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Ambiente Montefeltro

Parco eolico a Poggio Tre Vescovi: Italia Nostra e i perché del no

In foto: un rendering del parco eolico
un rendering del parco eolico
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
dom 20 mar 2016 08:07 ~ ultimo agg. 08:09
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Nel dibattito sul progetto del parco eolico a Poggio Tre vescovi interviene Italia Nostra della Valmarecchia. L’associazione parla di operazione legittima che però, mettendo sul piatto i pro e i contro ambientali, risulta dannosa per la sostenibilità della vallata.


 

La proposta dell’impianto eolico di Poggio Tre Vescovi è un’operazione imprenditoriale – legittima e consentita – di una società privata, la Geo Italia, che ha
investito dei soldi nella progettazione. Siamo certi delle buone intenzioni del proponente, ma non esiste alcun obbligo di legge che impone di realizzare un
impianto eolico di tipo industriale nell’area in questione.
Siamo contrari a questo impianto che comprende 27 pale eoliche alte complessivamente 180 metri. Un progetto caratterizzato da gigantismo, impattante e
sovradimensionato per le reali esigenze dei tre comuni interessati. Casteldelci, Badia Tedalda, Verghereto semplicemente perchè possiedono dei crinali potenzialmente ventosi, non sono obbligati a farsi carico dei problemi energivori di altre parti del Paese. Diventerebbe un controsenso cancellare brani di ambiente integro per soddisfare la richiesta di energia elettrica di aree fortemente antropizzate e urbanizzate come la Riviera adriatica o la Pianura padana. Le aree di montagna, per rendersi energeticamente autonome e ricavare direttamente degli utili dalla produzione di elettricità possono sviluppare altre modalità a impatto zero.

Il proponente sostiene che a fronte di un investimento di oltre 200 milioni di euro, si potrà dare energia elettrica a più di 40 mila Italiani. Italia Nostra Valmarecchia che sostiene le rinnovabili di comunità, è pronta a dimostrare che con tale cifra si possono soddisfare le reali esigenze elettriche domestiche di circa 90 mila cittadini, senza effettuare alcun guasto ambientale, senza bisogno di produrre decine di km di cavidotto, senza movimentare mezzi industriali pesanti (circa 6000 viaggi di camion su viabilità ordinaria solo per spostare i materiali di scavo in esubero), senza creare impatti paesaggistici, abbattendo realmente e non virtualmente la CO2, rendendo la Valmarecchia virtuosa, facendo lavorare per diversi anni tante aziende locali.
Chi conosce la zona di Poggio Tre Vescovi sa che si tratta di un territorio dal forte valore ambientale. Allo stato attuale, non esistono strade attrezzate, ma in gran parte sentieri. Il progetto prevede la realizzazione di circa 14 km di viabilità utile al cantiere e al successivo controllo dell’impianto. L’area è integra con pascoli, zone boscate e umide, presenza di fauna e avifauna anche tutelata. E’ attestata la presenza dell’aquila reale in volo dal Fumaiolo e del lupo. Il progetto andrebbe ad interferire su diversi ettari di terreno, attraverso la realizzazione di un impianto industriale con scavi profondi, gettate di calcestruzzo, trasporto di materiale di cantiere, utilizzo di mezzi pesanti e veicoli straordinari per circa due anni. Di fronte a questi interventi
non reputiamo soddisfacenti le proposte di mitigazione della Geo Italia.
Semplicemente pensiamo che l’ambiente non si salva…compromettendo l’ambiente. Questi enormi interventi ricordano le politiche sviluppiste, quantitative e affrettate degli anni 50/60 che hanno certamente alzato il PIL del Paese, sacrificando però spesso e volentieri ampie porzioni di territorio e paesaggio. Vogliamo ricordare Antonio Cederna che di Italia Nostra fu fondatore, quando affermava: “Prioritaria è la salvaguardia dei beni culturali, paesistici e naturali. Tutto il resto viene dopo e qualunque ipotesi di cambiamento o di sviluppo va rigorosamente subordinata a questi valori”.
Oggi abbiamo la possibilità e l’obbligo etico di ponderare le scelte di progresso con criterio e le rinnovabili non devono essere il mezzo per compiere operazioni ecoillogiche.
Inoltre, attraverso la diffusione di nuove tecnologie, possono essere raggiunti gli stessi obiettivi con soluzioni non impattanti. Probabilmente si tratta di
attendere qualche anno tenendo in considerazione il fatto che per quanto riguarda la Regione Emilia Romagna, la quota di produzione di energia elettrica da FER (fonti energia rinnovabile) è già notevole. E’ ovvio che può e deve essere aumentata, ma non reputiamo sostenibili i progetti del calibro di quello pensato per Poggio Tre Vescovi.
Nel dibattito su Poggio Tre Vescovi, spessissimo si evidenziano con forza le forti ricadute economiche per i tre comuni, attraverso le royalties e il lavoro alle ditte
locali. L’aspetto ecologico e di tutela passa in secondo piano e prevale quello monetario. E’ un dibattito spiacevole e viziato. Vogliamo però ricordare che non è
consentito concedere alcuna royalties per gli impianti di energia rinnovabile ai comuni. Leggi dello Stato lo impediscono e sentenze hanno ribadito poche settimane fa tale divieto. Sono possibili solo compensazioni ambientali.
Infine, c’è l’aspetto paesaggistico che naturalmente non può essere separato dalla tutela ambientale. Il paesaggio, come l’aria, l’acqua, il suolo agricolo, è considerato una “risorsa scarsa”. Non è rinnovabile, può essere compromesso e perdere i valori positivi che contiene. Difendere il paesaggio, significa difendere un bene comune utile alla collettività. Non ha quindi senso giustificare il sacrificio del paesaggio per “difendere” l’ambiente. Non ha senso perchè sono la stessa cosa.
Inoltre, a chi cerca di dare una scarsa considerazione al paesaggio ridicolizzandolo nel concetto di “vedutismo”, ricordiamo che è normato da una serie di leggi dello Stato e la sua tutela è inserita nella Costituzione della Repubblica all’articolo 9.
Quindi non è secondario ai fini dell’opposizione al progetto eolico di Poggio Tre Vescovi, difendere il paesaggio della Valmarecchia e del Montefeltro interessato dalla presenza ingombrante degli aerogeneratori, con un’altezza che quasi doppia il grattacielo di Rimini. Le scelte strategiche che gli Enti pubblici hanno fatto negli anni per tutelare e promuovere turisticamente la valle del Marecchia, significano anche investimenti economici. Soldi pubblici ben spesi che generano potenzialità positive.
Chi viaggia per turismo alla ricerca dei Montefeltro, dei Malatesta, di Piero della Francesca, di Tonino Guerra cerca il paesaggio storico della Valmarecchia fatto di
rocche e pievi, affreschi e bellezze naturali come la Carpegna, il Sasso di Simone, il Fumaiolo o l’Alpe della Luna. E non dimentichiamoci i privati che attraverso gli
investimenti in attività turistico-ricettive o l’acquisto di case nel territorio della nostra montagna, producono ricchezza per le comunità locali e la collettività.

ITALIA NOSTRA sezione VALMARECCHIA