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Cronaca Nazionale

Strage Bologna 36 anni dopo. Grasso: legge su depistaggio importante, ora andare avanti

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
mar 2 ago 2016 10:57 ~ ultimo agg. 15:13
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Commemorazione a Bologna per la strage del 2 agosto 1980 dove perse la vita anche la 18 enne riminese Flavia Casadei.

Su Fb il presidente del Senato Pietro Grasso: “Ore 10.25, 2 agosto 1980, stazione di Bologna. 85 morti, più di 200 feriti. Uno squarcio nei cuori e nelle coscienze di un’intera nazione. Non solo i corpi lacerati degli innocenti che trovarono la morte; non solo chi si salvò ma ha vissuto l’incubo di quel giorno per il resto della vita; non solo i familiari delle vittime, non solo Bologna: un intero popolo pretende e merita che tutta la verità, anche quella più difficile da ricostruire, emerga dalla foschia del passato e dalle reticenze di molti. Un importante passo è stato compiuto recentemente con l’approvazione della legge che punisce il reato di depistaggio. Insieme dobbiamo avere il coraggio e l’ambizione di compiere i successivi”.

Strage di Bologna, 36 anni dopo si cerca ancora la verita’:

Virginio Merola: sindaco di bologna
“La strage di Bologna era iscritta in una strategia che mirava a destabilizzare le istituzioni e la sua matrice è stata accertata dalle conclusioni giudiziarie. Permangono ancora domande senza risposta e la memoria è anche sostegno a non dimettere gli sforzi per andare avanti e raggiungere quella piena verità, che è premessa di giustizia”. E’ quanto scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato a Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione familiari delle vittime. “Il terrorismo – che il nostro Paese ha conosciuto e sconfitto grazie alla sua unità e alla fedeltà, mai venuta meno, ai principi della democrazia e del diritto – oggi si manifesta nel mondo in forme nuove e con una ferocia non certo inferiore. Il senso di umanità che ci lega e i valori democratici che poggiano sul valore assoluto della persona ci daranno la forza per battere la follia distruttrice dei nuovi seminatori di morte”.

“Si sono fatti dei passi avanti significativi, come l’approvazione del reato di depistaggio, ma c’è ancora da raggiungere la verità, e quindi la giustizia piena, per arrivare ai mandanti della strage della stazione di Bologna“. Con queste parole il sindaco di Bologna Virginio Merola ha aperto la commemorazione, in occasione del 36mo anniversario, della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, quando una bomba uccise 85 persone e ne ferì oltre 200. “L’approvazione del reato di depistaggio – ha detto il sindaco – è un passo significativo che testimonia l’impegno delle istituzioni per la nostra città. Bisogna trasformare il dolore di 36 anni fa in consapevolezza, dare un senso a questo dolore, cosa di cui abbiamo bisogno anche rispetto a quello che sta succedendo nel mondo”.

C’è un nuovo libro “che ripercorre la pista Palestinese. E’ sciacallaggio. Questi personaggi non si accontentano di mettere avanti altre piste, ma con sciacallaggio prendono in mezzo varie vittime che sono state uccise all’interno di questa strage. E’ un fatto deleterio, da condannare”. Lo ha detto Paolo Bolognesi, deputato e presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna, durante la 36ma commemorazione della strage nell’aula del Consiglio comunale. Il libro a cui si riferisce il deputato è ‘I segreti di Bologna’, di Valerio Cutonilli e del giudice Rosario Priore (edizione Chiarelettere). Bolognesi ha criticato la casa editrice “che ha permesso di scrivere questo libro”. “Per vendere qualche libro in più… è una scelta squallida e noi come familiari delle vittime la condanniamo in toto”, ha spiegato. Il presidente dell’associazione ha poi apprezzato l’introduzione “per la prima volta in Italia del reato di depistaggio, uno strumento in più per perseguire queste situazioni che nascondono la verità ai cittadini. E’ un fatto importante e qui il Governo si è impegnato e ha mantenuto la parola. Ci sono voluti 23 anni, ma ce l’abbiamo fatta”.

“La vostra sete di verità, che è anche la nostra, è essenziale per la vita democratica”. Lo ha detto Claudio De Vincenti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri che, in rappresentanza del governo, si è rivolto così ai familiari delle vittime della strage del 2 agosto, nell’incontro che si è svolto in Comune. “Questa cerimonia – ha detto – ha la forza della democrazia, la forza della memoria, vogliamo che ciò che è accaduto diventi elemento portante della nostra consapevolezza democratica e di ciò che dobbiamo fare perché non si ripetano. L’Italia fu percorsa da un orrore e bisogna fare in modo che questo non si ripeta”. “Passi avanti sono stati fatti – ha detto – altri ne dovremo fare, ma averli fatti ci dice che farli è possibile ed è il segnale più forte che la nostra è una democrazia viva con le istituzioni al fianco dei cittadini”. Fra i passi avanti fatti, De Vincenti ha ricordato l’approvazione del reato di depistaggio: “una legge fondamentale – ha detto – che segna uno spartiacque e ci consentirà di fare passi ulteriori nella ricerca della verità e della responsabilità e della ricostruzione storica”.

Anche la comunità islamica di Bologna ha partecipato al corteo per la memoria del 36/o anniversario della strage alla stazione. Un gruppo di esponenti della comunità ha sfilato con uno striscione con la scritta ‘Contro tutti i terrorismi’. “Vogliamo partecipare per dire che il terrorismo non può trovare giustificazione, è un comportamento umano irrazionale”. Così Yassine Lafram, presidente della comunità islamica di Bologna, che partecipa al corteo per la commemorazione della strage di Bologna insieme ad altri musulmani. “Sentivamo il bisogno di esserci, per ribadire la nostra condanna a ogni forma di terrorismo”, ha aggiunto.