Microaree. A Viserba mille firme per dire di no
Anche Viserba, come già avvenuto in altre zone di Rimini, i cittadini si mobilitano per dire no alla soluzione delle microaree per superare il campo di via Islanda. Una raccolta di firme lanciata da semplici cittadini e da realtà come il gruppo “La Viserba che vorremmo” è arrivata a quota mille nel giro di pochi giorni.
“Volevamo contarci e dare un segnale e il segnale é stato dato – spiega Gabriele Bernardi di “La Viserba che vorremmo” – Viserba non accetterà trattamenti diversi tra i sei quartieri, è la citta che si deve fare carico del problema, non solo le periferie. La gente è molto preoccupata, parliamo di gente normale, mamme, padri di famiglia, operai, impiegati, commercianti, non stiamo parlando di pericolosi razzisti”.
Per i nomadi che vogliono integrasi, Bernardi indica la strada di “un appartamento popolare in un condominio, si impongono regole e sanzioni e li possono confrontarsi con gli altri e entrare nel tessuto sociale, le microaree non sono la soluzione,anzi, si continua a isolarli, oltre ad essere palesemente discriminatorie non solo verso gli italiani ma nei confronti di tutti gli altri italiani e stranieri che devono fare domanda, entrare in graduatoria e finalmente avere un appartamento in un condominio”.