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Attualità Nazionale

Cyberbullismo, via libera alla Camera alla nuova legge. 120 i casi in regione nel 2015

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 21 set 2016 12:12 ~ ultimo agg. 22 set 09:14
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Approvata ieri in prima lettura alla Camera la nuova legge per la prevenzione e il contrasto al bullismo e al cyberbullismo, che ora torna all’esame del Senato. La discussione in Aula ha richiamato più volte gli episodi di cronaca recenti, tra cui il caso della 17enne riminese filmata dalle amiche. “Il percorso della legge è stato condiviso fin dal suo inizio – sottolinea il deputato Pd riminese Tiziano Arlotti, con un tavolo tecnico composto dalle associazioni per la tutela dei minori e delle vittime vulnerabili e dai rappresentanti dei maggiori social network. Siamo arrivati ad un testo completo che intende dare uno strumento di tutela a chi è vittima di comportamenti vessatori e di emarginazione compiuti anche attraverso l’uso distorto e violento della rete, che invece deve essere uno spazio di libertà, rispetto e conoscenza”.

In particolare, spiega Arlotti, è stato mantenuto l’impianto relativo alla prevenzione, con il rifinanziamento delle attività della Polizia Postale, ed è stata rafforzata l’efficacia di alcune norme. “Riguarderanno infatti tutte le condotte di bullismo e di cyberbullismo, e non saranno solo i minorenni, bensì tutte le vittime di cyberbullismo a poter ottenere l’oscuramento o la rimozione dei contenuti online che le feriscono. Questa legge introduce finalmente elementari regole di civiltà e trasparenza, pone in atto strumenti a tutela e protezione di chi è vittima, e mette al primo posto il ruolo determinante della prevenzione attraverso l’educazione a un uso consapevole e responsabile della rete, richiamando alle proprie responsabilità anche gli operatori che forniscono servizi di social networking”.

Nel dettaglio, il provvedimento prevede l’ammonimento del questore, sia per gli atti di bullismo che per il cyberbullismo puniti a querela. La disciplina è mutuata da quella sullo stalking, con l’obiettivo sia di evitare il ricorso alla sanzione penale, sia di rendere l’autore consapevole del disvalore del proprio atto.

Se l’ammonito è minorenne, il questore convoca con l’interessato almeno un genitore (o altro esercente la potestà). “La specifica finalità di questa misura – spiega Arlotti – è quella di far percepire ai ragazzi, soprattutto ai minori, il dovere del rispetto della legalità, la responsabilità verso la propria vita e verso quella degli altri, in un’ottica prettamente preventiva. Nella stessa ottica è prevista la confisca obbligatoria dei beni e degli strumenti informatici e telematici utilizzati per la commissione del reato”.

Per gli atti persecutori commessi con strumenti informatici o telematici (sostituzione della propria all’altrui persona e l’invio di messaggi o la divulgazione di testi o immagini, diffusione di dati sensibili, immagini o informazioni private ottenuti attraverso artifici, raggiri o minacce o comunque detenuti, realizzazione o divulgazione di documenti contenenti la registrazione di fatti di violenza o di minaccia) si prevede una pena da un anno a sei anni.

Nel 2015 in Emilia-Romagna la Polizia postale ha trattato 120 casi di cyberbullismo (23 di diffamazione online, 6 ingiurie, 53 minacce, 2 molestie, 13 furti di identità, 23 diffusione materiale pedopornografico). I minori denunciati all’autorità giudiziaria sono stati 24 (5 per diffamazione, 6 minacce, 1 molestie, 3 furto di identità, 9 diffusione materiale pedopornografico).

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