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Rimini Calcio. L'ultimo appello di De Meis: "Se qualcuno ama Rimini, ama il Rimini, venga ad aiutarci!"

In foto: Fabrizio De Meis
Fabrizio De Meis
di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
mer 13 lug 2016 11:22 ~ ultimo agg. 15 lug 02:29
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Il presidente della Rimini Calcio, Fabrizio De Meis, questa notte ha pubblicato un lungo post sul suo profilo Facebook, nel quale lancia un ultimo, disperato appello a chi può aiutare il Rimini a iscriversi al prossimo campionato di LegaPro.

“Il dolore è lacerante – attacca De Meis, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto è sempre più forte, un dolore che non so spiegare so solo che sento male, nel cuore, nella testa, allo stomaco, nelle gambe, certi momenti il dolore è talmente forte che mi stordisce, mi fa perdere la lucidità, non smette mai, è sempre li accanto e dentro di me.

Il tempo invece passa, inesorabile, io farei di tutto per fermarlo, per avere ancora tempo, ma purtroppo è impossibile, manca poco, pochissimo e non ci sarà più niente da fare per salvare il Rimini.

Per me è un dramma, ho fallito, sto fallendo, mesi ed anni di amore, passione, energia, soldi, sogni, tutto quanto messo nella Rimini Calcio andrà in fumo, sono in un vicolo cieco, solo, senza nessuna via d’uscita.

È notte, stasera come ieri non ho neanche la forza di andare al lavoro, domani mattina presto si parte per Milano, un altro incontro, non faccio altro da settimane, so che non servirà, non può da solo essere risolutivo, ma ci provo, l’ho promesso a me stesso, l’ho promesso ai tifosi, ci proverò fino all’ultimo, fino alla fine e poi affonderò con tutta la barca, ma per la prima volta capisco che le possibilità sono quasi inesistenti, proprio adesso che eravamo così vicini dopo aver risolto quasi tutti i problemi che parevano insormontabili, la fideussione, l’accordo con Equitalia per spalmare i vecchi debiti in 10 anni, la tassa d’iscrizione, dopo aver trovato un accordo con i calciatori, essere riusciti ad abbassare il parametro della Co.vi.soc, risolto quasi tutti i problemi ma non tutti, purtroppo mancano soldi 300.000/350.000 dipende dalle ultime risposte, ma in tre giorni non vedo come riuscirci, ho girato tutta Italia trovando delle adesioni, ho girato tutta Rimini e non sono riuscito a raccogliere un euro, mentre pensi che tutto questo è impossibile, capisci che è l’amara verità, forse si è deciso che il Rimini non si deve salvare, o forse il problema sono io romano de Roma che non piace, inadeguato per questa città, forse il mio carattere, o forse perché sono un tifoso malato, ma purtroppo è così non ci posso fare niente.

Ho lottato con tutta la mia forza da metà Luglio dello scorso anno, quando quel dramma ha travolto la mia vita, ci siamo difesi da tre istanze fallimentari, una addirittura fatta da un gentiluomo vecchio socio del Rimini che quei debiti aveva contribuiti a farli, da una ditta di trasporti che ha preso i soldi dal Rimini per cinque anni, pagati centinaia di migliaia di debiti usciti fuori due anni dopo dalla vecchia gestione, e per pagare il vecchio non ho pagato tanta, troppa gente della mia gestione, persone speciali che non lo meritano, un anno di prigionia dalla Lukaap, difesi da un avvocato riminese che da avvocato della Rimini Calcio ci ha fatto firmare quel contratto capestro, per poi mettersi al tavolo con Lukaap diventando il loro avvocato il loro stratega su Rimini, e poi i miei errori, quanti errori, scorrono tutti davanti ai miei occhi, pensando se non avessi fatto questo, se avessi fatto quest’altro, nonostante tutto abbiamo resistito, non siamo falliti come qualcuno voleva, ci siamo salvati sul campo, il 29 giugno abbiamo vinto con la Lukaap e ci hanno liberato dalla gogna del sequestro delle quote con una sentenza inequivocabile dopo 361 giorni di prigionia, dopo la farsa dei fascicoli spariti, quote liberate tardi, troppo tardi per trovare una soluzione, del resto l’obiettivo della Lukaap era dichiarato come la sua registrazione, il Rimini deve fallire.

Tutti quelli che da mesi ci fanno la guerra possono preparare le bottiglie di champagne per festeggiare, aspettavate il cadavere passare, aspettate che manca poco, mentre portavate in trionfo i vari Longo, Lukaap, Pasini, ecc.. tutti lì pronti a conferenze stampa, tre interviste al giorno ma purtroppo solo parole, parole, parole, con un … che si è pure permesso di dire ho iscritto il Rimini con tanto di fideiussione e assegni per l’iscrizione e via una parte dei tifosi a festeggiare la salvezza, salvo poi chiamarmi il giorno dopo e chiedermi se gli prestavo 35.000 per fare l’iscrizione che poi me li avrebbe ridati.

Ai tifosi non so che dire, non ho parole per loro, non posso scusarmi, non basta, ho fallito, non sono riuscito, tutto il resto non conta.

Io sono esausto, sono distrutto da questo ultimo anno, che mi ha devastato, sono solo, gli “amici” sono andati via da un pezzo, i soccorsi non sono mai arrivati e mai arriveranno, sono rimasti pochi, eroi che non hanno arretrato di un centimetro, Francesco Pancari, un uomo eccezionale, in ogni suo sguardo, in ogni sua parola, la saggezza di un uomo con un cuore grande così, un cuore biancorosso, a Pastore che ha tenuto la rotta nel mare in tempesta e guidato la società con una salvezza capolavoro insieme ad un mister ma soprattutto una persona meravigliosa come Mister Acori, a Palmas, bistrattato da tanti per essere un mio uomo e dunque anche lui responsabile delle mie mancanze, mentre qualcuno si è dimenticato che lui è un dipendente e che è stato il primo a togliersi il pane dalla bocca per gli altri ed a difendere la causa Rimini come non avrebbe fatto nessuno, a Marco Ravelli, uomo serio silenzioso e lavoratore impagabile, ai professionisti che mi hanno aiutato in queste battaglie senza sosta.

Mentre scrivo, accanto a me c’è la maglia biancorossa a scacchi, la guardo e mi rendo conto quanto la amo, quanto amo il Rimini, un amore a prima vista, cresciuto nei campi di periferia nell’anno della serie D suggellato dagli insulti dei tifosi del Cesena quando nel loro stadio festeggiavamo la quasi promozione, quanto vorrei che avvenisse un miracolo e qualcuno all’ultimo momento venisse ad aiutarci, che portasse via questo dolore struggente, e lasciasse spazio ad un Forza Rimini.

Se qualcuno ama Rimini, ama il Rimini, venga ad aiutarci per completare l’iscrizione magari basterebbero 30 imprenditori che mettessero 10.000 € per uno o qualcosa in più, e se sono io il problema sono pronto ad andare via domani stesso.

Sto male – conclude De Meis -, troppo male, ma più di quello che sto facendo non posso fare, mancano poche ore lo so è impossibile ma io ci provo fino alla fine“.