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Politica Riccione

Patto Civico Riccione Oltre, in 150 al primo incontro

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
sab 11 mar 2017 19:21
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Hanno partecipato in 150 all’incontro promosso da Patto Civico Riccione Oltre e aperto a imprenditori, cittadini e rappresentanti di categoria. “L’idea di questa iniziativa – ha aperto l’onorevole Sergio Pizzolanteè quella di riuscire a portare il ceto medio, le energie migliori dell’imprenditoria delle professioni, dei talenti che si esprimono in città e portarle nel campo della politica, della progettazione politica e non fare in modo che vadano a seguire la corrente dell’antipolitica e delle protesta fine a se stessa. Il nostro intento è riportare le energie positive e vive della città dentro un percorso di ricostruzione. E per fare questo occorre portare un programma che sta prima di tutto, prima delle sigle. Stiamo avviando un percorso politico per dare il via a un’amministrazione comunale che non frena, non inibisce ma accelera, accoglie proposte e idee, lasciando all’imprenditore la libertà di fare. Occorre quindi ripensare un po’ a tutto, un allungamento della stagione turistica verticale, giorno e notte e orizzontale, estate e inverno, concetti sui quali costruire un progetto di città e di proposta turistica. Stagione di almeno 8 mesi. Partecipazione attiva al sistema fieristico congressuale. Alleanza romagnola adriatica per l’Alta Velocità e lo sviluppo dell’aeroporto. Questo si può realizzare uscendo dall’isolamento politico dell’amministrazione di Riccione. Occorre costruire una grande alleanza politica di tutte le forze vive della città.
In tema di turismo è intervenuto Andrea Pollarini, professore delle IULM di Milano. “L’economia della notte in Italia – ha detto – vale tanto quanto l’agricoltura in termini di numeri e di fatturato. Se l’andare in vacanza per molti una volta era un sogno ora è diventato un diritto per tutti. Viaggiare da una parte all’altra del mondo è diventato più semplice grazie alla globalizzazione e alla tecnologia e meno costoso. Abbiamo cominciato a dover operare just in time, senza mediazione. Avere a che fare con il turismo diventa una necessità in un processo di ristrutturazione sistemico, dove possiamo trasformare un grande problema in una straordinaria opportunità. Il nuovo concetto è un turismo on demand: la riviera può tornare un luogo di innovazione se trova un suo ruolo.” 
A prendere la parola anche l’imprenditore riccionese Marco Volpe. “Avere a che fare con il turismo diventa per Riccione una necessità, tenendo presente che il driver della nostra zona sta nell’asse “spiaggia sabbiosa, pulita, soleggiata” e nell’accoglienza, che rimane ancora un elemento e un’attitudine che ci contraddistingue. Chi va in vacanza non cerca luoghi o cose ma persone. La Puglia è tra le regioni italiane la prima destinazione per sogno cui fa seguito Toscana e Sardegna, l’Emilia Romagna non c’è. Poi però quando si va a vedere dove i cittadini italiani decidono dove fare la loro vacanza allora la nostra regione e soprattutto la Riviera adriatica diventa la prima destinazione perché da ricerche effettuate emerge che noi siamo capaci di offrire di più. Oggi continuare per continuare a parlare di turismo in una zona come la nostra diventa necessario parlare la lingua comprensibile. La problematica non è la camera piccola. Le persone cercano gentilezza e wifi.

Il punto fondamentale da cui dobbiamo partire – ha aggiunto Fabio Ubaldi è renderci conto è che abbiamo avuto un passato glorioso, viviamo in un presente statico, dobbiamo pensare a un futuro dinamico. Il prodotto Riccione ha bisogno di essere rivisto completamente, smettendo di guardarsi la punta dei piedi, rivolgendo lo sguardo oltre alla linea di confine. Siamo stati effettivamente un po’ narcisi, ora dobbiamo lavorare per e parlare di sinergie con il territorio perché il campanilismo tra Rimini e Riccione non ha nessun senso ed è ridicolo. Le ricchezze del territorio sono ricchezze di tutti e non delle città in cui risiedono. Il Teatro Galli non è Rimini, Maranello non è Modena, la Wellness Valley non è Cesena, ma è tutto la stessa zona di area vasta. Concludo dicendo che è necessario cercare una lingua unica da parlare tutti insieme, avendo il coraggio di esplorare nuove strade e impegnarsi sull’incoming turistico.
A Pizzolante sono state poi affidate le conclusioni. “Il primo compito dell’amministrazione – ha spiegato – non è frenare, inibire, stoppare ma accogliere e accelerare proposte e idee. Si deve passare dal non si può fare al si può fare. Il concetto di Riccione on demand che può diventare un sistema romagnolo.
Le strategie vanno costruite insieme dentro a un’alleanza tra tutte le realtà territoriali (Cattolica, Misano, Rimini, Riccione), poi ciascuna troverà la propria identità di offerta. L’odio verso il vicino non ci porta nulla. Usciamo dall’isolamento sia virtuale che fisico. La traduzione di ciò che abbiamo ascoltato oggi è l’inizio di un nuovo percorso politico“.