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Dietro le sbarre, oltre le sbarre

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 18 mag 2017 12:23
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Lo Sportello Carcere – Centro di Ascolto gestito dall’Associazione di Volontariato “Madonna della Carità” della Caritas diocesana di Rimini, nasce nel 2006 e da allora, con continuità ed energia, porta avanti numerose azioni a sostegno dei detenuti della Casa Circondariale di Rimini attraverso il contributo del Piano di Zona del Distretto Rimini Nord ed il cofinanziamento dal Comune di Rimini.

Negli anni, grazie alla preziosa collaborazione di operatori e volontari, lo sportello che nasceva come spazio dedicato alla popolazione immigrata, si è fatto promotore di iniziative ed attività a favore di tutta la popolazione carceraria, sia italiana che straniera, e si è strutturato sino a diventare un luogo di ascolto, accompagnamento, consulenza, assistenza informativa sul diritto delle migrazioni e le norme ad esso attinenti, collegamento con tutti i servizi interni ed esterni all’Istituto e di orientamento alle opportunità offerte dal territorio.

Il motore che ha spinto l’Associazione di Volontariato “Madonna della Carità” ad avvicinarsi ad una realtà estremamente complessa, piena di sofferenza, di situazioni di povertà ed emarginazione come quella del carcere, è la forte attenzione all’altro, agli ultimi e alla consapevolezza che la responsabilità del trattamento e della risocializzazione deve interessare e coinvolgere la comunità in genere.

In un luogo di restrizione, vengono a mancare tante cose, da quelle immense come la libertà e gli affetti a quelle minime (francobolli, sigarette, qualche euro e molto altro ancora) ed è comprensibile a tutti come la presenza di operatori sociali e volontari, interlocutori attenti e disponibili, sia importante per dare risposte a piccoli bisogni e accendere una speranza.

Nella Casa Circondariale di Rimini una buona parte dei reclusi proviene da condizioni di degrado ed emarginazione socio-familiare. Tra le problematiche, un consistente numero di detenuti stranieri, un elevato turn over e detenuti con problemi di dipendenza da sostanze ai quali, spesso si associano disturbi di tipo comportamentale o psichiatrico.

Il progetto pone notevole attenzione agli aspetti legati al miglioramento della qualità della vita intramuraria, alla socializzazione di gruppo, al miglioramento delle capacità relazionali ed espressive e ha strutturato grazie alla piena e collaudata collaborazione con l’area educativa d’istituto attività ricreative, corsi/laboratori e appuntamenti periodici per mitigare il senso di solitudine, frustrazione e disagio così frequenti nelle persone sottoposte a limitazione della libertà personale.

 

Annalisa Natale

InformaCaritas