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Attualità Regione

Regione: su fiere non imporremo modelli organizzativi. 5 milioni per Bologna

In foto: la fiera di Bologna
la fiera di Bologna
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mer 20 apr 2016 19:01 ~ ultimo agg. 19:11
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L’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi i ha illustrato il testo della proposta di legge davanti alle commissioni congiunte Bilancio e Politiche economiche. Il progetto si propone di modificare la Legge Regionale 15/2008 sulla “Partecipazione della Regione Emilia-Romagna alle società fieristiche regionali”.  Su proposta della presidente Luciana Serri, la commissione Politiche economiche convocherà al più presto un’audizione con i presidenti degli enti fieristici di Bologna, Parma e Rimini.

Per realizzare il pieno concorso regionale alla partecipazione al capitale sociale delle società fieristiche – ha spiegato l’assessore – la Regione ha finora provveduto ad acquisire quote di partecipazione al capitale sociale pari al 7,83%. Ora la Giunta intende accelerare il processo di aggregazione delle società fieristiche, anche attraverso lo sviluppo di un comune piano strategico-industriale, in grado di integrare e coordinare le singole infrastrutture, ottenere economie di scala, promuovere iniziative comuni. Inoltre, la società BolognaFiere prevede un intervento di riqualificazione del quartiere fieristico bolognese, e si appresta a finanziarlo anche attraverso l’aumento di capitale sociale: la Regione intende aderirvi per un importo massimo di 5 milioni di euro. Di qui la necessità di adeguare l’importo previsto dalla Legge Regionale 15/2008, elevandolo da 12 a 17 milioni di euro.

La Costi ha affermato che la Regione non intende imporre alcun modello organizzativo e agisce per rafforzare il sistema fieristico nel suo complesso; già oggi, considerando l’insieme di Bologna, Parma e Rimini, quello emiliano-romagnolo risulta il secondo sistema in Italia, nei primi dieci in Europa, nei primi venticinque nel mondo.

Disaccordo e forte preoccupazione sono stati espressi per il gruppo Lega nord da Massimiliano Pompignoli e Fabio Rainieri. Secondo i due consiglieri, la proposta della Giunta non chiarisce le vere intenzioni della Regione sul sistema fieristico regionale, e procede a un immediato aumento di capitale che fa temere un’ottica “bolognacentrica”, e forse serve a coprire qualche buco di bilancio. Non si capisce quale sarà la sorte di società partecipate dalla Regione, come quelle di Piacenza, Parma e Rimini. In particolare, è lecito temere un ridimensionamento di Parma, già colpita dai mancati impegni sull’aeroporto, e prima di procedere all’esame di questa proposta di riforma, appare indispensabile conoscere i business plan di questi enti.

Per Silvia Piccinini (M5stelle), è negativo che si sviluppi un dibattito fatto di congetture, in mancanza di un piano industriale, di un’idea complessiva della Regione sul futuro del nostro sistema fieristico. La lettura dell’atto della Giunta lascia molte incertezze anche sull’effettiva destinazione dei cinque milioni di euro che dovrebbero aggiungersi al capitale sociale di BolognaFiere, l’unica certezza è che intanto questi fondi vengono tolti dal capitolo dedicato alla piccola e media impresa.

Servono enti fieristici forti, in grado di acquisire clienti in una competizione accanita, che non va fatta verso Milano ma verso l’Europa, ha detto Tommaso Foti (Fratelli d’Italia-An). Ma in questi ultimi quindici anni, la Regione è stata ondivaga e contraddittoria: prima ha favorito la nascita di nuovi enti fieristici, poi ha dato la sensazione che ce ne siano alcuni considerati ormai inutili. Ora, il comma G dell’articolo 1 del testo della Giunta parla di “promuovere il processo di aggregazione ed espansione delle società fieristiche attraverso il sostegno di apposite azioni finalizzate allo sviluppo strategico delle filiere produttive regionali”, ma non scioglie nessuno dei dubbi sull’effettiva direzione di marcia.

A sostegno della proposta della Giunta, rivendicando un ruolo attivo della commissione assembleare, sono intervenuti Gianni Bessi e Alessandro Cardinali, del gruppo del Partito democratico. Per i due consiglieri Pd, questa riforma è pienamente coerente con il programma di mandato del Presidente Bonaccini e il confronto politico in commissione potrà contribuire a rafforzare l’iniziativa della Regione per favorire la cooperazione fra i diversi soggetti e l’integrazione delle loro strategie commerciali e organizzative, valorizzando le specializzazioni delle diverse società fieristiche.