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Video in diretta sui social e tv: il futuro è a due schermi?

In foto: Tv e telefonino sempre più usati insieme
Tv e telefonino sempre più usati insieme
di Serena Saporito   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 20 ott 2016 12:39 ~ ultimo agg. 21 ott 08:10
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Disturbanti, irritanti, inutili, soprattutto se girati quando il soggetto in questione non sta facendo nulla, e in pratica ci vuole solo ricordare di esistere. Questo, sono sincera, è stato il mio primo giudizio sui video in diretta su Facebook: giudizio che credo molti di voi condivideranno.
Eppure, dopo i primi momenti di sperimentazione, stiamo prendendo le misure col nuovo strumento e capendo le sue potenzialità. Le ha sfruttate persino Totti (senza offesa) che ha dato appuntamento su Fb ai suoi fan per il suo compleanno: il 27 settembre scorso, in occasione del compimento dei suoi 40 anni, ha risposto con un video in diretta alle domande dei tifosi, con una riuscita operazione di comunicazione. I vip a volte arrivano prima dei giornalisti, che si può dire si stiano ormai appropriando anche loro delle potenzialità dei video in diretta. Al punto che già si parla di streaming che cambierà la tv per l’informazione, se ci mettiamo anche le nuove funzioni di Periscope.

Da parte sua Facebook ha detto che consentirà di confezionare video non solo dai cellulari, ma anche da desktop, dai pc, consentendo così di usare telecamere professionali, e migliorare la qualità. Inoltre, starebbe incentivando alcuni editori a pubblicare i video in diretta attraverso accordi per “il rimborso delle spese di pubblicazione” dei video.
Intanto, Twitter ha lanciato Periscope Producer, anche in questo caso una funzione per usare la piattaforma come emittente per trasmettere video di alta qualità, ottenuti da software e videocamere esterne, e di condividerli attraverso un tweet. Potenzialità di cui stanno già usufruendo, tra gli altri, Sky News e Walt Disney Studios. In un’intervista a Wired il CEO di Periscope Kavyon Beykpour (rivendicando la paternità del concetto di diretta sui social per la sua piattaforma) spiega la crescita straordinaria dello streaming video, e come nei suoi obiettivi ci sia di rendere i social uno schermo aggiuntivo alla tv, collaborando con le emittenti nella diffusione dei contenuti: una modalità di lavoro che in America si sta sperimentando per il racconto di alcuni eventi sportivi.

Come la tv entra nei social, così i social entrano nella tv e ne cambiano i linguaggi, con un’operazione al contrario. I servizi in alcune trasmissioni vengono sempre più spesso arricchiti con le “riprese” di qualità più bassa fatte col telefonino dall’inviato. Ho visto un uso molto spinto di questa “tecnica”, per esempio, nella nuova trasmissione di Rai Due “Nemo, nessun escluso” in onda il mercoledì sera (anche in diretta streaming). La trasmissione, recita il sito Raiplay, “mette direttamente i protagonisti al centro del racconto senza mediazioni oppure utilizzando l’esperienza diretta che gli inviati faranno della realtà. Ogni filmato vuole essere il racconto di un viaggio, la cronaca di un’immersione”. Resta una domanda: se il risultato sia piacevole oppure no visto in tv.

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