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Arena 58. Serata in ricordo del Sic con la presentazione de "La regola di Marco"

In foto: I protagonisti della serata
I protagonisti della serata
di Simona Mulazzani   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
sab 10 set 2016 00:19 ~ ultimo agg. 00:35
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Questa era una delle canzoni preferite da Marco, c’è solo una frase che non mi va giù quando dice ‘quelli che poi muoiono presto’ perchè li purtroppo Vasco ci ha preso“. Sulle note di “Siamo solo noi” di Vasco Rossi  Guido Meda ha aperto così all’arena 58 di Misano, in una cornice di pubblico da grandi occasioni, la serata dedicata a Marco Simoncelli. Sul palco anche Paolo Beltramo e Mauro Sanchini che, insieme a Meda, hanno realizzato “La regola di Marco“, il lungometraggio che racconta le imprese del Sic.

Sul maxi schermo scorrono le interviste, le immagini delle gare, si sente la voce di Simoncelli, registrata da Beltramo per realizzarne il libro biografia,  si intrecciano con i racconti, gli aneddoti dei due giornalisti e dell’ex pilota, grande amico del Sic. “Marco – dice Meda – aveva la regola che bisogna essere sempre uguali a quello che si è, in qualunque occasione, ecco perchè possiamo dire che Marco non lo abbiamo conosciuto solo noi, ma anche tutti coloro che lo vedevano in tv perchè lui era proprio cosi. Aveva bisogno di amore per dare amore, voleva essere sempre circondato dalla sua famiglia“. “Spesso lo si vedeva nei box mano nella mano con il papà – ricorda Beltramo – tra loro c’era un rapporto inscindibile, di grande rispetto“. “Abbracciare Paolo è come abbracciare Marco“.

“La regola di Marco” parte dal suo amore per le due ruote, con le mini-moto, al tempo in cui iniziò anche la “rivalità” con Dovizioso “quella di Andrea nel film è forse una delle testimonianze più belle – dice Meda – In qualche modo sono diventati amici, in assenza di uno dei due“.

Il lungometraggio segue la cronologia degli eventi, l’incontro con Matteoni, talent scout che lo lanciò, la vittoria del campionato europeo a 16 anni, il passaggio alle 125 e quel soprannome “super Pippo” “che – ricorda sempre Meda – un giorno mi chiese se potevo cambiare in super Sic“. Poi arrivano le 250 e la vittoria del campionato, grazie alla moto ufficiale Gilera arrivata e metà stagione. “Un campionato – ricorda con malinconia il commentatore Sky – vinto in Malesia, in quel circuito che dopo qualche anno Marco se lo è portato via“. Nel film c’è anche la storia d’amore con Kate Fretti, oggi anima della Fondazione Simoncelli e l’amicizia con Valentino Rossi che racconta come Marco fu il primo a cui aprì il suo mondo di allenamento, di cui prima era molto geloso, mettendo il seme di quella che dopo sarebbe diventata l’Accademy. Vale ricorda i giri alla cava, la simpatia di Simoncelli: “sono amico di diversi piloti, ma Marco era quello con cui ero più amico“. E poi con le immagini e i ricordi, di fronte ad un pubblico partecipe, che alterna applausi, risate e commozione, si arriva a quel terribile 23 ottobre del 2011 a Sepang. Ma il film non indugia sul dolore, sulla sofferenza, mantiene quella leggerezza che era di Marco e che resta come sua più importante eredità.

A fine serata, prima che il rombo dei motori torni in arena, i musicisti Paolo Nutini e Martin Finnigan presentano la chitarra griffata “58 Sic” che andrà all’asta e il cui ricavato sosterrà la fondazione Simoncelli.