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Politica Rimini

Commissione asili. Maestre precarie: stabilizzateci e non svendeteci al ribasso

In foto: folto pubblico in commissione
folto pubblico in commissione
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
lun 14 nov 2016 19:46 ~ ultimo agg. 16 nov 08:00
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A Rimini continua a tenere banco l’esternalizzazione di parte dei servizi educativi per l’infanzia. Nel pomeriggio, dopo tre rinvii le scorse settimane, si è riunita la commissione controllo e garanzia nella quale sono intervenute tutte le parti in causa: sindacati, maestre, genitori e amministrazione comunale. Clima acceso e pubblico delle grandi occasioni: oltre a personale docente, mamme e babbi c’erano Savio Galvani della Sinistra e Raffaella Sensoli consigliera regionale del Movimento 5 Stelle.

I sindacati (sono intervenuti Giuseppina Morolli della Uil, Graziano Urbinati della Cgil e Bernardi della Cisl) sono tornati a chiedere il ritiro del bando. Secondo le parti sociali sarebbe possibile per il comune assumere in ambito scolastico applicando le deroghe previste dal decreto Madia. Oppure, in ultima istanza, affidare il servizio alle Asp che darebbero maggiori garanzie al personale. Nel mirino dei sindacati, come ribadito più volte, anche il mancato rispetto da parte dell’amministrazione del protocollo firmato con Cgil, Cisl e Uil nell’aprile scorso che prevedeva l’impegno a confrontarsi sui temi strategici compresi scuola e welfare. Urbinati è tornato a parlare di “arroganza politica” e ad accusare il primo cittadino di non aver inserito nel programma elettorale col quale è stato rieletto il tema dell’esternalizzazione (“chi lo ha votato non lo sapeva”).

Meno politiche ma più mirate ai contenuti del bando e al futuro del personale, gli interventi delle portavoci delle maestre. Maria Cristina Ricci ha messo in fila, in rappresentanza del personale di ruolo, tutte le perplessità. In primis ha chiesto, citando il bando, come sia possibile garantire la professionalità del personale se si concede di assumere persone con “specifica esperienza nei servizi educativi di almeno 10 mesi anche non continuativi. E questo anche per quanto riguarda il coordinamento pedagogico dove l’esperienza dovrà essere di almeno 12 mesi“.

Vi chiediamo a gran voce di tornare indietro sulla vostra volontà politica e ritirare il bando – ha detto invece rivolgendosi ai consiglieri di maggioranza Francesca Macori, portavoce della maestre precarievi chiediamo di stabilizzarci assumendoci tutte in ruolo, anche progressivamente in tre anni come prevede la legge, e non di svenderci al ribasso al migliore offerente.

Dopo aver già annunciato l’intenzione di ricorrere al TAR contro il bando (ci sarà un incontro pubblico sabato alle 10.30 in via XXIII Settembre sopra la Coop Celle), anche i genitori riuniti nel Gruppo Giù le mani dalle scuole hanno preso la parola con Alessandro Bascucci. “I fatti raccontano – ha detto tra l’altro – che l’assessore alle politiche all’educazione e alla famiglia il Sig. Morolli, non sia né un pedagogista, ne possa vantare nel suo curriculum esperienze in ambito educativo, mentre il Vicesindaco precedentemente incaricato allo stesso assessorato sino al 2016 è professionalmente persona competente, purtroppo per i cittadini riminesi le Sue esperienze provengono dal settore cooperativo, sarà un caso.

Per voce di assessore e dirigente, l’amministrazione ha cercato di rispondere alle sollecitazioni e fugare le perplessità. “La spesa complessiva per il personale scolastico del Comune di Rimini nel 2016/2017 è di 9.440.251,42 contro i 9.110.882,27 dell’anno scolastico 2015/2016. La legge prevede che non possa essere superato il tetto di spesa dell’anno scolastico 2015/2016. “La stabilizzazione – spiega il comune – di un numero x di insegnanti (20) comporterebbe il superamento del tetto di spesa indicato dalla legge e dunque un ‘taglio’ corrispettivo di 10/11 unità di personale. Questo significherebbe che la stabilizzazione significherebbe la contemporanea chiusura di 4 sezioni di nido (circa 80 bambini) p di 6 sezioni di materne (circa 100 bambini)”. Col bando invece, a regime e mantenendo inalterata la qualità saranno esternalizzati il 15% delle sezioni dei nidi e il 34% di materna. Nessun servizio sarà chiuso. I sindacati però hanno ribattuto che le percentuali si riferiscono alle scuole gestite dal comune che sono già appena 1/3 del totale. Nessun disinvestimento. L’amministrazione ha rimarcato poi che le strutture coinvolte rimarranno completamente pubbliche e che 80 punti su 100 nel bando saranno attribuiti proprio alla qualità del progetto. Nulla cambierà per le famiglie e neppure per i bimbi che, anche negli asili privatizzati, finiranno il ciclo scolastico col personale che li ha accolti. Rassicurazioni che, c’è da scommettere, non basteranno a fermare le proteste: annunciati già vari ricorsi a Tar e Corte dei Conti.

Non si procederà, come qualcuno vuol far sembrare, a un’esternalizzazione selvaggia e il Comune manterrà sempre il primato su tali servizi.” Queste le considerazioni del consigliere di Patto Civico Mario Erbetta che parla di “un buon bando che tutela i cittadini e crea occupazione.” Ma sono stati proprio alcuni passaggi di Erbetta ad accendere gli animi e a far parlare di “vergogna” su Facebook il gruppo di Obiettivo Civico.

Kristian Gianfreda (Rimini Attiva) affida a Facebook la riflessione post commissione, con una critica all’atteggiamento dei sindacati: Cosa combina il comune di Rimini con le scuole?! Dopo incontri, maggioranze e commissioni, ieri c’è stata l’ultima, la risposta c’è ed è semplice da capire, ma dura da digerire: l’unica scelta che l’amministrazione può fare è tra chiudere le sezioni delle scuole o esternalizzarle. A chi interessa posso spiegare il perché nel dettaglio, siamo nel 2016 non negli anni 80, i vincoli economici a cui è sottoposto un comune sono paralizzanti.  In questa vicenda chi ci perde veramente sono le maestre precarie che si vedono sfumare il progetto di una vita e perdono la possibilità di venire assunte dal comune. Chi invece mi ha stupito, negativamente, sono i sindacati. Hanno fatto politica, non hanno protetto gli interessi delle maestre. Invece di trattare pretendendo una maggiore protezione in questo passaggio hanno richiesto l’assunzione di tutte le maestre in comune a tempo indeterminato. Ma in che anni vivono? I 15.000 disoccupati di Rimini li ringraziano..


 

Dalla trasmissione di Radio Icaro Tempo Reale

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