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Attualità Rimini

Profughi. Gianfreda al Prefetto: comitato di controllo per monitorare chi li ospita

In foto: Gianfreda negli studi di icaro Tv
Gianfreda negli studi di icaro Tv
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 17 mar 2017 17:59 ~ ultimo agg. 18 mar 11:36
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Nel comune di Rimini i profughi inseriti nei CAS (Centri di Accoglienza Straordinari) con affidamenti diretti della Prefettura sono 537, mentre sono appena 40 adulti e 18 minori quelli seguiti nei progetti Sprar del comune. A fornire questi numeri è il consigliere di Rimini Attiva Kristian Gianfreda all’indomani dell’incontro tra Anci e Viminale sul tema profughi. Il consigliere comunale cita l’intervento del delegato Anci per l’immigrazione, il sindaco di Prato Matteo Biffoni: “Ci troviamo di fronte a un complesso di persone in accoglienza pari a 180 mila unità, di cui 150 mila nei Cas gestiti dai prefetti e 30 mila nella rete Sprar gestiti dai comuni. Ora – ha concluso – spero che questa proporzione si inverta, perché l’accoglienza funziona solo se non ci sono tensioni sui territori”. Gianfreda ricorda che anche nel riminese le tensioni ci sono state. “Invii indiscriminati e incontrollati – dice – mettono in difficoltà un territorio che comunque ha voluto fare la sua parte”. Secondo il capogruppo di Rimini Attiva inoltre nei Cas in alcuni casi l’accoglienza non è stata portata avanti in maniera adeguata. “È fondamentale per la nostra città – prosegue – che il tempo in cui i profughi hanno diritto ai contributi economici le cooperative, gli alberghi o le associazioni a cui sono affidati utilizzino al meglio queste risorse. Il dubbio è che i gruppi di ragazzi africani che abbiamo visto passeggiare per le vie invece di imparare l’italiano o formarsi in un lavoro perdano tempo prezioso perché non sono seguiti adeguatamente. Cosa succederà quando, finito il periodo di sostegno, queste centinaia di ragazzi si ritroveranno in strada per la città senza soldi senza lavoro e senza sapere la lingua?”. Gianfreda lancia poi un appello alla Prefettura affinché diminuisca il numero di profughi affidati al singolo ente (“gestirne fino a 20 dà meno margini di guadagno ma consente di seguire meglio le persone”) e chiede “che venga nominato un comitato di controllo con l’obbiettivo di monitorare le attività delle cooperative, degli alberghi e delle associazioni. Il compito di formare il comitato potrebbe essere affidato ad un garante dei profughi, una figura volontaria e competente, sulla falsa riga del garante dei carcerati.


 

. L’accoglienza profughi era stata al centro di una recente puntata della trasmissione di Icaro Tv Fuori dall’Aula