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Cronaca Rimini

L'imprenditore, revocati i domiciliari. "Pronto a dimostrare estraneità"

In foto: Mario Formica, il Tribunale del Riesame ha revocato gli arresti domiciliari. L'imprenditore sottolinea "Pronto a dimostrare estraneità".
Mario Formica, il Tribunale del Riesame ha revocato gli arresti domiciliari. L'imprenditore sottolinea
di Redazione   
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mer 15 mar 2017 14:17 ~ ultimo agg. 10 mag 14:07
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Ieri il Tribunale per il Riesame di Bologna ha disposto per l’imprenditore riminese la revoca della misura degli arresti domiciliari applicata il 28 febbraio scorso (vedi notizia).

“Personalmente – dichiara – ritengo che la vicenda in relazione alla quale ieri si è avuto questo importante favorevole provvedimento, sia strettamente collegata ad un’altra iniziativa giudiziaria, quella che, quattro anni fa, portò all’esecuzione nei confronti miei, di taluni miei familiari e dell’azienda di famiglia Alfad di un sequestro per oltre quattro milioni di euro in relazione ad un’ipotesi di violazione tributaria.

Nell’ordinanza i Giudici del Tribunale della Libertà dichiarano che: “è incensurato e che con particolare evidenza va segnalato che il procedimento penale a suo carico per violazione al disposto dell’ art. 5 L 74/00 (più volte richiamato nel provvedimento del GIP di Rimini) si è concluso con una sentenza, che si allega, di assoluzione nelle formula più piena”.

Il sequestro dei conti aziendali, poi annullato un anno dopo dalla Cassazione, e il grande clamore mediatico che suscitò tale iniziativa da parte degli organi inquirenti, determinò la revoca degli affidamenti e l’impossibilità per Alfad di continuare ad operare nel mercato.

“Alfad – ricorda Formica – stava attraversando una fase di contrazione finanziaria e di difficoltà, ma sono certo che, come già in passato, anche questa volta ne sarebbe uscita ed è mia opinione che quel sequestro abbia di fatto inciso in modo determinante sul successivo fallimento, non consentendo di far fronte agli impegni in particolare per la revoca di tutti gli affidamenti bancari e neanche a pagare le utenze.

Da quella brutta accusa sono stato totalmente prosciolto con sentenza del Tribunale di Rimini del 23 gennaio scorso e con la formula più ampia: perché il fatto non sussiste. A seguito del fallimento di Alfad sono poi scaturite le indagini che hanno portato al recente provvedimento di custodia cautelare, notificato dopo appena 30 giorni dalla favorevole sentenza del 23 gennaio 2017, oggi fortunatamente revocato.

Il Tribunale del riesame – prosegue l’imprenditore – non si è limitato a revocare la misura, ma ha altresì annullato il provvedimento cautelare con riferimento a talune ipotesi di reato per le quali non ha ritenuto sussistenti i gravi di indizi di colpevolezza: mi riferisco alle ipotesi di bancarotta documentale, la simulazione in concordato preventivo e la turbata libertà degli incanti, evidenziando in relazione a tale ultima ipotesi come tutto si sia svolto alla luce del sole, con buona pace delle conversazioni telefoniche intercettate cui si è data ampia pubblicità nei giorni scorsi. A questo proposito il Tribunale ha detto chiaramente nell’ordinanza a pag. 14 che;’nel periodo successivo al fallimento ormai tre anni, non risulta che … si sia reso responsabile di condotte distrattive o più in generale illecite. Al contrario i comportamenti tenuti dopo la dichiarazione di fallimento, come ad esempio la turbativa d’asta, sembrano evidenziare la volontà di agire correttamente e nel rispetto della legge. Infatti … non ha nascosto al curatore ed ai potenziali concorrenti, l’intenzione di continuare a svolgere la sua attività avvalendosi di della rete di relazioni imprenditoriali costruite negli anni’’.

Il Tribunale della libertà, sottolinea ancora, afferma che: non sono emersi elementi da cui si possa desumere che … abbia compiuto o intenda porre in essere atti volti a mettere in pericolo l’acquisizione o le prove. Al contrario sotto questo profilo va rilevato come il Signor Formica abbia reiteratamente dimostrato una ferma volontà di rimanere e continuare ad operare a Rimini’’

Rinnovando la fiducia all’avvocato Giacomo Nanni, il legale che lo ha assistito, conclude: “Continuerò a lavorare per affermare nel prosieguo del processo la mia assoluta e totale estraneità a quanto mi è stato contestato, come per altro in parte ha già chiarito il provvedimento del Tribunale della Libertà per i fatti contestatimi”.

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