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Lo stupro resta sulla ribalta nazionale. Gli interventi di oggi

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I rilievi della polizia (Adriapress)

Anche oggi la vicenda delle aggressioni e degli stupri a Rimini ai danni di una coppia polacca e di una transessuale peruviana, per la quale è ricercvato un gruppo di nordafricani, è stata al centro del dibattito nazionale e non solo: #stuprorimini è tra i dieci trend topic su Twitter in Italia ma Rimini lo è anche tra quelli in Polonia. E anche oggi sono arrivati numerosi commenti e prese di posizione.


L’intervento del consigliere regionale Raffaella Sensoli:

SICUREZZA SPIAGGE RIMINI, SENSOLI (M5S): “MISURE AFFINCHÉ SITUAZIONI DEL GENERE NON SI RIPETANO”

 “L’aggressione ad una coppia di turisti, lo stupro di gruppo alla ragazza e ad una trans compiuti pochi giorni fa a Rimini sono una inaccettabile tragedia per le persone che l’hanno subito. E costituiscono una tragedia sociale per la nostra città, e la nostra regione. La violenza è stata compiuta contro tre persone, ma anche contro un’intera comunità.  Dobbiamo individuare, arrestare al più presto, processare rapidamente e punire in modo esemplare gli aggressori.  E dobbiamo capire perché questo è successo, con l’obiettivo chiaro e prioritario di impedire che si ripeta.

Le vittime sono turisti, ma avrebbero potuto essere due residenti. Il luogo non è un luogo appartato, ma la principale attrazione di Rimini, cioè la spiaggia. Come se a l’aggressione e lo stupro fossero avvenuti davanti a San Vitale, a Venezia sul ponte di Rialto o a Milano in Piazza Duomo.

Gli autori sono quattro immigrati, probabilmente nordafricani. Non essendo ancora stati individuati non si è in grado di dire se le condizioni del l loro ingresso e della loro permanenza in Italia siano regolari. Temiamo però, che, una volta identificati scopriremo, purtroppo che erano già stati segnalati in altre occasioni, avevano compiuto altri reati, erano stati oggetto di provvedimenti.

Intendiamoci: la violenza sarebbe stata della stessa gravità se i suoi autori avessero avuto gli occhi azzurri e uno spiccato accento romagnolo, se fosse accaduta in mezzo alla campagna in una notte di nebbia.  Ma le caratteristiche specifiche di queste gravissime violenze (luogo, vittime, momento, autori) conferma, parola che uso consapevolmente, che Rimini, come tutta l’Emilia-Romagna e tutta l’Italia siano luoghi con reali problemi di sicurezza: luoghi dove possono avvenire episodi di questa natura, dove strade e quartieri di paesi e città, anche di grande richiamo turistico sono ostaggio della presenza di persone che possono agire commettendo violenze gravissime restando indisturbate. Posti insicuri, soprattutto per una donna, anche nei luoghi che la identificano e rappresentano la sua attrattiva.

Questa vicenda conferma l’esistenza di problemi reali e variegati di sicurezza: l’ingresso e la permanenza nel nostro paese di troppe persone che arrivano o decidono di restare perché sanno di restare nei fatti impunite, sapendo che l’irregolarità in Italia ad oggi consente di sopravvivere e vivere spesso di più e meglio che in altri Paesi.

Ricordare il divieto di fermarsi sulla spiaggia di notte è come ricordare il divieto di balneazione nelle zone in cui si registrano dati scadenti di qualità delle acque. Se per rendere sicuro il mare e consentire i bagni servono impianti di depurazione e sistemi che impediscano scarichi inquinanti., così per rendere sicure le spiagge (sicure per tutti: turisti e residenti, uomini e donne, romagnoli e immigrati) servono iniziative concrete destinate al territorio e alla società. Serve urgentemente una riqualificazione urbana strutturale, comprendente anche il recupero delle colonie abbandonate, serve una presenza reale e diffusa di forze dell’ordine, adeguata alle esigenze di una città che d’estate quadruplica i suoi abitanti ed ospita persone che vengono per rilassarsi e divertirsi.

Serve una gestione dei flussi migratori seria, che poggi sulla certezza delle regole per entrare e per restare.  Serve una politica ed un’amministrazione (regionale, comunale, statale) che chiami le cose e i problemi con il loro nome. Perché nessun rendering “rende” realmente vivibile un luogo, ma lo può fare solo il contrasto efficace della criminalità.

E i nomi da utilizzare sono consolidamento della mafia ampiamente presente in riviera, degrado urbano, ambientale, materiale (che alla fine diventa sociale) di intere aree e di quartieri, gestione della migrazione incerta, senza chiare responsabilità delle competenze istituzionali, politiche economiche attente solo ai grandi centri commerciali e alle imprese vicine politicamente alle forze di governo, gravissima carenza di risorse per le forze dell’ordine (uomini e mezzi).

La violenza ai danni della coppia polacca e della trans peruviana è stata compiuta quindi da quattro nordafricani, ma le condizioni che l’hanno resa possibile vanno ricercate a Rimini, a Bologna e a Roma.”


Il commento del deputato Elio Massimo Palmizio, Segretario della IV Commissione Difesa e Presidente di Forza Italia Emilia Romagna.

La Violenza e lo stupro di gruppo avvenuti a Rimini sono aberranti. Sono stati scritti fiumi di parole; solidarietà, disgusto, collera, compassione sono i sentimenti che hanno colpito ognuno di noi. Ma non si poteva davvero evitare? Ma soprattutto come possiamo prevenire?

Era il 30 giugno quando ho raccolto l’appello del SIAP , sindacato di Polizia, ed ho interrogato il Ministro dell’Interno per segnalare una forte criticità proprio sulla città di Rimini

Il Siap evidenziava che le misure ad hoc previste per l’estate riminese sarebbero state attive, in sostanza, solo tra il 20 luglio ed il 20 agosto 2017 ed a mia volta segnalavo il problema al Ministro.

Si precisava inoltre la mancanza di personale sufficiente a garantire la sicurezza sulla Riviera romagnola

http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4/17142&ramo=CAMERA&leg=17

Successivamente, in data 10 luglio, ho sollecitato ancora il Ministro dell’interno con una interrogazione  più generale sul piano di chiusura di 251 presidi della polizia di Stato  chiedendo se il Governo non intendesse sospendere il prospettato e ad a mio avviso «feroce» progetto di chiusura selvaggia degli Uffici di polizia e procedere, invece, ad una riforma seria che conducesse ad una razionalizzazione ragionevole e concordata del sistema della sicurezza italiana

http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4/17247&ramo=CAMERA&leg=17

A tutt’oggi non ho ricevuto risposta alcuna. La sicurezza percepita ed oggettiva è sempre meno, i fatti di violenza più o meno grave si susseguono in special modo ad opera di cittadini stranieri. Sia chiaro che a me non interessa il colore del “Mostro” ma mi pongo domande quando un “mediatore culturale” dichiara su un social che lo stupro è brutto solo all’inizio e poi la donna si calma. Questa è istigazione alla violenza, sono valori culturali che non ci appartengono e che dobbiamo respingere.

Mi rivolgerò ancora al Ministro, le segnalazioni che arrivano dal territorio devono essere ascoltate, le forze dell’ordine devono essere sostenute e implementate ma soprattutto deve passare un messaggio preciso: in Italia delinquere è un reato e il reato deve essere punito con la certezza della pena e/o con l’espulsione immediata.


Il commento del Deputato Sergio Pizzolante:

Rimini: la città dove tutti siamo stati felici.

Lo scrittore romagnolo Cristiano Cavina ha scritto oggi un bell’articolo sulle sue notti a Rimini. Che sono poi le notti di milioni di persone, che sono venute a Rimini solo per la notte. Persone che, come Cavina, hanno conosciuto solo Rimini di notte.
Conoscono il centro storico solo per aver visto i film di Fellini, ma per il resto hanno conosciuto solo il Colle e la spiaggia, solo di notte, il luogo dove: “tutti siamo stati felici”. Dice Cavina.

Quasi tutti, come è evidente. Dopo i fatti dell’altra notte.

Appena mi è arrivata l’agenzia ho pensato al bellissimo articolo del giorno prima, sempre sul Corriere, di Marco Missiroli, scrittore riminese.
Missiroli, con nostalgia, raccontava la sua Rimini, di quando era ragazzo. Ma ad un certo punto dice: “adesso è più bella, grazie al sindaco che sta facendo un grande lavoro”.
La ricostruzione del Galli, il Fulgor, il Ponte di Tiberio, il centro storico a nuova vita, proprio quello sconosciuto a quelli come Cavina, che magari nel prossimo futuro si farà conoscere,non più solo per i film di Fellini.
Ma poi finito di leggere l’agenzia e dopo la lettura dei giornali di questi giorni , ho pensato a Gessica, a Barry, incinta e maltrattata in pullman, ai due ragazzi polacchi e al transessuale. E poi ho letto le dichiarazioni della Meloni e di Salvini… castrazione chimica e l’Italia e Rimini come le peggiori favelas sudamericane… e ieri mattina i selfie vicino al bagno 130, luogo della violenza. I selfie con annesse dichiarazioni illuminate :” li hanno presi? Dovrebbero ammazzarli tutti!”.

Ma cosa è Rimini? Cosa siamo! Cosa siamo diventati?

Andrea Cangini, ieri sul Carlino ha scritto che ormai abbiamo sdoganato la violenza, ha ragione. Aggiungo, quella fisica di questi giorni,quella su Gessica e Barry, come quella dei passeggeri del pullman rimasti indifferenti, ma anche quella verbale sui social. Di chi insulta Gessica perché accarezza un leone marino.

Abbiamo sdoganato anche la volgarità, che è una diversa forma di violenza, quella dei Salvini e della Meloni, come quella dei turisti che fanno il selfie, ma anche quella di chi ha cancellato la violenza verso il transessuale!!!
Di chi, “con il cuore in mano”, parla solo dei poveri ragazzi polacchi.

Come si vede, sono quasi tutti personaggi ed interpreti, di provenienze diverse, che non rappresentano Rimini, ne, tantomeno, la rappresentazione che di Rimini è stata fatta in questi giorni.

Rappresentano noi! Quello che siamo diventati, violenti, volgari, vili.

Rimini è solo uno dei luoghi della rappresentazione del dramma.
Non il peggiore, anzi.

Al contrario, la Rimini di Missiroli, Cavina o del grande Fellini, nei decenni passati ed anche oggi ci ha solo dato la possibilità di essere migliori e… felici. ” dove tutti siamo stati( quasi) felici”.

Se non ci riusciamo è colpa nostra.


L’intervento di Gennaro Mauro, capogruppo del Movimento Nazionale per la Sovranità a Rimini

Speculare politicamente sull’aggressione della coppia di turisti polacchi, mentre i ragazzi sono ancora affidati alle cure dei sanitari e psicologi è davvero un’operazione di cattivo gusto. Inoltre non può che alimentare il danno di immagine di una città per un accadimento che è già sulle prime prime pagine dei siti web, TV e dei quotidiani italiani ed esteri .

In questo momento ci sentiamo di esprimere la nostra solidarietà ai turisti che hanno subito una disumana violenza fisica e morale, e per questo ci auguriamo che le forze dell’ordine riescano quanto prima ad individuare e arrestare i colpevoli. Purtroppo i quattro malvagi criminali potevano operare ovunque, sull’arenile, nelle strade o nei parchi cittadini, a Rimini come in qualunque altra città d’Italia.

Sbagliato individuare a “caldo” delle responsabilità in capo agli operatori balneari. Significherebbe trovare il capro espiatorio, dimenticando che il fenomeno della criminalità si combatte su più fronti.  Dobbiamo essere consapevoli che non è possibile illuminare a giorno la nostra città nelle ore notturne, né tantomeno sguinzagliare centinaia di operatori delle forze di polizia, o dotarci di ronde e vigilantes a tutto spiano.

Detto ciò, non possiamo non esimerci dall’affermare che la percezione dei riminesi, e i dati relativi degli eventi criminosi, ci dicono che la nostra città sia di giorno che di notte è meno sicura, una questione questa che al di là dei fatti di Miramare dovrà essere oggetto di profonda riflessione e analisi nelle prossime settimane.  Da destra lo intendiamo fare con la maggioranza di centrosinistra senza alcuna speculazione politica. Credo che sia condivisibile la tesi che nonostante l’impegno di Prefettura, Questura e dell’Amministrazione Comunale  c’è ancora molto lavoro da fare.

Bisognerà lavorare sugli organici delle forze di polizia attualmente inadeguati, sulla nuova Questura di Rimini la cui vicenda è ormai diventata una telenovela, di pubblica illuminazione, di un sistema adeguato di video sorveglianza.


L’intervento di Mario Erbetta, capogruppo di Patto Civico in Consiglio Comunale  a Rimini

Ho aspettato qualche giorno ad esprimere il mio pensiero sulla notte abominevole che ha sconvolto Rimini. Ho aspettato proprio perchè penso che i fatti accaduti a Roma dove per delle affermazioni sicuramente forti fatte da un Poliziotto, mentre si liberava un immobile occupato abusivamente da centinaia di immigrati, affermazioni che hanno portato una certa classe politica bigotta a chiedere la testa del poliziotto che stava facendo il suo dovere, non possano non essere collegabili allo stupro collettivo effettuato da 4 criminali ai danni di una ragazza polacca e di un travestito.
E la sintesi è
1) che i problemi vanno risolti in modo definitivo e non accantonati;
2) che la mancata risoluzione dei problemi giustificata da uno pseudo buonismo cattolico-comunista porta inevitabilmente a dare legittimazione a una prateria di comportamenti antisociali;
3) che tali comportamenti antisociali con la loro percezione di gravità portano inevitabilmente ad un abbruttimento della società che ha come conseguenza logica di contrappasso la richiesta dell’applicazione della legge del taglione, stupri e allora ti castro chimicamente;
4) che tali azioni e reazioni portano a un clima di insicurezza sociale che viola il diritto naturale degli uomini a non aver paura;
5) che la conseguenza subdola poi e che gli individui che hanno paura sono maggiormente addomesticabili e governabili.
Come si vede il punto principale è risolvere i problemi in modo definitivo e non accantonarli ma vorrei invitarvi ad un’ulteriore riflessione
Se e vero che siamo nati con il diritto a non aver paura, diritto naturale sovraordinato al diritto positivo statale, allora il raggiungimento di tale diritto primario va tutelato in via prioritaria. E la sicurezza è lo strumento di tutela e realizzazione del diritto a non aver Paura. La sicurezza quindi come bene primario e come tale non può essere di destra o di sinistra. Pertanto è fondamentale nella società che viviamo che la tutela del Bene Sicurezza sia una priorità dei governi nazionali e locali. E se ciò che ho affermato è vero, come lo è, allora si comprende come siano importanti tutte le forze dell’ordine per la tutela del bene sicurezza: tramite i nostri ragazzi delle Forze dell’ordine, quali strumenti per la realizzazione del bene sicurezza sociale, riusciamo nella realizzazione del diritto fondamentale che è la libertà non aver paura!
Fatte queste riflessioni bisogna capire che non può essere la via per la sicurezza e la realizzazione della libertà a non aver paura la richiesta di linciaggio del Poliziotto di Roma che in mezzo a una sommossa invita i colleghi a spezzare le braccia agli avversari che provassero a lanciare addosso ai colleghi delle bombole del gas. Tanto più che nel caso di stupro riminese la stessa parte politica Cattolico-Comunista chiede pene esemplari e durature per quei criminali, travalicando in un populismo eccessivo il potere giudiziario. In pratica non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca e ancor più a secondo degli eventi.
Si prenda coscienza che quello che chiedono tutti i cittadini Italiani e ancor più Riminesi e di essere liberi di non aver paura, di poter andare in spiaggia senza la paura di essere aggrediti, di poter passeggiare sul lungomare senza la paura di incontrare prostitute e spacciatori, di poter andare in stazione nelle ore notturne senza la paura di essere derubati.
I cittadini Riminesi chiedono la libertà di poter vivere Rimini senza aver paura.
Questo è lo scopo principale che Patto Civico da tempo chiede e stimola l’amministrazione comunale riminese e lo farà sempre con maggior vigore e insistenza.Tanto è stato fatto in questi mesi ma non basta. Il rafforzamento della Polizia Municipale con nuove assunzioni e con una volante in più nel turno notturno devono essere una priorità per il Comune, come lo devono essere l’implementazione delle 30 telecamere di prossima installazione a 100 in tre anni e i nuovi distaccamenti di Gaiofana e Santa Giustina.
Ma non solo, è necessario un maggior coordinamento tra gli istituti privati di vigilanza e le forze dell’ordine per il pattugliamento costante del territorio in estate e in inverno, con la partecipazione delle associazioni imprenditoriali ad un piano globale per la sicurezza cittadina.
I problemi vanno risolti anche prevenendoli e questa dovrà essere il dogma su cui dovremo come amministrazione lavorare. Come dovremo lavorare sull’idea che le forze dell’ordine sono i nostri migliori alleati in questa guerra e non sono invece il problema da cui difendersi.
Bisogna liberarsi dagli stereotipi ideologici che mai come adesso sono vetusti e guardare solo il bene dei nostri concittadini a che realizzino la loro libertà a non aver paura per poter vivere Rimini in sicurezza 24 ore al giorno per 365 giorni all’anno.


Il commento di Stamandioli (Sinistra Italiana a Rimini)

Questo fine settimana Rimini è stata teatro di una notte di folle brutalità, una doppia aggressione nella quale sono rimaste coinvolte tre persone. Un doppio stupro, la violenza più brutale che si possa subire, del quale sono state vittime prima una ragazza e poi una transessuale. Non crediamo che possa in alcun modo fare differenza la provenienza, la nazionalità né delle vittime e né degli aggressori, così come ci sembra alquanto assurda la differenza di trattamento che purtroppo gran parte delle persone stanno facendo rispetto alle vittime, che lascia sottintendere un odioso quanto anch’esso brutale distinguo fondato sull’orientamento sessuale delle stesse, e che nulla ha a che vedere con la brutalità della violenza. Anche questo è segno di un senso comune sempre più alla deriva. Gli sciacalli stanno già cercando, come al loro solito, di alimentare l’odio razziale strumentalizzando in maniera indegna quanto accaduto. Quello della violenza di genere è un tema di fronte al quale quotidianamente la nostra società si ritrova a fare i conti, registrandola in ogni settore e in svariate forme, che non fa differenze di alcun tipo e che bisogna affrontare seriamente con urgenza; provare a confinarlo dentro ad un altrettanto folle distinguo di nazionalità vuol dire semplicemente essere razzisti e strumentalizzare quanto accaduto per indegni fini propagandistici.

Fortunato Stramandinoli
coordinatore provinciale Sinistra Italiana Rimini


Il commento di Tonti (Arcigay Rimini)

L’episodio di violenza avvenuto a Rimini, con il pestaggio di un ragazzo e lo stupro di due donne, non deve limitarsi a sollevare il giusto sdegno e la richiesta di una durissima punizione nei confronti del branco. Dare la colpa alla droga o all’alcol è un facile alibi morale per pulirci la coscienza, ma come società civile dobbiamo avere il coraggio di guardare alla sub-cultura maschilista di cui questi comportamenti si nutrono.
Purtroppo abbiamo assistito a una frequenza di violenze nei confronti di donne che non può lasciare indifferenti e che dimostra come ancora non si faccia abbastanza per contrastare il maschilismo predatorio che alimenta le violenze. È una battaglia lunga e difficile che incontra anche molte resistenze tra benpensanti e tradizionalisti, a dimostrazione di quanto è radicato il maschilismo nella nostra cultura. È anche superficiale incolpare la cultura maschilista di provenienza chi si macchia di questi crimini, se qui, in Italia, non trovano una chiara e ripetuta condanna culturale di questi atteggiamenti di disparità sessista.
Nel caso poi della donna transessuale violentata, bisogna dire chiaramente che è una vittima al pari delle altre due e non un “danno collaterale” come a volte pare essere considerata, anche nelle manifestazioni di solidarietà. Si tratta inoltre di una transessuale, al femminile, perché quella persona si identifica come donna e vive la sua vita in quanto tale e che certo non merita di essere violentata anche nella sua identità.
Marco Tonti
Presidente Arcigay “Alan Turing” Rimini

L’intervento di Foti, consigliere regionale AN

La Regione condanni fermamente e duramente “il recente episodio di belluina violenza” accaduto a Rimini nei confronti di una donna, più volte violentata, e dell’uomo che era in sua compagnia, picchiato a sangue, non solo a parole, ma anche valutando di costituirsi parte civile nei procedimenti che saranno eventualmente attivati. Lo chiede Tommaso Foti (Fdi-An) in un’interrogazione, dove invita il governo regionale ad assumere adeguate e immediate iniziative per tutelare l’immagine della città balneare, enormemente danneggiata dall’episodio, e di conseguenza dell’intera regione. L’aggressione – aggiunge il consigliere – risulterebbe compiuta da immigrati e il fatto si è verificato a distanza di pochi giorni da un altro episodio raccapricciante: la violenza sessuale di un pedofilo pakistano ai danni di un quindicenne disabile. E, in aggiunta, è seguita la decisione del giudice per le indagini preliminari di Reggio Emilia – scrive Foti – che ha disposto che le esigenze cautelari venissero soddisfatte con misure diverse dalla custodia in carcere, visto lo ‘straordinario senso di autodisciplina dimostrato’ dall’accusato. L’esponente di Fdi, infine, stigmatizza il “gravissimo il commento postato su Facebook dall’utente Abid Jee che, riferendosi all’episodio accaduto di Rimini, ha definito lo stupro ‘peggio ma solo all’inizio, poi la donna diventa calma ed è un rapporto normale’ e questo “indipendentemente dal fatto che ricopra o meno la qualifica di mediatore culturale e operatore sociale presso una cooperativa bolognese”.

Il commento di Pellegrino e Colombo (Fratelli d’Italia)

Quanto accaduto ieri notte ad una coppia di giovani polacchi in vacanza è di una brutalità allarmante. I due, che si erano appartati in spiaggia durante la notte, sono stati aggrediti da 4 uomini che poi poco dopo hanno sturprato anche un trans.
Il discorso della sicurezza del nostro litorale resta un problema irrisolto. Non tutti i titolari degli stabilimenti sono disposti a spendere soldi per illuminare le spiagge garantendo una certa illuminazione che evita le “zone d’ombra” ed é altrettanto sotto gli occhi di tutti che l’amministrazione – che é la prima a costituirsi parte civile quando si tratta di immigrati – in Consiglio comunale vota contro quando si tratta di sicurezza del territorio per pura pregiudiziale politica.
Ne abbiamo avuto la prova evidente quanto Gnassi & company fecero bocciare la mozione del consigliere di Fratelli d’Italia Gioenzo Renzi, che chiedeva l’installazione di telecamere per la video sorveglianza lungo tutti i 15 km di spiaggia per evitare stupri, atti di vandalismo e furti.
Sottolineiamo, inoltre, che a Rimini deve essere messo a punto il protocollo di messa in sicurezza e di emergenza per chi subisce violenza (in altri comuni denominato “Codice Rosa”), voluto dalla giunta di centrosinistra ma ancora in fase di attuazione. Da tempo ci battiamo come Dipartimento perché questo percorso venga adottato come obbligatorio in tutti i comuni sopra i 30.000 abitanti su tutto il territorio nazionale.
Il protocollo emiliano ha garantito un primo intervento sulle due Vittime, ma su queste prassi resta sempre l’incognita del rapporto con i servizi sociali ed i centri antiviolenza.
Chiediamo infine soluzioni concrete al Governo, che per noi non consistono nella castrazione chimica, come sostiene qualcuno, ma con la CERTEZZA della GIUSTA pena garantita dall’abolizione di tutte quelle norme contenute nei cosiddetti “decreti svuotacarceri”, i quali hanno contribuito a creare un senso di impunità per chi compie questi delitti.
Quello che é avvenuto a Rimini la scorsa notte, oltre ad essere punito con pene esemplari, deve rispondere ad un equo principio di giustizia che serva da deterrente a chiunque creda di poter compiere ogni tipo di nefandezza e cavarsela con le minime ripercussioni.


Cinzia Pellegrino coordinatore nazionale e Beatriz Colombo delegata provinciale dipartimento tutela vittime Rimini.