario di Rimini, faceva sfilate, conduceva programmi su emittenti tv locali e nazionali. Per lei, fin da subito si sono mobilitate le istituzioni e l’opinione pubblica: con la sua forza d’animo Gessica sta attraversando questo periodo della propria vita con grande determinazione, tale da incoraggiare tutte le donne che come lei abbiano subito o subiscano violenza.

“Un atto di civismo doveroso e di vicinanza concreta a Gessica – ha affermato il presidente Bonaccini , una donna che da subito ha affrontato con coraggio quanto accaduto. Un segno di solidarietà dopo l’inaccettabile violenza subita che si affianca alla costituzione di parte civile della Regione nel processo all’aggressore, per far sentire a lei e tutte le altre donne vittime di violenze che le istituzioni non le lasceranno sole in una battaglia di civiltà che deve essere anche di profondo cambiamento culturale”.

“Quello che è accaduto a Gessica Notaro – ha sottolineato il presidente della Fondazione regionale vittime di reato, Lucarelli è quanto di più orrendo e vile tra le tante cose orrende e vili che gli uomini fanno alle donne. Mi è già capitato di raccontare storie simili e so quanto dolore, ma anche quanta fatica, e quanto impegno sia necessario da parte di una persona colpita in quel modo per cercare di riprendersi. Impegno che oltre ad essere psicologico e fisico è anche economico. Come cittadini, come persone e nel mio caso anche e in particolare come uomo, non possiamo che essere vicini a Gessica Notaro con tutto il nostro cuore e con tutta la nostra ragione. Come Fondazione possiamo anche cercare di dare una mano con un piccolo gesto concreto che si porta dietro, naturalmente, tanto affetto”.

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È stato il sindaco Gnassi, e con lui l’intera Giunta comunale, ad avviare il percorso che ha portato al sostegno economico: una volta definito il percorso di cure per Gessica, ha inoltrato l’apposita istanza alla Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati affinché le fosse fornito l’aiuto.

“Gessica merita ogni tipo di sostegno possibile e questo atto della Fondazione per le vittime dei reati – ha sottolineato il sindaco Gnassi rappresenta allo stesso modo e allo stesso tempo un gesto concreto e fortemente simbolico perché pone l’attenzione sul gravissimo fenomeno della violenza verso le donne. Se i fatti di questi giorni e purtroppo anche di queste ore dipingono un quadro allarmante in tal senso, le istituzioni devono moltiplicare gli sforzi e le iniziative per sostenere il contrasto a una cultura inumana, prevaricatoria e ripugnante. Il Comune di Rimini, per questo, si è già costituito parte civile nel processo all’aggressore, così come lo stesso Comune si costituirà parte civile nel procedimento giudiziario contro i responsabili degli stupri del 26 agosto”.

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Quella riconosciuta a Gessica Notaro è una delle dieci istanze di aiuto formali presentate nel corso del 2017 alla Fondazione. Due sono state avanzate dal sindaco di Rimini: una, quella appunto di Gessica Notaro, accolta, l’altra riguarda Emmanuel Nnumani, il richiedente asilo nigeriano aggredito a coltellate e poi travolto il 22 marzo a Marina Centro da un’auto guidata da una persona affetta da gravi problemi psichici.

La Fondazione

La Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati è stata istituita dalla Regione nel 2004 con l’appoggio dei Comuni capoluogo e delle Province (che non possono più contribuire in seguito al riordino degli enti locali). “Allertata” dal sindaco del luogo dove il fatto accade, o del Comune in cui risieda la persona offesa, la Fondazione stabilisce in tempi brevi l’ammissibilità delle istanze (si può ricorrere soltanto per reati di estrema gravità) e assegna un contributo in denaro che rende possibili interventi mirati.

Dal 2005 a oggi sono state aiutate 561 persone. I fondi spesi dal 2005 (anno in cui la Fondazione inizia a tutti gli effetti la propria attività) a oggi superano i 2 milioni di euro; 281 le istanze accolte, circa 30 ogni anno, 364 le persone che hanno ricevuto un aiuto come “vittime dirette”, di cui 247 di sesso femminile e 117 di sesso maschile; sul totale, si è trattato di 264 adulti e 100 minori. Ci sono anche persone che sono state aiutate indirettamente: ad esempio, un contributo per una donna maltrattata con due bambini vede lei come titolare, ma le persone aiutate in tutto sono tre, la donna e i due figli. Dunque, considerando aiuti diretti e indiretti, la Fondazione in totale ha soccorso 561 persone (264 adulti e 297 minori).