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Casa Madiba ad Amatrice per consegnare i materiali raccolti

In foto: lo spazio solidale
lo spazio solidale
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mer 28 set 2016 15:36 ~ ultimo agg. 29 set 12:21
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Ieri una delegazione di attivisti di Casa Madiba Network si è recata ad Amatrice per portare i materiali raccolti in queste settimane. Abbigliamento invernale caldo e pesante, cernito tra i tanti capi portati nell’ultimo anno al Guardaroba Solidale Madiba oltre a materiali vari (coperte, cuscini, giochi per bambini, stufetta elettrica, ecc) consegnati presso Casa Madiba da cittadini solidali.

Tutti i materiali sono stati lasciati presso il Campo Spazio Solidale di Amatrice, riferimento creato nelle ore seguenti al sisma del 24 Agosto ed autogestito da volontari ed attivisti delle Brigate di Solidarietà Attiva – Terremoto Centro Italia e dalla rete degli spazi sociali romani.

Il Campo Solidale di Amatrice è composto da due tensostrutture, di cui una particolarmente grande donata da un’azienda astigiana completamente distrutta nell’alluvione del 1994 e ricostruita grazie all’aiuto di volontari provenienti da tutta Italia, utilizzate come magazzino e spazio gioco per i bimbi l’una e spazio di aggregazione/ritrovo per i singoli cittadini e le famiglie che hanno deciso di restare ad Amatrice, l’altra.


Il resoconto di Casa Madiba:

Sono circa 700 persone le persone presenti ora ad Amatrice – 2.500 quelle che risiedevano lì prima del sisma – divise tra le 69 frazioni che compongono il Comune (diverse di queste frazioni, a volte piccoli nuclei di case, sono letteralmente scomparse dopo l’evento sismico non riconsegnando nessun sopravvissuto). Il cratere sismico – ci hanno raccontato i volontari e le attiviste – è stato suddiviso in quattro zone e ogni giorno le staffette organizzate presso lo Spazio Solidale partono per distribuire materiali, beni utili ed informazioni a chi ha deciso di restare fuori dalla propria abitazione, per la necessità di restare vicino alla propria attività – che in questo territorio molto spesso vuol dire agricoltura e allevamento – o scegliendo di non voler essere gestito dentro i campi allestiti dalla Protezione Civile.

E ad Amatrice – ora che i riflettori mainstream si sono spenti – a garantire questi servizi è rimasto solo lo Spazio Solidale. Un servizio che non si ferma alla distribuzione di materiali e abbigliamento, quantomai necessario per ripararsi da temperature che quando cala il sole raggiungono già in questi giorni di fine settembre lo zero termico, ma che si spinge oltre, nel creare legami di solidarietà, di cooperazione e scambio con la popolazione e fornire loro gli strumenti necessari per riprendere a gestire la propria quotidianità. Sono stati aperti ad esempio Sportelli di supporto ai cittadini terremotati per l’espletamento delle pratiche legali inerenti a contributi, mutui, affitti, tasse e molto altro ancora ma si sono formati anche dei gruppi di supporto legale che aiutano i cittadini a leggere e semplificare decreti, regolamenti, leggi nazionali per riuscire ad interpretarli al meglio e dare la possibilità ai/alle cittadini/e di essere protagonisti della ricostruzione del proprio borgo, forse unica possibilità come ci ha insegnato L’Aquila, per contrastare speculazioni edilizie e scelte calate dall’alto che hanno più a cuore lo spartirsi finanziamenti pubblici e fondi europei erogati dopo eventi catastrofici come questi piuttosto che il bene della comunità, del territorio e di chi con determinazione e caparbia oggi ha deciso di non volersene andare ma ricostruire la propria abitazione e a volte la propria attività commerciale lì dov’è nato e vissuto prima del 24 Agosto.

Altro obiettivo delle prossime settimane e che sta già impegnando gli attivisti è l’organizzazione di team di psicologi volontari per garantire un supporto psicologico continuativo ai sopravvissuti.

Resteremo in contatto con i/le volontari/ie e gli/le attivisti/e del Campo Spazio Solidale sempre pronti a riattivarci per rispondere nel nostro piccolo a bisogni e necessità che possono nascere nei prossimi mesi all’interno dello Spazio Solidale ma anche per sostenere e supportare un lavoro dal basso importantissimo e fondamentale, che tiene unita la comunità sviluppando protagonismo ed attivazione dei cittadini – come accaduto con la nascita dell’associazione Amatrice 2.0 – affinché sia chi i territori li vive e li abita a poter gestire la ricostruzione degli stessi.