Finti militari Usa sul web, truffata signora bellariese
Il Comando di Polizia Municipale di Bellaria rende nota la disavventura che ha visto protagonista una 60enne bellariese vittima di una truffa tramite mezzo di social network e posta elettronica.
La signora è stata contattata lo scorso febbraio su Facebook da un sedicente militare dell’esercito statunitense in missione di pace in Siria, che promettendo una relazione stabile e un futuro insieme, ha ben presto conquistato la sua fiducia. Col corredo di foto a testimonianza della propria ‘esistenza’ il sedicente militare ha presto richiesto una somma di denaro necessaria, a detta dello stesso, a far giungere in Italia una sorta di ‘bottino di guerra’ di un milione di dollari, rinvenuto dal soldato insieme ai sui commilitoni a margine di una pericolosa missione contro i ribelli jihadisti.
Nonostante notevoli dubbi e numerose richieste di spiegazioni, la donna ha inizialmente ceduto versando una prima somma di mille euro; ben presto, sono giunte altre richieste di denaro arrivate a quasi 5.500 euro per completare il ‘viaggio’ del millantato pacco pieno di denaro, proveniente dalla Siria e bloccato in Scozia nonostante i primi pagamenti effettuati. E’ a questo punto che la donna ha manifestato tutto il proprio disappunto, rifiutandosi in maniera categorica di versare altri soldi pur a fronte di crescenti insistenze; insistenze che nel giro di qualche giorno – spiega la Polizia Municipale bellariese – sono divenute minacce con i contorni di un caso internazionale che avrebbe coinvolto corrieri esteri, Onu ed Fbi.
Preoccupata, anche per aver fornito al sedicente soldato i propri indirizzi e recapiti telefonici, la donna si è rivolta infine alla Polizia Municipale. Seguendo il consiglio degli agenti ha sporto denuncia smettendo immediatamente di rispondere alle mail del militare e bloccando i profili facebook ad esso collegati, compresi quelli ‘nuovi’ con cui il truffatore ha cercato di rientrare nella vita della malcapitata.
Commenta la Polizia Municipale di Bellaria: “Questa vicenda, configurabile come una vera e propria truffa online, offre l’occasione per sensibilizzare la cittadinanza sui rischi che si annidano nella rete e che trovano terreno fertile in un utilizzo poco consapevole del web e dei social network. L’invito è quindi quello, in primo luogo, di concedere la propria amicizia solo a persone conosciute, evitando inoltre di condividere dati sensibili e inviare proprie foto. Molte truffe di questo tipo, condividono una prima fase in cui il malintenzionato raccoglie elementi riservati e personali, o confidenze tali da rendere ricattabili coloro che cadono nella trappola: per questo, la prevenzione nasce principalmente dalla tutela della propria privacy”.