Indietro
menu
Attualità Rimini

Alloggi pubblici. Nuovi parametri e parità condizioni per convivenze e unioni

In foto: repertorio
repertorio
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 15 feb 2017 14:51 ~ ultimo agg. 15:48
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

La prima commissione consiliare del Comune di Rimini ha recepito la recente legge statale “Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze” (76/2016) che riconosce ai conviventi di fatto il diritto al subentro nel contratto di locazione e l’accesso all’Erp in condizioni di parità rispetto alle coppie unite da vincoli di matrimonio e alle unioni civili. Questo implica, tra le altre novità, che verranno considerate valide le domande provenienti da conviventi more uxorio dal momento in cui è stata instaurata la convivenza e senza richiedere, come accade con l’attuale regolamento, che la convivenza perduri da oltre 2 anni per l’accesso e da oltre 4 anni per l’istituto dell’ampliamento del nucleo familiare.

Recepiti anche i requisiti economici per l’accesso e la permanenza negli alloggi di edilizia residenziale pubblica e le modalità per il calcolo e l’applicazione dei canoni Erp, indicati dalla nuova normativa regionale. Una novità importante che, a Rimini, implicherebbe 25 casi di decadimento per la permanenza in alloggi pubblici non sussistendo più, con i nuovi parametri, le condizioni richieste.

Congiuntamente alle modifiche dei parametri economici è stata accolta anche la proposta precedentemente approvata dal tavolo provinciale, che prevede la sospensione dell’emanazione del provvedimento di decadenza per quei nuclei familiari che abbiano superato i limiti ISEE e del patrimonio mobiliare al massimo del 10% o del 20% se in condizione di fragilità o vulnerabilità attestate dal servizio sociale competente. Dei 25 casi precedenti sono 14 quelli che rientrano in queste casistiche. Per questi casi sarà richiesta la sospensione dal provvedimento (che prevede un iter non superiore ai 24 mesi), che verrà stabilita dopo adeguata valutazione delle singole situazioni.

Un provvedimento utile in questa fase di passaggio – spiega l’Amministrazione Comunale – per concedere a questi casi un maggior lasso di tempo per reperire una soluzione abitativa. Nel periodo di sospensione al nucleo familiare sarà applicato comunque il canone maggiorato stabilito per l’area della decadenza.

Per il Vicesindaco con delega alla protezione sociale del Comune di Rimini Gloria Lisi “Le modifiche approvate questa mattina sono un passo in avanti che permette di migliorare la gestione del patrimonio residenziale pubblico nella direzione di una maggiore equità sociale e nella valorizzazione completa dei diritti civili. Una piccola rivoluzione in un ambito storicamente immobile e quasi impermeabile rispetto i mutamenti sociali, economici e civili”. Negli ultimi anni a Rimini sono state liberate o rese disponibili per il turnover abitativo più di cento abitazioni recepite sia nel patrimonio pubblico che in quello privato. “L’obiettivo è sia quello di incrementare questo turnover sia quello di facilitare una più equa distribuzione a chi davvero ne ha bisogno, contrastando senza sosta chi se ne approfitta”.

Soddisfazione dall’Arcigay di Rimini per la celerità nell’approvazione: “Il riconoscimento di questa legge nelle norme e nei regolamenti locali rischia sempre di essere lento e farraginoso, e invece bisogna riconoscere con soddisfazione che a Rimini ciò è avvenuto a soli pochi giorni dalla pubblicazione dei decreti definitivi (11 febbraio 2017)”. Sui contenuti del decreto il 27 febbraio al tribunale di Rimini ci sarà un convegno aperto organizzato dall’AIGA (Associazione Giovani Avvocati sezione di Rimini) , con ospite principale la senatrice Cirinnà,