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Blog/Commenti Vita della Chiesa

In memoria dei missionari martiri

In foto: mons. Oscar Romero
mons. Oscar Romero
di Mario Galasso   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
gio 24 mar 2016 07:55 ~ ultimo agg. 25 mar 08:44
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Donne e uomini di misericordia”, è il tema della prossima Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri che si celebra il 24 marzo. La celebrazione prende ispirazione dal 24 marzo 1980 quando venne ucciso Monsignor Oscar A. Romero, Vescovo di San Salvador nel piccolo stato centroamericano di El Salvador, mentre celebrava l’Eucarestia.
Questa giornata vuole fare memoria di quanti, lungo i secoli, hanno immolato la propria vita proclamando il primato di Cristo e dell’annuncio del Vangelo fino alle estreme conseguenze, per ricordare che il valore supremo della vita che è dono per tutti.
Amare tanto gli altri da essere disponibili a donare la propria vita.
Non lo scelgono, non sono eroi o super uomini, sono persone innamorate della vita e dell’uomo perché in quell’uomo, in ogni singolo uomo che incontrano, riconoscono il loro fratello.

Affermava Romero:
Un altro timore è quello a proposito dei rischi della mia vita. Mi costa accettare una morte violenta che in queste circostanze è possibilissima… Le circostanze sconosciute dovrò viverle con la grazia di Dio. Egli ha assistito i martiri e se sarà necessario, lo sentirò vicino a me quando gli darò il mio ultimo respiro. Ma che più importante del momento di morire è donargli tutta la mia vita, vivere per Lui.
Ogni martirio, ogni uccisione, ogni assassinio porta con sé il sapore amaro della prevaricazione, dell’ingiustizia, dell’arbitrio, delle peggiori realizzazioni umane.
Cosa dire delle quattro missionarie della carità, uccise il 4 marzo scorso, per mano di un commando che ha attaccato la casa di riposo da loro gestita, nella città yemenita di Aden? Difficile, se non addirittura impossibile, umanamente parlando, trovare una sorta di legittimazione razionale che riesca a mitigare il dolore dell’anima.
Ogni martirio porta con sé la frase illuminante di Gesù sulla Croce: “non sanno quello che fanno”. Il ripetersi fin troppo frequente di episodi di martirio tra i missionari e tra i cristiani rinnovano dolore, smarrimento, talvolta anche paura e rabbia.

Eppure ogni martirio cristiano appartiene alle “beatitudini” di Gesù: “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia” (Mt 5,11).
Difficile pensare di essere “beati” in quei frangenti.
Verrebbe da chiedersi perché i Martiri si sono attirati l’odio di qualcuno?
La scelta dei poveri, in genere, attira sul martire l’odio e la violenza. Essi si posizionano dalla parte dei poveri e si differenziano da qualsiasi altro martire sulla terra perché i cristiani, morendo, sono capaci di perdonare il proprio aggressore. Non è vero che l’odio genera sempre la morte e la violenza: spesso il sangue dei martiri diventa humus per germogli nuovi.

Una cosa è certa. Qualora noi, uomini e donne del Terzo Millennio, avessimo la tentazione di farci da parte, se non ci interessasse prolungare la vita dei martiri con la nostra testimonianza, da quel momento il nostro rischierebbe di ridursi a un cristianesimo puramente formale, gelido e ingessato.
Solo con la nostra partecipazione attiva le nostre comunità locali possono diventare missionarie, testimoni di un Amore non solo negli eventi in cui “gioca in casa” ma, soprattutto, nei luoghi dove le persone vivono, soffrono, faticano.
Fare memoria dei martiri significa quindi stare con i piedi per terra, in periferia, dove non è possibile delegare al Cielo ciò che spetta a ciascuno di noi. Nella consapevolezza, come Madre Teresa ebbe a dire, che «ieri non è più, domani non è ancora. Non abbiamo che il giorno d’oggi. Cominciamo».
Quest’anno la memoria dei missionari martiri coinciderà con il Giovedì Santo, per questa coincidenza ogni comunità potrà vivere e celebrare questo ricordo in un giorno più opportuno.  A Rimini sarà celebrata, insieme al nostro Vescovo Lambiasi, lunedì 4 aprile alle ore 21 nella chiesa della Colleggiata a Santarcangelo.