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Cesena Economia

Carim. Cisl: nessuna delega in bianco, vogliamo vedere i piani industriali

In foto: la sede
la sede
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
dom 16 apr 2017 10:54 ~ ultimo agg. 17 apr 10:38
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Niente giudizi affrettati, né deleghe in bianco a nessuno finché non saranno stati visionati i piani industriali dei potenziali gruppi acquirenti. Questa la posizione del sindacato bancari della CISL Romagna (FIRST) sulla situazione di Banca Carim e Cassa di risparmio di Cesena. E di piani industriali, sottolinea il Segretario Stefano Manzi non c’è traccia.

Al momento – ha continuato Manzi – nessuno dei soggetti indicati come possibili partner delle due banche ha fornito indicazioni di sorta sui contenuti dei rispettivi progetti industriali. Elementi essenziali per comprendere con cognizione di causa le possibili ricadute per i lavoratori, le famiglie ed il tessuto socio-economico locale.”
Naturalmente – ha continuato il sindacalista della CISL – i rumors di questi giorni non ci lasciano indifferenti e, ancorché diverse e non sovrapponibili, conosciamo bene la complessità delle due realtà. Difatti, mentre Cesena è impegnata nella realizzazione del piano industriale 2016/2019, voluto dal Fondo Interbancario che ha sottoscritto l’aumento di capitale necessario a rilanciare l’azienda, Rimini ha urgente necessità di definire in tempi rapidi il proprio futuro. Ciò che invece accomuna le due aziende è la preoccupazione dei lavoratori, alimentata anche dal continuo susseguirsi di notizie, più o meno attendibili, sui futuri scenari.
Ad alimentare le paure, secondo la Cisl, anche la decisione è di Carim a dicembre di aprire la procedura per la riduzione degli organici e poi accantonarla senza procedere con la trattativa, in attesa di verificare prossimi piani e progetti.
Seguiremo con la massima attenzione l’evolversi della situazione – avverte Manzi – ed analizzeremo in maniera approfondita eventuali proposte e programmi complessivi per Carisp Cesena e Banca Carim, ponendo in chiaro fin da subito però che, qualsiasi sia il progetto, ci batteremo affinché non si ripeta il solito teatrino, cioè quella bieca partitura in cui alla fine sono sempre i lavoratori e le comunità locali a pagare per colpe non loro“.