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Attualità Provincia

Polizia Postale a rischio, Questura sottodimensionata. Oppi (Silp): politica colpevole

di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 30 mar 2016 12:35 ~ ultimo agg. 31 mar 11:19
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Ancora date non ce ne sono, ma le voci sulla chiusura delle sezioni provinciali della Polizia Postale decisa dal Governo nell’ambito della spending review sono sempre più pressanti. Secondo quanto emerso resterebbero attive solo le realtà presenti nelle città sede di Corte d’Appello. Per la Polizia Postale di Rimini, guidata dal comandante Vincenzo Papagni, non ci sarebbe quindi futuro. E dire che, evidenzia Alberto Oppi del Silp alla trasmissione di Radio Icaro e Icaro Tv Giustizia Bene Comune (in collaborazione con Federconsumatori) la sezione riminese è a costo zero per i cittadini visto che i locali vicini all’Arco d’Augusto e le utenze sono in carico alle Poste. Taglio difficile da comprendere anche perché decisamente anacronistico: da un lato aumentano i reati telematici e dall’altro si smantella a livello locale il corpo deputato a prevenirli e reprimerli. Per quanto riguarda la sezione riminese, solo negli ultimi due anni di parla di un migliaio di denunce ricevute e decine di arresti.

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Se la spending review si concretizzasse molti reati “virtuali” considerati minori rischierebbero di restare impuniti visto che, spiega Oppi, Bologna continuerà ad occuparsi di reati a livello più alto. Ed è difficile pensare, prosegue il sindacalista, che il personale della postale possa essere dislocato nelle Questure. Non solo per problemi di spazio ma anche perché le varie attività di aggiornamento, gli hardware e i software sarebbero troppo costosi e quindi difficili da garantire.

In attesa delle decisioni sul futuro, anche il presente della sezione riminese è complicato. “La polizia postale è già attualmente in penuria di organico – spiega Oppi – a breve partiranno degli agenti che hanno vinto concorsi e non è prevista una loro sostituzione. Tutto questo accade perché si spinge per una chiusura.”

Non se la passa meglio, ampliando il discorso, la Questura di Rimini. “E’ sottodimensionata almeno di 60 unità – dice il sindacalista del Silp – e non si può pretendere di recuperare uomini indebolendo le varie specialità e facendo confluire il personale in Questura. A parte che i numeri non ci saranno mai, non è questo il metodo: lo Stato deve capire che servono assunzioni, perché è lui che si deve prendere carico di difendere il cittadino.”

E con l’estate imminente, si torna a parlare anche dei rinforzi estivi per la Riviera. “Da qualche anno sono una barzelletta – dice Oppi – i posti estivi di Bellaria e Riccione una volta erano presidi “h24″ e avevano un paio di pattuglie per turno mentre ora sono aperti per la ricezione delle denunce dalle 8 alle 20 mentre le pattuglie a copertura dei territori partono dalla Questura di Rimini.”

E anche i mezzi a disposizione non sono tanti: appena due volanti per turno.

In queste difficoltà Oppi vede anche delle mancanze da parte della politica: la politica locale è colpevole a Rimini perché si può fare di più, si possono battere i pugni sui tavoli a Roma e si può cercare di far arrivare uomini e mezzi. La politica deve entrare in gioco e farlo come non lo ha fatto finora.”

. La puntata integrale di Giustizia Bene Comune