Bimbo di due mesi percosso perché piangeva. Genitori a processo
Una coppia di genitori alla sbarra il 23 Maggio prossimo per maltrattamenti e lesioni personali aggravate nei confronti del figlio di appena due mesi. I fatti risalgono al 2014 quando il padre del bimbo, un 24 enne riminese, si era si era presentato in ospedale sostenendo che il figlio non stava bene. I medici hanno capito che si trattava di una sindrome particolare dovuta ad abusi e maltrattamenti, con una grave emorragia retinica e traumi all’encefalo. Il bimbo non smetteva di piangere e il padre lo avrebbe preso dalla carrozzina e scosso violentemente
I medici hanno capito che poteva trattarsi di sindrome da scuotimento. Oggi tale sindrome è vista come una forma di abuso sui minori, in grado di provocare danni cerebrali permanenti o la morte. La madre, una 30enne, aveva sminuito la vicenda e durante la degenza del figlioletto sembrava non interessata ad accudirlo. Il bimbo era stato affidato alle cure di una comunità.
Sindrome del bambino scosso, cos’è:
La Sindrome del bambino scosso, Shaken Baby Syndrome, conosciuto anche come trauma contusivo della testa, sindrome dell’impatto, trauma e sindrome del colpo di frusta – è una lesione cerebrale grave, conseguente allo scuotimento inflitto con forza a un neonato o a un bambino, che porta alla distruzione delle cellule del cervello, impedisce l’efficace ossigenazione del malcapitato.
I bambini sono soggetti a questa possibilità di trauma fino a 5 anni, l’età media varia tra i 3 e gli 8 mesi e il più alto tasso di casi si verifica nei bambini di appena 6-8 settimane, quando tendono a piangere di più e a far scattare i nervi ai genitori. Il trauma può essere causato da colpi inferti direttamente alla testa, lasciandolo cadere o lanciandolo o scuotendolo vigorosamente, o banalmente perché non smette di piangere e, a causa della frustrazione o rabbia di chi lo sta accudendo, il piccolo è scosso, strattonato, in malo modo.