Diritto di firma. La battaglia di Simone Parma diventa circolare ministeriale
Un primo importante risultato nella battaglia sul diritto di firma di persone con disabilità, portato avanti con tenacia e forza fino agli ultimi giorni della sua esistenza dal riminese Simone Parma, con la campagna “Firmo quindi sono”. Ieri, dopo lunghi mesi di gestazione, è stata pubblicata la circolare ministeriale che prevede precise raccomandazioni alle pubbliche amministrazioni. La circolare AgID indica gli strumenti legislativi a supporto delle tecnologie per abbattere gli impedimenti sensoriali e fisici all’espletamento delle funzioni pubbliche dei cittadini. Simone, affetto da distrofia muscolare, è scomparso il 4 novembre del 2015 a 36 anni. Il suo nome era diventato noto dopo la sua battaglia per rinnovare la carta d’identità senza dover nominare un delegato.
A sostenere la battaglia dopo la scomparsa di Simone la sua mamma ma anche rappresentanti del mondo politico, tra cui il parlamentare Tiziano Arlotti che oggi commenta
Il messaggio del sottosegretario Rughetti: “Grazie a tutti per le sollecitazioni e la passione.
È stato un lavoro di squadra delle associazioni, del Dipartimento e dell’Agid ma soprattutto di tutte le persone che hanno seguito con cura ed attenzione questo tema così importante e delicato.
Da oggi possiamo dire che il nostro Paese è un po’ più civile“.
Non si tratta di obblighi ma solo raccomandazioni e questo resta ancora un limite.
“Alcune persone trasformano i propri dolori e limiti in arma per la rivendicazione dei diritti di tutti – comenta Ivan Innocenti, dell’associazione Luca Coscioni – Non si fermano alle proprie necessità ma trasformano le ingiustizie subite in azione sociale rivolta alla emancipazione di tutta la collettività. Spesso sono proprio quelle persone che meno hanno che più invece offrono. Simone Parma ha trasformato la discriminazione subita in iniziativa pubblica per la rivendicazione di un diritto per tutti. Rivendicava che le istituzioni fossero in grado di raccogliere le indicazioni di qualsiasi cittadino indipendentemente dalla forma con cui veniva espressa. Chiedeva che si raccogliesse l’origine delle espressione individuale, la volontà, indipendentemente dal mezzo con cui si poteva esprimere.
Tutto questa era scaturita dalla impossibilità di firmare graficamente il proprio documentato di identità e di vedere apposto al suo posto “impossibilitato.A meno di due anni dalla sua morte un primo passo si è ottenuto”.
Ma aggiunge: “Il limite di questa iniziativa dell’AgID è nel termine “raccomandazioni” che non ha effetto di obbligare le istituzioni ad adeguarsi nei confronti di chi ha impedimenti. Questa prudenza delle massime istituzioni nazionali nei confronti di una così delicata rivendicazione di diritto riconosciuto dalla nostra carta costituzionale e da specifiche convenzioni ONU mostra quanto lavoro sia necessario fare per rendere fruibili le ragioni della disabilità che sono le ragioni della legalità”.
“Anche la situazione dei PEBA (piano eliminazione barriere architettoniche) – aggiunge Innocenti – vede gli enti pubblici generalmente inadempienti anche se obbligo dal 1986; in Provincia di Rimini solo il Comune di San Giovanni in Marignano e in regola da due anni con un regolamento esemplare, mentre il comune di Rimini nonostante una delibera che ne sottolinea l’urgenza del 2014 non ha ancora provveduto a stendere il piano”.