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Politica Rimini

Progetto Palazzo Lettimi, forti critiche dal centrodestra

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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
mer 12 apr 2017 18:01 ~ ultimo agg. 13 apr 08:53
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Dal centrodestra arrivano forti critiche al progetto come struttura universitaria per l’ex Palazzo Lettimi approvato ieri sera in Consiglio Comunale e presentato oggi dal sindaco Gnassi (vedi notizia). Per il capogruppo della Lega Nord marzio Pecci oggi Gnassi ha detto cose diverse da quanto previsto dal progetto: “Speriamo che la Sopraintendenza delle Belle Arti blocchi la realizzazione del progetto che il Comune e l’Università hanno in mente. Certo che se il progetto vero fosse quello illustrato dal Sindaco e questo avesse trovato corpo nella delibera votata in Consiglio comunale, ieri sera, avrebbe avuto sicuramente anche il voto dell’opposizione. Purtroppo la realtà è un’altra: secondo la delibera votata in Consiglio (voto contrario di Lega Nord) l’amministrazione consentirà all’Università di Bologna di costruire, sui ruderi del Lettimi, un albergo di 1.600 mq ovvero un albergo di circa 45 camere. Pensare che i ruderi del Lettimi e, magari l’antico teatro romano che sta sotto i ruderi, possa essere coperto dal cemento di un albergo rappresenta uno scempio del patrimonio storico riminese che non è compatibile con la “vision culturale” che il Sindaco ha voluto far credere di avere … almeno fino ad oggi. Poiché più volte il Sindaco ha dichiarato che Rimini deve diventare “Rimining” noi della Lega gli diciamo che per fare “Rimining” occorre fare “comunicazione” perché il patrimonio storico archeologico non si vende dal punto di vista fisico, ma si vende dal punto di vista dell’immagine. E, se questo è vero, come è vero, Rimini ha bisogno di mettere sul mercato anche l’immagine di questo Palazzo del Rinascimento, con tutta la sua storia, ed impedire così che quel patrimonio storico ed archeologico venga definitivamente cancellato dalla amministrazione attuale che, con la delibera votata, andrebbe a completare  l’opera barbara di distruzione della guerra”. 

Gioenzo Renzi di Fratelli d’Italia ricorda: “Con l’approvazione consiliare della cessione del diritto d’uso gratuito e perpetuo del Palazzo Lettimi all’Università di Bologna per la realizzazione di alloggi agli studenti universitari è mancato definitivamente il rispetto al testamento di Giovanni Lettimi : “ Voglio che il mio Palazzo resti sempre di proprietà comunale, né mai si spogli dei suoi pregi artistici”. Era un lascito non solo materiale ma soprattutto culturale”. “Nella delibera approvata non c’è una riga sul recupero, sul restauro, su una destinazione compatibile con la sua storia e bellezza architettonica. E’ stato trattato come un rudere da eliminare”.

“Meraviglia, invece, che proprio una Istituzione come l’Università non abbia rispettato il protocollo sottoscritto con il Comune nel 2000 che prevedeva una soluzione più rispettosa del Palazzo a sede di rappresentanza e Presidenza. Improvvisamente, il 23 marzo scorso, ha sentito di dover concorrere all’assegnazione di finanziamenti in base alla legge 338/2000 “ Disposizioni in materia di alloggi e residenze per studenti universitari” e ha chiesto all’Amministrazione Comunale di approvare frettolosamente la Delibera per presentare l’istanza entro il prossimo 8 maggio 2017.

Nonostante rimanga la preoccupazione latente e “ sub condicione” alla verifica del Ministero dei Beni Culturali dell’interesse culturale, storico, artistico, archeologico, relativamente al Palazzo Lettimi e alla preesistenza della cavea dell’Antico Teatro Romano. Registriamo il silenzio tombale dell’ Ass. alla Cultura o alle Arti Massimo Pulini che si dimostra estraneo o esautorato nella vicenda. A parlare è stato l’Ass.al Bilancio Brasini, per il quale è più un problema di soldi che culturale. Ha concluso il Sindaco Gnassi, per l’occasione redivivo in Consiglio Comunale, il quale ha magnificato la storia “progressista” di Rimini che può fare a meno dell’Anfiteatro romano e di Palazzo Lettimi, dopo tanti scempi culturali consumati”.

Carlo Rufo Spina, Forza Italia

Il recupero di Palazzo Lettimi è fondamentale per Rimini, ma a volte un cattivo recupero e una destinazione dequalificante sono peggio che nessun recupero e nessuna destinazione.

Nel Consiglio di ieri sera abbiamo espresso in modo chiaro, inequivocabile e propositivo le condizioni minime per poter avallare il recupero di Palazzo Lettimi, di cui siamo assolutamente favorevoli.

Innanzi tutto partiamo dalla premessa che Palazzo Lettimi è stato oggetto di un legato testamentario da parte di Giovanni Lettimi al Comune di Rimini, con l’onere di rimanere sempre comunale, e che le sue vestigia sono vincolate dalla Soprintendenza.

Primo scoglio tecnico, che ho sollevato e vorrei mi venisse data risposta (sinora sia in commissione che in consiglio la Giunta non ha saputo farlo): il Comune vorrebbe cedere il Palazzo all’Università di Bologna in “uso gratuito perpetuo”. Sostanzialmente una donazione cammuffata. Come si concilia questo con l’onere testamentario?

Ho provato a dare una soluzione: si concilia se un certo numero di stanze del nuovo stabile saranno date in gestione/uso esclusivo al Comune di Rimini per eventi culturali, pubblici, sociali e di rappresentanza.

Sarà così? Per ora non c’è scritto da nessuna parte, occorrono specifiche garanzie.

Così come occorrono garanzie per il restauro. Sono d’accordo che l’interno del palazzo dovrà essere ricostruito con materiali moderni, razionali, efficienti e linee nuove ma i volumi devono essere mantenuti e almeno la facciata deve essere restaurata in modo filologico. E comunque prima di ogni restauro dovrà essere condotto uno scavo archeologico per accertarsi della consistenza dei resti del teatro romano che sappiamo essere in loco. Di qui non si esce.

Per ora invece quello che risulta dalla delibera è che il restauro servirà per alloggi di residenza studentesca, sostanzialmente un dormitorio universitario.

Non mi pare una grande valorizzazione.

Ho fatto notare che i palazzi storici di Bologna dell’Università, come Palazzo Malvezzi, Palazzo Poggi, Palazzo Paleotti, non sono adibiti a dormitori, ma destinati a rettorato, sale rappresentanza, aule magne, aule, biblioteche.

In Consiglio Gnassi ha provato a parlare in parte di spazi a ciò destinati, peccato che in delibera non ve ne sia traccia.

Dovremmo fare un atto di fede e dare una cambiale in bianco?

Quindi il nostro appoggio sarà dato a certe e precise condizioni. Mi paiono condizioni ragionevoli e costruttive.

Comunque preannuncio che a breve, d’accordo con tutta la minoranza, presenteremo un ordine del giorno condiviso per mettere nero su bianco la nostra proposta.

Non a parole come loro, ma sulla carta.

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