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Icaro Sport

Rimini FC. La risposta dell'Amministrazione Comunale a Giorgio Grassi

In foto: Il sindaco Gnassi e l'assessore Brasini
Il sindaco Gnassi e l'assessore Brasini
di Icaro Sport   
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mer 21 dic 2016 16:29 ~ ultimo agg. 23 dic 10:17
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Un altro calcio è possibile: il bilancio dell’Amministrazione Comunale di Rimini dopo i primi cinque mesi di nuova gestione della Rimini calcio. Progetto credibile, ma niente equivoci

L’Amministrazione Comunale di Rimini ritiene opportuno procedere ad un primo bilancio relativo ai primi cinque mesi di nuova gestione della Rimini Calcio. Parte sportiva, organizzativa, rapporti tra Istituzioni e nuova società: luci, ombre e prospettive di cinque mesi solidi ma che non hanno bisogno di equivoci. Via via nei prossimi mesi l’Amministrazione Comunale di Rimini procederà periodicamente a dare comunicazione alla pubblica opinione dello stesso argomento.

Agosto si riparte dalle macerie
Esattamente un anno fa, grossi nuvoloni neri si stavano addensando sulla sorte della Rimini calcio. A cavallo tra il 2015 e il 2016 cominciava ad emergere l’enorme difficoltà in cui versava l’allora gestione De Meis. Difficoltà che, pochi mesi dopo, avrebbero portato al fallimento della società.
Si è ripartiti in piena estate sulle macerie, fatto non raro purtroppo nella storia centenaria dei colori biancorossi, ma questa volta con una novità per così dire ‘metodologica’: il Comune di Rimini, proprietario dell’impianto sportivo e delegato per la normativa sportiva ad avanzare alla Federazione Italiana Gioco Calcio la proposta privata di gestione più solida e costruttiva tra quelle pervenute, ha scelto di aprire una sorta di manifestazione d’interesse fra tutti i soggetti interessati a dare un futuro al calcio riminese. E tra tutte i progetti arrivati, diversi dei quali avanzati da personaggi che nei mesi successivi avrebbero dimostrato la loro aleatorietà facendo le sfortune calcistiche di altri lidi, l’Amministrazione comunale optò per la proposta di Giorgio Grassi. Va ricordato: contro buona parte della tifoseria e degli addetti ai lavori che rimproverano a Grassi i suoi modesti trascorsi calcistici, gli altrettanto limitati obiettivi (si parte dall’Eccellenza e non dalla categoria superiore) e perfino, scioccamente, il fatto che non fosse di Rimini. Ma tra tanti ‘tifosi contro’, la scelta cadde su Grassi perché davvero il suo progetto era – ed è- tra quelli presentati il più serio.

Progetto Grassi, un altro calcio è possibile
È un progetto quasi rivoluzionario perché portatore di realismo, chiarezza di obiettivi, pochi fronzoli, nessun miraggio o concessione a promesse irrealizzabili, non speculativo. Un progetto sul medio/lungo periodo ‘di tre anni’ affermava allora Grassi, non di 3 mesi. Non a caso lo slogan che incorniciava il tutto: un altro calcio è possibile. In questo l’Amministrazione comunale ha creduto e continua a credere. Quanto accaduto sulla parte agonistica (gli ottimi risultati del Rimini, campione d’inverno), organizzativa (il settore giovanile tra l’altro non in contrapposizione con le società di quartiere e non a pagamento), metodologica (la trasparenza) sono valori che confermano la bontà di quel progetto e di quella scelta che il Comune di Rimini abbracciò contro (quasi) tutti coloro i quali avrebbero preferito la categoria superiore ma con proposte molto, ma molto meno convincenti.

Lo stadio: no curve, solo gonfiabili?
L’amministrazione si è messa immediatamente a disposizione della nuova gestione, consegnando un impianto su cui era stato appena rifatto il manto e gli spogliatoi per una spesa di 770 mila euro. Non solo, l’Amministrazione comunale aveva garantito l’accelerazione sul tema della concessione dello stadio ma a due condizioni non negoziabili:
1) il bando ad evidenza pubblica, imposto per legge (a meno di non volere finire a processo per un congruo numero di reati);
2) la presentazione di un progetto con relativi investimenti all’altezza della città o comunque di un progetto articolato e completo.
Soprattutto la seconda era condizione pressante. Infatti la proposta di riqualificazione del ‘Romeo Neri’ avanzata da Grassi era molto debole. E bene a questo punto chiarire a tutti infatti che le proposte sullo stadio in nome di ‘un altro calcio è possibile’ avevano l’obiettivo dichiarato di riportare le famiglie allo stadio prevedendo:
a) la cancellazione di parte delle curve;
b) la nuova intitolazione dell’impianto ‘Rimini Riviera Stadium’;
c) un’area famiglie che altro non si rivelava che una mesta serie di gonfiabili.
Il Comune ha fin da subito rappresentato che seppure l’obiettivo fosse condivisibile (più famiglie più socialità) si poteva, doveva, perseguire senza l’eliminazione delle curve e non solo con dei gonfiabili. Ha ribadito che se queste fossero state le proposte da cui partire, il percorso stadio sarebbe stato difficile da proseguire e non solo in nome dei tifosi, ma in nome di un progetto più articolato. Ci si è dati quindi appuntamento per approfondimenti in sede tecnica.

L’incontro del 20 settembre
Il Comune di Rimini ribadiva tutto questo nel “bellissimo incontro” (parole di Grassi) del 20 settembre tra Grassi, il sindaco e l’assessore allo Sport. Con una precisazione: in quell’incontro, il neo proprietario della Rimini Calcio manifestava apertamente e con espressioni assai colorite il suo fastidio per alcuni gruppi organizzati di tifosi ‘che vogliono venire a fare i padroni in casa mia’, aggiungendo altresì come fosse sua intenzione ‘far venire più gente allo stadio in modo che questi vengano isolati e poi espulsi’. Si riporta questo per rimarcare l’evidente cambio di strategia in neanche 100 giorni da parte di Grassi che, probabilmente, così come hanno fatto in molti prima di lui e non solo a Rimini, ha deciso di tendere il ‘ramoscello d’ulivo’ alla tifoseria che lo contestava (‘quelli che tirano le bottigliette’ diceva) indicando il ‘nemico’ nell’Amministrazione Comunale. Grassi non è stato il primo, né sarà l’ultimo. Quell’incontro del 20 settembre veniva aggiornato con soddisfazione di tutti i presenti al 20 ottobre, appuntamento poi saltato, a onor del vero, a causa di sopraggiunti impegni istituzionali degli amministratori (quel giorno era in discussione in consiglio comunale la fusione tra le Fiere di Rimini e Vicenza).

L’incontro del 4 novembre
Si passa quindi al 4 novembre, giorno in cui l’assessore allo Sport incontra il vice presidente del Rimini dottor Andrea Boldrini per discutere di progetti futuri: il delegato biancorosso presenta una proposta sulla falsariga di quelle di agosto, dettagliando un investimento complessivo a carico della società di 400 mila euro in 8/10 anni (la durata della concessione) per rifare i seggiolini dei distinti a fronte di un investimento immediato da parte del Comune di pari importo per probabilmente una tettoia che la società chiedeva al Comune di fare ancora una volta senza pensare che l’intervento, il progetto, i lavori necessari sarebbero dovuti essere messi a bando e non scaturiti da decisioni unilaterali da parte di chicchessia.
L’assessore allo Sport si rende disponibile a verificare l’ipotesi pur precisando che comunque non si può aggirare il bando e ribadendo che l’evidenza pubblica per concedere lo stadio 10, 20 anni avrebbe dovuto contemplare una proposta più organica dei soli seggiolini per distinti. Ci si dà un nuovo appuntamento ai primi di dicembre.

Black out
Da quel momento in poi cala il sipario, senza alcuna spiegazione né motivo da parte di Grassi. Tra fine novembre e inizio dicembre, infatti, la cortese segreteria del proprietario della Grabo motiva ogni volta l’impossibilità di parlare con Giorgio Grassi (che non può essere raggiunto direttamente in quanto sprovvisto di telefono cellulare): ‘le faremo sapere’ oppure ‘è fuori tutta la settimana all’estero’, ‘oggi non c’è, forse domani’ e così via. Nel frattempo a fine novembre, nonostante le insistenze dell’Amministrazione Comunale per avere l’appuntamento fissato, Grassi riappare con una lunga dichiarazione alla stampa accusando il Comune di farsi di nebbia sulla questione stadio.
Il 14 dicembre, nel pieno di questo inspiegabile black out (inspiegabile anche per i collaboratori di Grassi, a quanto viene da essi stessi riferito, a maggior ragione dopo l’impegno preso il 4 novembre con il vicepresidente per rivedersi da lì a pochi giorni), l’Amministrazione Comunale di Rimini invia una lettera per richiedere ufficialmente la disponibilità a un nuovo incontro per discutere appunto del progetto stadio. In questa lettera veniva anche comunicato che, in assenza di notizie da parte della società e alle prese con le giuste lamentele delle persone che frequentano lo stadio tutti i giorni e la domenica, gli uffici ad inizio anno avrebbero innanzitutto valutato l’affidamento della gestione del bar.

Un altro calcio è possibile: progetto credibile, ma basta equivoci e malintesi
Questi i fatti in rapida successione. L’amministrazione comunale di Rimini riafferma la credibilità del progetto Grassi, così come ribadisce l’assoluta bontà della scelta fatta ad agosto. Per questo, visto che è intenzione di ambo le parti operare per il bene del Rimini e di Rimini, comunica la disponibilità ad incontrare Giorgio Grassi e/o suoi delegati (anche se sarebbe bene chiarire il ruolo degli interlocutori) per discutere da subito dell’impianto già nelle giornate di:
– giovedì 22 dicembre
– venerdì 23 dicembre
– martedì 27 dicembre
– mercoledì 28 dicembre
– giovedì 29 dicembre
– venerdì 30 dicembre
– sabato 31 dicembre
sia al mattino che al pomeriggio. Sono ok anche i giorni successivi. Se poi Grassi volesse proporre altra data, anche festiva, l’amministrazione comunale è disponibile. E’ interesse di tutti non creare distanze invalicabili per un equivoco, un errore (che può aver commesso l’amministrazione comunale, che può avere commesso Giorgio Grassi), un malinteso. A Rimini un altro calcio è possibile, e questo la nuova gestione, sul piano sportivo e organizzativo, lo sta dimostrando. E tanto più per questo, visto che una nuova via è tracciata, non si può ricadere nel vecchio schema tipicamente italiano ‘società calcistica vs Comune’. Quell’impianto ‘discarica’ è stato comunque scelto dalla nuova Rimini Calcio per far allenare tutte le sue squadre, accademia dei portieri compresa, nonostante siano stati offerti dal Comune di Rimini per favorire al meglio l’attività sportiva altri campi in giro per la città. Siamo orgogliosi del Rimini, della società biancorossa ma dobbiamo essere pienamente all’altezza di questo orgoglio e di un progetto che deve andare avanti. Nel rispetto delle regole, nel rispetto delle persone, senza affannate furbizie o scorciatoie. E senza pensare che un Comune sia sempre e comunque il sacco su cui scaricare i propri problemi.

L’Amministrazione Comunale di Rimini