Indietro
menu
Attualità Cattolica

Caso Morosini: quanto accaduto non sia un pretesto

In foto: Piergiorgio Morosini
Piergiorgio Morosini
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: < 1 minuto
mer 11 mag 2016 14:31
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura < 1 minuto
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Dopo le dichiarazioni anti-Renzi, poi smentite, del magistrato cattolichino Piergiorgio Morosini (vedi notizia) apparse sul “Foglio” c’è stato un faccia a faccia tra il ministro della Giustizia Andrea Orlando e il vice presidente del Csm Giovanni Legnini. Morosini che oggi interverrà al plenum del Csm ha detto che non vorrebbe che il suo caso fosse preso a pretesto per limitare i diritti delle toghe.

Dopo l’incontro Legnini ha dichiarato che quello di Morosini “non era un caso da risolvere perché non c’era da metterci sopra una pietra è una vicenda chiarita. Ieri ho avuto un confronto con Morosini e mi ha detto che non si riconosce nelle affermazioni attribuitegli nell’intervista e ha preso le distanze”.

Da Legnini – ha detto Orlando – è arrivato un impegno perché ci sia vigilanza sul fatto che i pareri del Csm siano strettamente legati alla funzione istituzionale. Legnini mi ha precisato la presa di distanza di Morosini rispetto alle affermazioni a lui attribuite, ma da questa vicenda emergono dei passaggi che indicano la necessità di condotte che mettano gli organi istituzionali al riparo da polemiche“.

Morosini ha dichiarato “Una cosa che non potrei perdonarmi è se da questo episodio incredibile, derivasse l’occasione per discutere di limitazioni dei diritti personali non solo dei consiglieri superiori ma di tutti i magistrati italiani“. “Confrontiamoci con le leali armi della dialettica e delle idee, e se del caso dividiamoci – ha detto Morosini ai colleghi – rispettando l’importanza del confronto“. “Non accetto operazioni giornalistiche che stravolgono e sviliscono la nostra dignità istituzionale, le nostre biografie e le nostre fisiologiche differenze“. Ha poi assicurato che continuerà a svolgere il suo ruolo “esercitando fino in fondo su ogni tema le prerogative di pensiero, contributo ed elaborazione” che competono a ogni consigliere del Csm.

(fonte Ansa)