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Intestazioni fittizie, sequestrato il Caffé delle Rose. Quattro denunce

ICaffè delle Rose, la Cassazione sancisce il dissequestro

la GdF al Caffé delle rose (Adriapress)

Il Caffè delle Rose da questa mattina è sotto sequestro. Allo storico locale di Marina Centro di Rimini, che fu frequentato anche da Federico Fellini e Giulietta Masina, sono stati messi i sigilli nell’ambito dell’operazione del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Rimini, denominata ‘Coffee break’. Sequestrati anche i locali “Piglia la Puglia” in centro a Bologna e lo stabilimento “le Caique” a Pineto (Teramo). Quote e licenze facevano capo alle due società sulle quali si si è concentrata l’attenzione delle Fiamme Gialle. L’accusa è concorso in attestazione fittizia dei beni. Quattro i denunciati, tutti pugliesi tranne una cittadina kazaka: si tratta del reale intestatario delle quote, un 39enne, e dei tre prestanome, suoi dipendenti. All’epoca dell’acquisizione era già indagato per reati fiscali a Pescara (per i quali è stato poi condannato in primo grado). Per evitare che con gli sviluppi di quella inchiesta potessero essere aggrediti i suoi beni, sulla base delle normative vigenti, li avrebbe quindi intestati ad altri.
Sequestrate nei confronti di due società quote e patrimoni e licenze per un valore complessivo di 2,3 milioni. I beni saranno affidati a un amministratore giudiziario per mantenere la continuità aziendale. I locali dovrebbero riaprire nel giro di pochi giorni con una nuova gestione.

Un aspetto curioso dell’inchiesta è che nel 2013 il reale gestore tenne una conferenza stampa con un’intervista video in cui annunciava che avrebbe acquisito il Caffé delle Rose. Ma nei fatti non sarebbe poi risultato: bastava guardare, come ha fatto la Guardia di Finanza, la partita iva su uno scontrino.

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