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Rimini Sanità

Bimbi prematuri insieme alle famiglie. Nove alberghi a sostegno della Terapia intensiva neonatale

In foto: un piccolo paziente della TIN di Rimini
un piccolo paziente della TIN di Rimini
di Lucia Renati   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
mar 12 apr 2016 16:14 ~ ultimo agg. 13 apr 20:11
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Questa mattina, al reparto di Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale Infermi è stata presentata la convenzione tra l’associazione “La Prima Coccola” Onlus e l’Associazone Albergatori di Rimini, per facilitare la vicinanza dei famigliari ai neonati prematuri ricoverati che vengono da fuori provincia e regione. Nove le strutture che hanno aderito.

Più la nuova vita è fragile, più ha bisogno dell’aiuto di tutti. Nell’ultimo anno, la Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale di Rimini, ha prestato assistenza a più di 800 neonati di cui 65 di peso inferiore al chilo e mezzo. circa la metà delle famiglie che scelgono la TIN di Rimini per l’assistenza ai propri piccoli prematuri, proviene da fuori provincia o fuori regione. Nel 2015, 38 famiglie, di cui 29 da fuori regione, sono rimaste lontane dalle proprie case e dai propri cari, per 2-3 mesi, per potere rimanere accanto al piccolo ricoverato. Negli ultimi anni infatti è resa sempre più evidente, dal punto di vista scientifico, la correlazione tra un regolare sviluppo neurologico e psicologico dei bambini ricoverati in TIN e lo stato emotivo dei genitori oltre che la relazione che essi stabiliscono con il bambino stesso. Per la mamma è già organizzata un’ospitalità in ospedale, ma anche gli altri membri della famiglia sono importanti.

terapia intensiava neonatale.Immagine001Grazie alla convenzione tra L’associazione di genitori “La prima coccola” e l’Associazione Albergatori (AIA) di Rimini, le famiglie dei piccoli degenti possono stare vicine ed alloggiare in albergo. Nove i titolari di strutture che hanno aderito, due residence e sette hotel, tutti nel giro di poche centinaia di metri dall’ospedale. Sono stati individuati hotel che avessero la possibilità di offrire servizi dedicati: trasporto da e per l’ospedale (biciclette, navetta), colazione anticipata o cena in camera in tarda serata per dare la possibilità ai genitori di seguire i ritmi del bambino.

 

“Questa caratteristica era importante – come sottolineato da Antonio Guarini, direttore di AIA – per andare incontro alle famiglie. L’attenzione a questi elementi è stata studiata insieme all’associazione. Ringrazio le strutture aderenti per la propria sensibilità. La nostra è l’associazione alberghiera più grande d’Italia e speriamo, su questo aspetto di rappresentare anche un esempio per altri territori”.

La dottoressa Gina Ancora, primario della Terapia intensiva neonatale, ha evidenziato che “la deprivazione della vicinanza dei famigliari per un bimbo prematuro provoca un grande stress che si può correlare a maggiori difficoltà in fase di studio, e che poi si ripercuote sull’intera famiglia. Questo progetto aiuta dunque a fare prevenzione ed ha un forte spirito sociale. Siamo convinti che avrà ripercussioni positive significative sul benessere dei bimbi”. Anche perché “una forte vicinanza delle mamme ai bimbi aiuta ad incentivare l’allattamento al seno, e nel giro di pochi anni la percentuale dei neonati di meno di un
chilo e mezzo dimessi con allattamento esclusivamente al seno è raddoppiata passando dal 35 al 70 per cento, una percentuale davvero importante”.
Parole alle quali hanno fatto eco quelle di Valentina Rossi, presidente de “La Prima Coccola”, nonché mamma prematura: “Non vi è dubbio che i bimbi prematuri hanno bisogno dei propri genitori, e di entrambi i genitori, vicini. Ma anche i genitori hanno bisogno di stare vicino ai propri figli. Io l’ho sperimentato, e nonostante siano passati quattro anni sento ancora il reparto come un pezzo della mia famiglia. Qui siamo stati aiutati in tutto. Noi siamo di questo territorio, e quando vedevamo che alcuni papà non si fermavano qui, magari solo per un problema di costi, ci dispiaceva. Così è nata questa idea. Un’idea per dare speranza”.

Approfondimento Tin
I neonati in Tin possono contare su un rapporto ottimale paziente/infermiere (1 infermiere ogni 2 neonati critici, secondo quanto riportato dagli standard regionali). E’ disponibile la strumentazione all’avanguardia per il trattamento di patologie rare tra cui l’ipertensione polmonare che richiede terapia con ossido di azoto o la encefalopatia ipossico-ischemica che richiede trattamento con ipotermia cerebrale. E’ disponibile una termoculla compatibile con l’apparecchiatura di risonanza magnetica e che è in grado quindi di eseguire la risonanza magnetica cerebrale anche a neonati in fase critica assistiti da un respiratore meccanico. L’Unità Operativa riminese è una delle poche ad avere un medico e un’infermiera certificati NIDCAP: una forma di assistenza al neonato ed ai suoi genitori che individualizza le cure in base all’ascolto e alla rilevazione di bisogni del paziente e della sua famiglia. E’ stato dimostrato in letteratura che questo approccio è in grado di incidere positivamente sullo sviluppo a distanza del neonato anche molto pretermine. Dal punto di vista della umanizzazione delle cure, la Tin di Rimini è uno dei pochi reparti aperto alle famiglie 24 ore su 24, avvalendosi della collaborazione di una psicologa che può seguirle dalla degenza in Ostetricia a quella in Tin.
L’associazione di volontariato Onlus “La Prima Coccola” presta sostegno e collaborazione all’unità operativa di Terapia Intensiva Neonatale (TIN) dell’Ospedale “Infermi” di Rimini diretta dalla dottoressa Gina Ancora. l’associazione infatti è composta da genitori di bimbi che sono stati ricoverati e curati in TIN, e sono quindi le persone che, meglio di altre, possono interpretarne le esigenze e le speranze.Basti pensare alle sole donazioni che “La Prima Coccola” ha effettuato, nel corso del 2015, alla TIN. Per quanto riguarda le apparecchiature vanno annoverati due bilirubimetri (apparecchiature in grado di monitorare in maniera non invasiva alcuni parametri del neonato legati alla presenza di possibili malattie); una telecamera per monitorare bambini prematuri all’interno delle incubatrici; due aerosol, ciucci specifici per prematuri; materiale vario per allattamento e scalda biberon. Alle attrezzature si aggiungono due importanti iniziative per lo sviluppo tecnico-scientifico del reparto, a partire dall’ausilio all’accreditamento professionale della Unità Operativa attraverso certificazione NIDCAP. Sempre “La Prima Coccola” copre inoltre, la retribuzione della dottoressa Elisa Facondini, psicologa del reparto: una figura indispensabile per il sostegno psicologico alle famiglie e per il monitoraggio dello sviluppo neurocognitivo dei piccoli pazienti durante i follow up successivi alla dimissione. Ora si aggiunge anche la convenzione con Aia Rimini.