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Cronaca Rimini

Cadavere nel trolley messo dalla mamma dopo la morte

In foto: @Adriapress
@Adriapress
di Simona Mulazzani   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 4 apr 2017 22:15 ~ ultimo agg. 5 apr 19:31
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Si chiamava Katerina Laktionova, la giovane 27enne russa trovata cadavere dentro un trolley al porto di Rimini il 25 marzo scorso. In queste settimane sono state tante le ipotesi emerse su che cosa fosse successo. La verità trapelata nelle ultime ore è drammatica: sarebbe stata la mamma, dopo la morte della figlia per le conseguenze di una grave forma di anoressia con cui combatteva da alcuni anni, sconvolta dal dolore a deporla nella valigia e ad abbandonarla in acqua.

La donna, 48enne che a Rimini lavorava come badante, dopo quel tragico giorno era ripartita per la Russia. A raccontarlo un amico della donna che l’ha contattata al telefono e durante la conversazione lei, tra le lacrime, ha ammesso quello che aveva fatto.

Katerina più volte negli ultimi due anni, da quando era arrivata conm la mamma in Italia, era stata ricoverata in ospedale. Ma questa volta nessuno ha chiamato i soccorsi e dopo che la giovane si è spenta la madre l’avrebbe vegliata per diversi giorni, prima di compiere quel gesto che resta incomprensibile.

La donna risulta al momento l’unica indagata, con l’accusa di morte come conseguenza di maltrattamenti e distruzione e dispersione di cadavere.

Sarebbe stata proprio la notizia del ritrovamento del cadavere – riferisce l’Ansa – ad insospettire un amico intimo della mamma che si è quindi rivolto agli inquirenti. Agli investigatori l’uomo ha raccontato di essere stato in contatto con la madre della ragazza dal 10 marzo, data in cui la donna diceva di trovarsi già in Russia per le pratiche di successione dopo il decesso della propria madre. La donna aveva raccontato all’amico di aver portato con sé a Mosca anche la figlia malata, per farla visitare da uno specialista italiano all’estero. I contatti tra la donna e l’amico riminese avvenivano – stando sempre al racconto dell’uomo – su un’utenza cellulare italiana fino a quando la russa non ha chiamato con un cellulare estero. A quel punto però il cadavere era già stato scoperto e i sospetti dell’amico si sono fatte certezze quando in una conversazione telefonica ha affrontato la donna chiedendole della sorte della figlia. A quel punto la 48enne è scoppiata a piangere e ha raccontato tutto, tranne il perché del suo comportamento. Presumibilmente attribuibile al dolore per la vicenda.