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Athletic Falco. Il bilancio dell'allenatore Davide Nicolini

In foto: Michele Andruccioli, Davide Nicolini e Fabio Cameli
Michele Andruccioli, Davide Nicolini e Fabio Cameli
di Icaro Sport   
Tempo di lettura lettura: 5 minuti
sab 31 dic 2016 11:17
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Anche in casa Athletic è giunto il momento di salutare il 2016. Il tutto strizzando l’occhio al nuovo anno, durante il quale gli arancioneri dovranno confermare quanto di buono espresso nel girone di andata. Infatti ora i Falchi sono secondi in classifica, ad una lunghezza di distanza dalla capolista Sala. Un posizionamento in griglia non pronosticabile, afferrato al termine della vittoriosa trasferta col Villamarina.

Ad essere entusiasta della strada percorsa finora, proponendo il punto della situazione, mister Davide Nicolini.

“Quello ottenuto con i biancoazzurri a Cesenatico è stato un successo moralmente e psicologicamente molto importante, perché abbiamo battuto con merito una delle più concrete pretendenti alla vittoria finale – spiega il 38enne allenatore romagnolo –. In particolar modo abbiamo dimostrato, nella situazione, di essere molto competitivi. Ad ogni modo occorre essere obiettivi: abbiamo preso “solo” tre punti e quindi è stata una vittoria di certo importante, come le altre sei conquistate nel girone di andata”.

Cos’ha fatto la differenza col Villamarina?
“Il lavoro settimanale sotto l’aspetto tecnico e tattico, svolto da me e coadiuvato da Santi e Zanni. Abbiamo impostato la squadra in una maniera diversa, in modo da fronteggiare la tecnica e le soluzioni offensive del Villamarina. Inoltre il lavoro fisico svolto da Renzi ci permette ogni domenica, ed in particolare nell’ultima gara giocata a Cesenatico, di avere una marcia in più nei secondi tempi. Da evidenziare anche i risultati che riesce ad ottenere Bellucci. Infatti Caprili, anche col Villamarina, ha compiuto un miracolo sullo 0-0, rendendo innocuo l’unico errore di squadra proveniente da palla inattiva. Comunque la differenza la fanno sempre loro, i ragazzi, che da un po’ di tempo riescono a trasferire la domenica ciò che proviamo e chiediamo durante la settimana. È quindi il gruppo ad essere decisivo, e mi riferisco a tutti: coloro che non hanno quasi mai giocato e quelli che scendono in campo sempre”.

Ora i Falchi, esattamente a metà stagione, sono ad un punto dalla vetta. Cosa ci si può aspettare da questa squadra?
“L’Athletic sta facendo realmente bene. La squadra ha dimostrato di potersela giocare con tutte, e questo è fondamentale in quanto significa che il percorso di crescita iniziato ad agosto con molti innesti sta procedendo spedito. Però è importante essere davanti alla fine, ed il campionato è molto lungo e molto duro. Lo dimostra il fatto che noi siamo secondi, ma se guardiamo tutti i risultati abbiamo vinto sempre di misura. Quindi magari, a volte, c’è andata bene. Ora dobbiamo mantenere i piedi ben saldi a terra. Lavoriamo sodo perché se la squadra si sente forte, potrebbe diventare molto vulnerabile”.

Ad inizio anno si sarebbe mai aspettato di vedere il suo team così in alto al termine del girone d’andata?
“Inizialmente no, sia per i numerosi innesti ma anche perché quando una squadra cambia allenatore non sempre per i giocatori è semplice. Logicamente ho introdotto degli aspetti diversi, potevano non pagare a livello di risultati. Poi se andiamo nello specifico, anche se ogni mister è differente dall’altro, io e Michele Andruccioli abbiamo la stessa idea di calcio. Per quanto mi riguarda ho proseguito il lavoro da lui svolto nei due anni precedenti, ma con concetti diversi. I ragazzi sono stati bravi a mantenere le caratteristiche della gestione Andruccioli, inserendo le idee nuove che ho proposto loro”.

In quale partita disputata finora pensa che l’Athletic si sia espresso meglio?
“Non mi riferisco ad una gara specifica, ma solo ad un tempo di gioco: il secondo con il Corpolò, durante il quale la squadra ha espresso una qualità di calcio superba, con una manovra veloce e precisa che purtroppo ha fruttato solo un gol. Se invece devo scegliere una partita che mi è piaciuta abbastanza, prendo la vittoria sull’Accademia. Venivamo da un periodo difficile sia per i risultati (eravamo a metà classifica ed il Sala ci aveva appena eliminato dalla Coppa) che per la qualità di gioco. Quella domenica abbiamo iniziato il percorso, tecnico e di risultati, che ci ha permesso di chiudere il 2016 così in alto in classifica”.

In quale, invece, pensa che i ragazzi non si siano espressi secondo le loro potenzialità?
“La squadra ha sempre cercato di dare il massimo, cercando di interpretare le partite nella maniera richiesta. Soprattutto non mi sembra ci siano stati flop clamorosi. Se vogliamo essere molto pignoli con Spadarolo, Villa Verucchio e Longianese non siamo stati bravi e cinici come in altre circostanze. In ogni caso quando le abbiamo affrontate erano la seconda, terza e quarta della classifica, periodi in cui la nostra squadra ancora non riusciva ad esprimersi come invece ha dimostrato da fine ottobre in poi. Queste partite giocate “sottotono” hanno comunque aiutato tutti, in primis il sottoscritto, a capire cosa doveva essere modificato e corretto”.

Quale caratteristica messa in mostra finora spera la sua squadra riesca a dimostrare fino al termine del campionato?
“Certamente il mix tra precisione delle giocate, coesione tra reparti, cuore e tenacia in campo, la domenica e durante la settimana, potrebbe fare la differenza”.

Sotto quale aspetto invece, i suoi ragazzi devono migliorare?
“Dobbiamo essere più tranquilli quando andiamo in vantaggio. In molte partite ci siamo fatti prendere dalla frenesia di non riuscire a portare a casa il risultato pieno, perdendo delle caratteristiche che fino a quel momento ci avevano permesso di fare la partita, spezzando l’equilibrio del match. Mi rincuora molto l’ultima sfida col Villamarina dove, a parte gli ultimi quattro minuti di bagarre, per il restante periodo in cui eravamo sopra nel punteggio abbiamo gestito bene la partita”.

Cosa manca a questa squadra per poterla ammirare davvero plasmata secondo quella che è la sua idea di calcio?
“I ragazzi finora sono stati straordinari perché mi hanno sempre seguito, credendo nel lavoro tecnico e tattico e nei concetti sviluppati durante la settimana. Rispetto alle ultime squadre da me allenate, questa ha caratteristiche totalmente diverse: vedere che si è arrivati a certi livelli di prestazione ed interpretazione delle richieste, mi inorgoglisce tanto. Ripeto che il merito è di questi ventotto giocatori che, ogni settimana, si applicano e portano entusiasmo a me e a tutto l’ambiente. Certamente si può e si deve migliorare, soprattutto in qualche combinazione che ancora risulta leggermente farraginosa, però sono contentissimo e certamente resterò tale sino alla fine indipendentemente dal risultato finale”.

Il Presidente Cameli nelle ultime settimane ha vestito di arancionero un attaccante, Daniele Manfroni, ed un portiere, Elia Favarelli. Cosa si aspetta da loro?
“Fabio (Cameli, ndr) è un ragazzo ambizioso, intelligente ed attento a quello che succede nel mercato. Dal momento che esisteva la possibilità di portare Daniele Manfroni all’Athletic, non ci ha pensato un attimo. Inoltre ha tesserato Elia Favarelli che è un tassello fondamentale alla luce dell’infortunio di Donati. Si tratta di un portiere arrivato dallo Spadarolo sfruttando uno scambio di prestiti con Davide Casadei, che da noi era chiuso e ci tengo a ringraziarlo per la serietà e la correttezza mostrate negli ultimi quattro mesi. Mi aspetto che Daniele ed Elia entrino a far parte del gruppo con serietà, impegno, correttezza e voglia di migliorare, che poi sono le caratteristiche che contraddistinguono il nostro spogliatoio”.

Dobbiamo aspettarci altri interventi sul mercato?
“Decide il Presidente. Forse potrebbe essercene uno, però vediamo. In ogni caso la rosa è buona anche così. Soprattutto è completa in tutte le zone del campo”.

Se la sente di fare il nome di un giocatore dell’Athletic che l’ha impressionata positivamente, non solo per il rendimento in campo?
“Il gruppo è quello che mi ha impressionato: mettere sempre davanti il “noi” prima dell’”io”; la capacità di aiutarsi l’un l’altro; la voglia di affrontare sempre uniti tutte le situazioni, dalle più difficili alle più gioiose e semplici. Queste caratteristiche stanno aiutando la squadra ad effettuare un salto di qualità. Si perde e si vince tutti insieme”.

Dopo i primi mesi vissuti all’Athletic, che idea si è fatto della società e di questa realtà ancora così giovane?
“Qui si respira un’aria dirigenziale diversa. Organizzazione prima di tutto, serietà e rispetto dei ruoli a partire dal Presidente scendendo poi fino ai dirigenti: tutti competenti e prodighi di consigli. Se devo dire la verità, oltre al lavoro ed ai risultati, questa è la caratteristica dell’Athletic che mi ha sorpreso di più”.