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Cronaca Politica

Dossieraggio su Gnassi e Grassi da parte di poliziotti, le reazioni. Intervista a Grassi

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di Redazione   
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ven 11 mar 2016 15:48 ~ ultimo agg. 12 mar 12:15
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La vicenda, riportata oggi sul Resto del Carlino, ha ancora diversi contorni da chiarire. Ma l’attività di dossieraggio di due poliziotti in forza alla Questura di Rimini nei confronti del sindaco Andrea Gnassi e del candidato sindaco Davide Grassi ha subito suscitato reazioni dal mondo politico. A partire dallo stesso Gnassi che, plaudendo alla pronta iniziativa del Questore Maurizio Improta “per avere segnalato subito a chi di dovere la situazione”, condanna quello che “sembra essere il tentativo di creare a Rimini un clima malato in cui, anche in prossimità di una scadenza elettorale, non si parla della città e del suo futuro, ma si rovista nell’immondizia e nel fango contro quello che viene individuato come il ‘nemico’. E qui qualche domanda in più mi sento di porla apertamente, a beneficio di quella chiarezza che adesso deve essere fatta: da quanto tempo continuava questa attività illegale? Un mese? Due mesi? Anni? A beneficio di chi o cosa si è fatto tutto questo?
Non mi lascio né spaventare né assorbire da questi miasmi, così come non mi sono lasciato spaventare o assorbire dalle lettere minatorie per la battaglia contro il cemento o altre situazioni. Continuerò oggi, domani, tra una settimana, tra un mese, a parlare solo di Rimini, di cosa e quanto fare per renderla ancora più bella, efficiente, solidale. Il resto lo lascio ai bidoni dell’immondizia”.

Sorpreso l’avvocato Davide Grassi che, ai microfoni di Icaro Tv, si dice preoccupato non per il contenuto di un eventuale dossieraggio nei suoi confronti (“non ho scheletri nell’armadio”) ma per “il modo di agire di determinate persone”. Grassi conferma anche di essere stato ascoltato in Questura.

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Il segretario comunale del PD Alberto Vanni Lazzari e quello provinciale Juri Magrini esprimono solidarietà ai soggetti politici coinvolti e si dicono confortati dalla “capacità di reazione e controllo degli stessi organi di polizia, a partire dalle azioni messe in campo dal Questore”. Per poi aggiungere, senza fare specifici nomi: “Al netto delle verifiche che seguiranno non si può che prendere atto di un clima preelettorale inedito, incentrato su un clima di insinuazioni e prassi del tutto inusuali, e con un’accentuata disgregrazione di tutte quelle “forze” politiche da cui non è ancora pervenuta nessuna visione alternativa per il governo della città”.

Il deputato del PD Tiziano Arlotti, che denuncerà personalmente l’accaduto al Ministero degli Interni, stigmatizza il comportamento dei poliziotti sotto accusa: “Singoli uomini deputati per legge e professione alla sicurezza, alla tutela della collettività, alla garanzia della legalità avrebbero tradito la loro missione usando sedi, strumenti e mezzi per svolgere un’attività politica e tentare di gettare discredito sugli ‘avversari’. A Rimini mai nel recente passato erano emerse vicende di questo tipo, che evocano peraltro climi di sospetto e di ‘ossessione da sorveglianza clandestina’ che stanno emergendo nella politica nazionale anche riguardo all’organizzazione interna di alcuni movimenti”. Poche “mele marce”  a fronte di tutti gli esponenti delle forze dell’ordine “che “ogni giorno svolgono con impegno, responsabilità e serietà il loro lavoro”.

Sulla vicenda arriva anche il commento dell’onorevole Giulia Sarti e del consigliere regionale Raffaella Sensoli del Movimento 5 Stelle. “Il Movimento 5 Stelle di Rimini e tutti i suoi rappresentanti nelle istituzioni – scrivono – apprendono con rammarico la vicenda dei due agenti verso i quali sarebbe stato aperto un procedimento disciplinare. Il dispiacere è doppio perché oltre ad essere oggetto, tramite il nostro candidato, della inquietante attenzione, abbiamo anche la sensazione che, se tutto fosse confermato, i due abbiano provato a giocare un gioco che non era nelle loro corde e che finirà per fare a loro più danno di quanto avrebbero potuto provocare. Questa vicenda servirà per ricordare, anche a noi stessi, che la politica è un interesse delicato a cui applicarsi. In gioco ci sono beni pubblici e l’esistenza stessa dei cittadini, ma l’ambizione di alcuni vede solo potenziali benefici personali. La cronaca nazionale e non solo ce lo racconta tutti i giorni.  Se i fatti fossero convalidati esattamente come descritto dai giornali oggi a noi non rimarrebbe altro che ringraziare il Dott. Improta per la sicurezza e la celerità dell’azione, con la quale ha sicuramente tutelato non solo noi, ma anche lo Stato di Diritto e il buon nome del Corpo di Polizia di Rimini. A volte, purtroppo, certe azioni fanno più male per quello che rappresentano, che per quello che riuscirebbero in effetti ad ottenere.”

Sono molto dispiaciuto e anche preoccupato – scrive Marco Fonti, consigliere comunale del M5Snel vedere che oggetto delle attenzioni dei due è anche il mio Candidato Sindaco. Attendo la conclusione della vicenda per potermi esprimere correttamente e ringrazio il Dott. Improta per la celere azione e per la grande serietà dimostrata.”

“La conoscenza, per quanto mi riguarda – precisa invece Carla Franchini, consigliere comunale del M5Snon può prescindere dall’unica verità che conosco, vale a dire la verità documentale e non gia’ mediatica. Quest’ultima, sono certa, non tarderà a rivelare se e chi sono le vittime e chi i carnefici. Attendero’ pertanto gli esiti delle Istituzioni, nelle quali da sempre ripongo massima stima e fiducia, e solo successivamente a questi esprimero’ un giudizio.”

Solidarietà a Gnassi e Grassi anche da parte di Luigino Garattoni, coordinatore provinciale di SEL : “Chiediamo che su questo episodio si faccia piena luce, nel più breve tempo possibile, da parte della Prefettura, della Questura e della Procura della Repubblica, perché non è tollerabile che persone che dovrebbero garantire la sicurezza dei cittadini e l’imparzialità delle istituzioni e dello Stato, abbiano a svolgere simili attività. Non riteniamo opportuno ora avvicendarsi in ulteriori ipotesi, riconosciamo la tempestività con cui la Questura è intervenuta e chiediamo nuovamente che, per il bene delle istituzioni, emerga al più presto la verità”.