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70 truffe ai danni di nota società di telefonia. Tra gli indagati anche un agente della società

Gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Rimini, coordinati dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Rimini, Cerioni, sono riusciti a sgominare un’organizzazione che nel giro di un paio di anni era riuscita a truffare centinaia di migliaia di euro alla compagnia telefonica. Nel pomeriggio di ieri gli agenti hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari ad 8 indagati, tutti residenti nelle province di Rimini, Pesaro e Ancona, accusati di organizzazione a delinquere finalizzata a commettere truffe, sostituzioni di persona e falso in scrittura privata.

Il modus operandi era sempre lo stesso: recuperavano gli effettivi numeri di utenze e sim relativi a utenze intestate a una società già cliente (ma ignara dell’operazione) e con quelli compilavano falsi contratti di sottoscrizione di offerte che prevedevano per le utenze indicate l’invio di cellulari di ultima generazione. I telefoni venivano quindi recapitati dalla società di telefonia alle società clienti però ad un indirizzo diverso da quello reale dove ad attendere i telefoni c’erano i complici che li ritiravano per poi rivenderli.
Nell’organizzazione ognuno aveva un ruolo preciso. Due i soggetti al vertice: uno coordinava l’attività illecita ma si occupava anche di ritirare i cellulari, compilare ed inviare i falsi contratti, mentre l’altro (un agente commerciale della stessa società telefonica) si dedicava ad acquisire i dati d’interesse delle ditte già clienti a nome delle quali richiedere l’invio dei telefoni. Tra i componenti della banda anche il titolare di un negozio di telefonia di Rimini che forniva copie di documenti di identità e dati d’interesse di ditte già clienti della nota società telefonica, utili per compilare i falsi contratti, e riceveva i telefoni ottenuti illegalmente per rivenderli. Gli altri cinque soggetti coinvolti fornivano infine supporto logistico e si occupavano del ritiro dei cellulari. All’organizzazione sono state ricondotte ben 70 truffe commesse tra il 2013 e il 2014 a Rimini con 435 smartphone acquisiti e rivenduti illegalmente. Il danno patrimoniale alla società di telefonia vittima dell’attività illecita è stimato in circa 200 mila euro.