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Play out: Rimini-L'Aquila, "Un Baio di voti" e "Un Baio di consigli"

In foto: Acori portato in trionfo (foto Gilberto Poggi)
Acori portato in trionfo (foto Gilberto Poggi)
di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
lun 30 mag 2016 08:09 ~ ultimo agg. 20:23
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PLAY OUT: RIMINI-L’AQUILA, “UN BAIO DI VOTI”

IL MIGLIORE IN ASSOLUTO: ACORI

Infinita gratitudine. Queste due sole parole potrebbero bastare per descrivere ciò che ogni tifoso biancorosso ha provato, prova e proverà sempre per il “nostro” Mister.
Io penso veramente, e non ho mai perso occasione per dichiararlo, che Leo fosse l’unico allenatore in grado di compiere quello che è stato il vero e proprio miracolo di portare alla salvezza questa squadra in questa situazione.
Già solo il suo arrivo aveva compattato l’ambiente, rasserenando in un sol colpo lo spogliatoio e la tifoseria. Il resto l’ha fatto lui, giorno dopo giorno con la tenacia e la serenità che noi di Rimini gli abbiamo sempre riconosciuto, ma questa volta ancora di più.
Una persona eccezionale, sempre positiva e propositiva e soprattutto, in un mondo del calcio ormai preda di mercenari e figuranti, uno di noi! Ascoltarlo parlare e dare la carica durante questi mesi, in cui tutto pareva e poteva crollare da un momento all’altro, è stata forse l’unica fonte di fiducia nel fatto che in qualche modo ce l’avremmo fatta. Per sempre grazie, Grande Leo. E se la società si sistema… ti leghiamo alla panchina!

IL MIGLIORE IN CAMPO: ESPOSITO

Nel momento della verità, del dentro o fuori, del vivere o morire, la migliore prestazione dell’anno da parte di tutti i ragazzi. Giocata di squadra ed innanzitutto con la testa giusta. È vero, Mancino e Polidori hanno segnato e dato l’anima come tutti gli altri, ma Gianluca Esposito per me è stato strabiliante, per padronanza, per come ha orchestrato il gioco sempre a testa alta, senza sbagliare un pallone e facendo sempre la cosa più giusta, fosse un lancio, un dribbling o un passaggio di tre metri. Una differenza siderale dal comprimario lento ed impacciato visto nel girone di andata. Sicuramente uno di quelli che più si è giovato dell’arrivo di mister Acori, che subito gli ha accordato la sua fiducia e non ha mai smesso di farlo, permettendogli di crescere partita dopo partita.
Un giocatore giovane, importante e di sicuro prospetto, come tanti in questo Rimini. Un patrimonio da non disperdere, come quello di questa gloriosa società e dei suoi tifosi che mai come questa volta possono essere fieri e vogliono continuare ad esserlo.

“UN BAIO DI CONSIGLI A…”

GLI ASSENTI

Nella splendida cornice del Neri prima trepidante e poi esploso nella festa salvezza, alcune assenze hanno fatto molto rumore. Il presidente De Meis in primis, che aveva il dovere di metterci almeno la faccia nell’atto conclusivo di una stagione dove poco di altro ha potuto mettere al servizio della sua società. Sappiamo che soffre molto le partite e questa sicuramente poteva rappresentare un serio attentato alle sue coronarie, ma credo anche che nel momento della verità la cosa migliore che avrebbe potuto e dovuto fare fosse quella di stare vicino alla squadra, di stare al suo posto.

I TIFOSI

Una presenza costante al fianco della squadra. La voglia di non mollare, di non arrendersi ad un destino che pare ineluttabile, facendo ricorso a tutte risorse a disposizione, anche quelle economiche di una colletta commovente e quantomai provvidenziale. Poi una coreografia incisiva e toccante, cori per tutti i 90 minuti, la vittoria, la fine di un incubo almeno sul campo e poi la corsa su quel campo, gioiosa e liberatoria. Sarebbe bastato questo a raccontare di quanto sia speciale la gente biancorossa e di quante cose belle generi l’amore per la maglia a scacchi biancorossi. Ma ieri tutti hanno potuto vedere e capire che c’è ancora di più. I tifosi aquilani nella loro curva sono affranti ma rimangono lì ad applaudire. Ecco allora che tutti i tifosi riminesi si portano sotto la loro curva ad applaudire loro e la loro sportività, suggellando un ideale gemellaggio nel momento più impensabile che aveva decretato la gioia degli uni e la delusione degli altri. Una differenza di stati d’animo che non ha potuto impedire che i cori si unissero a rivendicare la stessa identica passione.

Baio