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Gioco d'azzardo, intesa tra Stato e Regioni. Lisi: un punto di partenza

di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 8 set 2017 19:48 ~ ultimo agg. 9 set 09:14
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Ieri, dopo un confronto durato un anno e mezzo, è stata raggiunta l’intesa tra Stato e Regioni sul mercato del gioco d’azzardo. Non un traguardo ma un punto di partenza per sviluppare finalmente una strategia chiara e senza zone d’ombra nel contrasto alle ludopatie, commenta il vicesindaco del comune di Rimini Gloria Lisi.

Una strategia – prosegue – che si basa su due principi di base imprescindibili, ovvero la tutela della salute pubblica e il contrasto all’illegalità, assunti – come ha sottolineato ieri il sottosegretario Baretta – come obiettivi dell’intero Paese. Un’intesa che soprattutto consente a governatori e sindaci la possibilità di decidere come intervenire sul proprio territorio, definendo ad esempio dove possono aprire le sale giochi, la distanza dai luoghi sensibili come le scuole, fino agli orari di apertura. Si garantisce così a chi amministra la possibilità di gestire al meglio il territorio, tenendo conto delle proprie peculiarità e degli obiettivi, muovendosi però in un quadro di normative generale condiviso dal Governo. L’obiettivo non è penalizzare chi investe nel gioco legale, ma evitare che si arrivi a situazioni di crescita incontrollata, e quindi ingestibile, delle sale slot e delle sale da gioco”.
La Lisi ricorda che il Comune di Rimini è da tempo impegnato nel contrasto al gioco d’azzardo e alle ludopatie e ha aderito alle linee guida regionali che prevedono, ad esempio, il divieto di aprire sale da gioco vicino alle scuole, ai luoghi di aggregazione giovanile e di culto, agli impianti sportivi, alle strutture ricettive per categorie protette.

Stiamo già lavorando – aggiunge – per raggiungere quell’ambizioso ma fondamentale obiettivo emerso dall’intesa Stato-Regioni, ovvero arrivare nel giro di tre anni al dimezzamento delle sale giochi. Oltre a questo continueremo a portare avanti in parallelo l’indispensabile lavoro sotto il profilo educativo, rivolto oltre che ai più giovani attraverso specifici progetti nelle scuole con esperti del settore, anche con i gestori degli esercizi pubblici. In questo senso abbiamo già avuto segnali importanti di una presa di coscienza rispetto alla pericolosità della diffusione incontrollata di slot e videolottery che rappresentano una calamita per le persone maggiormente vulnerabili. Basti ricordare che secondo i dati del 2016 raccolti dal Sert, il 51% degli utenti presi in carico per dipendenza da gioco è disoccupato, pensionato o lavoratore occasionale”.