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Per Carim niente intervento del Fondo Interbancario. La soluzione passa da Cariparma

Carim: Fisac Cgil sul "circolo vizioso". Un richiamo alla Fondazione

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Il Fondo interbancario di tutela dei depositi non interverrà nella ricapitalizzazione della Cassa di Risparmio di Rimini e della toscana Cassa di Risparmio di San Miniato, che avevano chiesto il suo aiuto. Ad escluderlo, in un colloquio con Radiocor (Agenzia di Stampa del Sole24Ore), è il presidente del Fondo e dello Schema Volontario Salvatore Maccarone che spiega come per ricapitalizzare sarebbe necessario avere il via libera della BCE. “Il via libera – dice Maccarone al Radiocor – c’è già stato in occasione della ricapitalizzazione da 280 milioni della Cassa di Risparmio di Cesena di cui lo Schema volontario è diventato il maggiore azionista ma, evidentemente, una replica di quell’operazione è giudicata irrealizzabile a Francoforte“. La soluzione per Cesena, ma anche per Carim potrebbe essere Cariparma, l’istituto controllato da Credit Agricole. Maccarone conferma che c’è un tavolo di dialogo aperto e che la soluzione potrebbe arrivare entro poche settimane.

Un auspicio, quello dei tempi rapidi, espresso una decina di giorni fa anche dai vertici Carim nella conferenza nella quale avevano presentato l’esito dell’ultima ispezione di Bankitalia conclusasi senza sanzioni ma, aveva spiegato il presidente Bonfatti, “con 8 mesi persi per la banca”. Allo stato attuale, aveva detto, la ricapitalizzazione da 100milioni che sarebbe stata sufficiente prima dell’arrivo degli ispettori, non basterebbe più. “C’è interesse sia in Italia che all’estero per Carim” aveva aggiunto il direttore Scardone ricordando il grande impegno messo in campo nel ripulire un bilancio nel quale i crediti deteriorati ammontano a 910 milioni e le sofferenze vere e proprie, risalenti a prima del commissariamento, a 650milioni. Cifre che giocano un ruolo centrale ora sul futuro della Banca.