Indietro
menu
Cronaca Rimini

Minori abbandonati, Rimini aveva già chiesto verifica: venti casi sospetti

In foto: repertorio
repertorio
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: < 1 minuto
gio 29 set 2016 20:51 ~ ultimo agg. 30 set 16:12
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura < 1 minuto Visualizzazioni 1.275
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

“il sistema rischia di prestarsi purtroppo a speculazioni da parte di alcune famiglie che, approfittando di queste norme, inviano il minore in Italia anche in assenza di problematicità economiche o sociali, ma semplicemente per usufruire di queste opportunità“. Così il vicesindaco di Rimini Gloria Lisi lo scorso 26 agosto (vedi notizia) portava all’attenzione i rischi che nell’accoglienza dei minori soli finissero situazioni non del tutto legittime. Situazioni che il Comune aveva chiesto alle autorità competenti di verificare: invito reiterato ieri dalla stessa Lisi in merito alla posizione di una ventina di casi.

Proprio in Emilia Romagna è scoppiato il caso. E’ di oggi la notizia delle 41 denunce da parte della Polizia di Forlì nei confronti di altrettanti albanesi, tutti maggiorenni, tutti albanesi, per favoreggiamento all’immigrazione clandestina aggravato, truffa aggravata in danno di ente pubblico e abbandono di minore aggravato. Con loro denunciati anche 25 minori per concorso in truffa.
I 25 ragazzi, secondo la ricostruzione, sono arrivati in Italia accompagnati da maggiorenni (spesso i genitori o altri parenti) per motivi turistici, poi si sono presentati ai servizi sociali dei Comuni sostenendo di essere stati abbandonati e di non avere parenti in Italia. La legge impone ai Comuni di prenderli in carico e assicurare loro il mantenimento e l’educazione fino alla maggiore età, a costo zero per la famiglia.

E il sindaco di Faenza Giovanni Malpezzi annuncia una causa civile per risarcimento danni nei confronti delle famiglie albanesi che hanno inviato minori nella sua città abusando della legge. Il sindaco ha passato gli atti alle forze dell’ordine per verificare la presenza del reato di truffa. Anche Piacenza aveva denunciato situazioni simili.

Notizie correlate