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Rimini Attiva su prostituzione: cultura ma anche repressione

prostituzione rimini

repertorio

Si torna a parlare di prostituzione a Rimini dopo gli ultimi controlli che hanno portato anche al primo cliente multato con una sanzione da 10mila euro grazie alla stretta di vite che Amministrazione e Forze dell’ordine hanno messo in campo. Rimini Attiva presenta il suo progetto per togliere dalle strade di Rimini le prostitute. “Abbiamo studiato a fondo l’argomento, sia a Rimini, sia a livello nazionale ed Europeo – spiega una nota di Rimini Attiva –
Il fenomeno richiede un progetto di intervento più articolato e complesso rispetto alla semplice repressione, riprendendo il percorso già sperimentato con successo in Svezia, Norvegia, Irlanda ed ora in Francia, proponendo un’azione che segua fondamentalmente due direttrici: una culturale, attraverso una seria ed efficace campagna di comunicazione che coinvolga tutti gli attori legati al fenomeno: alberghi, fiera, locali, associazioni, comitati, ecc. Oggetto di tale campagna, in soldoni, sarà che a Rimini non è più possibile andare a prostitute, chi lo fa rischia una multa salata (fino a 10.000 euro!). La seconda direttrice deve essere necessariamente di natura repressiva focalizzata sul cliente ed attuata con la stretta collaborazione di Comune, Questura e Carabinieri per abbattere il ritorno economico del racket e rendere Rimini meno appetibile per questo mercato. Colpire il portafoglio del racket è l’unica strada che può dare risultati concreti. Ovviamente questi interventi dovranno essere localizzati prima in un’area per poi allargarsi nelle zone più colpite da questo problema”.

Rimini Attiva ricorda il convegno organizzato alcune settimane fa dall’Associazione Papa Giovanni XXIII con la presenza tra gli altri della senatrice Puglisi e del questore Improta, e che ha visto il proprio consigliere Kristian Gianfreda tra i relatori, sostiene il modello “svedese”, “perché statistiche alla mano risulta essere il metodo più efficace e risolutivo per un problema che, non va dimenticato, se da una parte colpisce il decoro urbano e crea disagi di ordine pubblico, dall’altra è legato alla tratta di esseri umani. Il Comitato ordine e sicurezza pubblica coordinato dal prefetto è l’ambito dove fare i primi passi. Con l’azione dell’Assesore Sadegolvaad e il supporto delle forze politiche di maggioranza crediamo sia possibile ottenere finalmente dei risultati concreti”.