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Nazionale Rimini

Federalberghi al TTG: con gli abusivi in crescita preoccupante evasione e sommerso

In foto: Bernabò Bocca oggi al TTG
Bernabò Bocca oggi al TTG
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
gio 13 ott 2016 13:33 ~ ultimo agg. 14 ott 11:50
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”7.781 alloggi con Airbnb. Rischi per sicurezza sociale, evasione fiscale e lavoro in nero”. Il sommerso turistico cresce senza sosta ed inquina il mercato, dichiara Alessandro Giorgetti, Presidente di Federalberghi Emilia Romagna, alla lettura del rapporto sul sommerso turistico realizzato da Federalberghi nazionale con la collaborazione tecnica di Incipit e Inside Airbnb, presentato oggi a Rimini in apertura del Sia Guest / TTG. Un problema sollevato, nella conferenza stamp adi apertura dell’evento fieristico, dallo stesso presidente nazionale di Federalberghi Bernabò Bocca.

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Ad agosto 2016, nella regione Emilia Romagna, risultavano disponibili su Airbnb 7.781 alloggi, di cui:
– 4.412 riferiti ad interi appartamenti;
– 5.842 disponibili per più di sei mesi;
– 3.916 gestiti da host che mettono in vendita più di un alloggio.

”Si tratta di dati inequivocabili, prosegue Giorgetti, che smascherano definitivamente le 4 grandi bugie della cosiddetta sharing economy:
– non è vero che si condivide l’esperienza con il titolare: la maggior parte degli annunci pubblicati su Airbnb si riferisce all’affitto di interi appartamenti, in cui non abita nessuno;
– non è vero che si tratta di attività occasionali: la maggior parte degli annunci si riferisce ad appartamenti disponibili per oltre sei mesi all’anno;
– non è vero che si tratta di forme integrative del reddito: sono attività economiche a tutti gli effetti, che molto spesso fanno capo ad inserzionisti che gestiscono più alloggi;
– non è vero che le nuove formule compensano la mancanza di offerta: gli alloggi presenti su Airbnb sono concentrati soprattutto nelle grandi città e nelle principali località turistiche, dove è maggiore la presenza di esercizi ufficiali.
Ne consegue che il consumatore è ingannato due volte: viene tradita la promessa di vivere un’esperienza autentica e vengono eluse le norme poste a tutela del cliente, dei lavoratori, della collettività, del mercato. Chiediamo dunque che vengano definite nuove regole, capaci di mettere a fuoco con chiarezza il fenomeno e contrastare gli abusi, e che l’attività di vigilanza venga esercitata con efficacia.
Il nostro impegno – conclude Giorgetti – è volto a tutelare tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza. La nostra Associazione mette a disposizione degli organi di vigilanza le liste degli annunci pubblicati sui grandi portali, affinché vengano svolti gli opportuni controlli sulle attività irregolari.

I dati nazionali e il commento del Presidente Bocca: 

“Il sommerso nel turismo prosegue indisturbato la propria corsa ed è giunto a livelli talmente di guardia da generare una minor sicurezza sociale ed il dilagare indiscriminato dell’evasione fiscale e del lavoro in nero”. È quanto afferma il Presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, commentando i risultati di un monitoraggio che la federazione ha realizzato con l’ausilio della società Incipit Consulting e che viene presentato oggi a Rimini Fiera in apertura di TTG/SIA GUEST/SUN, il più importante marketplace del turismo italiano e di riferimento per l’Europa.

“Abbiamo censito le strutture parallele che vendono camere in rete sui principali portali -aggiunge Bocca- e mettiamo questo elenco a disposizione delle amministrazioni nazionali e territoriali, nonché delle autorità investigative competenti, che desiderano fare luce sul fenomeno”. 

L’esempio eclatante è costituito dal portale Airbnb che, in una giornata di agosto 2016, poneva in vendita in Italia 222.786 strutture (erano 234 nel 2009), con una crescita esponenziale alla quale non fa seguito una significativa variazione del numero di attività ufficialmente autorizzate (le strutture extralberghiere censite dall’ISTAT erano 104.918 nel 2009, oggi sono a quota 121.984 per una differenza di oltre 100.000 unità).

Tra le città italiane maggiormente interessate dal fenomeno troviamo Roma con 23.889 alloggi, Milano con 13.200, Firenze con 6.715, Venezia con 5.166 e Napoli con 3.040. “Dall’analisi delle inserzioni presenti ad agosto 2016 sul portale Airbnb -enfatizza il Presidente degli albergatori italiani- emergono quattro grandi bugie che smascherano definitivamente la favoletta della condivisione”. Si pone inoltre con tutta evidenza un problema di evasione fiscale e di concorrenza sleale, che danneggia tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza.

Non è un problema solo italiano, ma l’Italia pur essendo un grande Paese turistico esita a prendersene cura. Gli altri Paesi invece si danno da fare: *Amsterdam, *Barcellona, *Berlino, *New York, Parigi e tanti altri si sono già mossi adeguando le proprie regole.

“Il Piano strategico del turismo -conclude Bocca- afferma a chiare lettere la necessità di definire un quadro normativo e regolamentare che contrasti efficacemente il fenomeno dell’abusivismo. Confidiamo che si passi presto dalle parole ai fatti e che un primo segnale venga già nei prossimi giorni in Parlamento con l’esame delle proposte di legge sulla sharing economy e sugli home restaurant”.

Il testo integrale del rapporto di ricerca, col focus su 33 località, è disponibile sul sito internet www.federalberghi.it

Alcune regole stabilite dai grandi competitors per contrastare l’abusivismo e la concorrenza sleale nel settore ricettivo:
– BARCELLONA: chi vuole affittare il proprio appartamento per periodi brevi deve chiedere una licenza
– AMSTERDAM: le attività non professionali possono ospitare al massimo 4 persone. In ogni caso, se l’attività si svolge per più di 60 giorni nell’anno, si determina automaticamente l’obbligo di apertura della partita Iva
– NEW YORK: i contratti di locazione di durata inferiore a 30 giorni possono essere gestiti unicamente da imprese ricettive
– BERLINO: la violazione delle regole in materia di locazioni brevi comporta una sanzione di 100.000 euro. La norma mira a tutelare i cittadini, che stentano a trovare casa in affitto a prezzi ragionevoli
– PARIGI: anche gli affitti brevi sono soggetti alla tassa di soggiorno.