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Dichiarazione ambientale: aziende al lavoro in vista dell'invio


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In foto: Un compattatore di rifiuti: interviene nella fase dello smaltimento finale
Un compattatore di rifiuti: interviene nella fase dello smaltimento finale
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 10 feb 2016 09:45 ~ ultimo agg. 11 feb 11:05
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E’ cominciato per le aziende il periodo di verifica dei dati sulla produzione di rifiuti del 2015, in vista della presentazione, entro il 30 aprile, del MUD, modello unico di dichiarazione ambientale 2016.

Toner della stampante esauriti, veicoli abbandonati, rifiuti di apparecchiature elettriche. Anche questi sono rifiuti “speciali” quando vengono prodotti in una certa quantità. Come tali devono essere tracciati: è questo lo scopo del Mud, che di fatto è un bilancio annuale del “carico” e “scarico” dei rifiuti, da presentare alla Camera di Commercio. Una presentazione che riguarda un numero enorme di aziende: praticamente la quasi totalità di quelle produttive, esclusi servizi e ristorazione (salvo che non producano rifiuti pericolosi). Per alcune categorie di rifiuti, appunto, entra in gioco il fattore quantità di scarti prodotti o entità dell’azienda: sono interessate ad esempio anche le imprese artigianali se hanno più di dieci dipendenti.

Sono tre le categorie coinvolte nel processo di smaltimento: il produttore del rifiuto (ovvero l’azienda), il trasportatore, che carica i rifiuti da trasportare allo smaltimento, e lo smaltitore finale. Anche per questa comunicazione (come per tanti altri adempimenti verso la PA) viene oggi richiesta la modalità telematica, che consente da parte degli enti pubblici una gestione più efficace dei dati, ma che non sempre è esente da difficoltà da parte delle aziende: nelle operazioni di verifica della bontà dei dati, e dei diversi codici che identificano cosa è stato inviato allo smaltimento.
A testimoniarlo è PAGEAMBIENTE, società riminese di consulenza ambientale e sicurezza sul lavoro che opera non solo a livello locale. Spiega Alessandro Martinetti, amministratore del gruppo: “Nella nostra esperienza ci è capitato spesso di vedere che i dati sul registro dell’azienda non coincidono con quelli del trasportatore, ovvero che qualche dato di fatto cambia nei vari passaggi, anche perchè nei registri a volte i pesi vengono indicati in kg, a volte in litri, e si può generare confusione. Sono tutte situazioni da sistemare con controlli ad hoc prima dell’invio del modello che deve contenere un riepilogo ordinato dei dati”.

Per le aziende più “virtuose”, ovvero quelle a posto coi dati, l’intervento dei professionisti autorizzati nel supporto all’invio del Mud si limita spesso alla compilazione del modello, ma in alcuni casi si deve procedere alla verifica puntuale degli atti documentali. “Le problematiche sembrano crescere nelle aziende con un alto turn over di personale” sottolinea Martinetti.

Per chi non presenta il Mud sono previste sanzioni. I controlli vengono eseguiti a campione, e si vanno ad aggiungere ai controlli effettuati sul campo dai tecnici dell’Arpa e dai nuclei operativi ecologici sulla modalità di gestione dei rifiuti, ad esempio sullo stato del sito di stoccaggio: in questo caso si arriva fino alla denuncia penale.

Leggi di più su chi deve presentare il MUD, sulle modalità di presentazione e sulle sanzioni.

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