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Politica Riccione

Indagine Corte dei Conti. Parlano i difensori della Tosi

In foto: l'assesore Cesarini e il sindaco Tosi alla conferenza sulla variante
l'assesore Cesarini e il sindaco Tosi alla conferenza sulla variante
di Maurizio Ceccarini   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 10 feb 2016 17:14 ~ ultimo agg. 22:44
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Sull’indagine della Corte dei Conti per la consulenza affidata all’ingegner Henry del Greco sulla variante le migliorie del TRC, il sindaco Tosi incassa la fiducia del gruppo consiliare di Forza Italia. “Tale consulenza era necessaria per avere un parere autorevole sulla variante al TRC che dava la possibilità di modificare in senso migliorativo il tracciato del métro di costa”.
“I 7.500€ versati all’Ingegnere rappresentano solamente lo 0,0075% del costo complessivo dell’opera, e sono soldi non spesi, ma investiti, per cercare di migliorare un progetto faraonico e inutile, del costo di oltre 100 milioni di euro e di avere quindi un risparmio sui costi. Non mancheremo, qualora ci sia richiesto, di fornire piena collaborazione alla Corte dei Conti il cui operato gode della nostra più certa fiducia, come del resto quello del Sindaco Renata Tosi che ha agito nel pieno rispetto della normativa, affidando un incarico ad un Professionista autorizzato dal Ministero”.

A difendere l’operato dell’Amministrazione Comunale anche Natale Arcuri, segretario della Lista Civica “Noi Riccionesi”: “Non possiamo fare altro che, rispettosamente, attendere le conclusioni dell’azione ispettiva, confidando molto nel ruolo di controllo della Corte. Siamo convinti che tutto si è, certamente, svolto nel pieno rispetto delle norme e delle leggi vigenti, così come questa Amministrazione è abituata ad agire. Ben vengano tutte le inchieste, quindi, se sono svolte per chiarire e correggere eventuali responsabilità. Troveranno a Riccione, in questa Amministrazione, trasparenza, massima chiarezza e pieno rispetto della legalità”.

“Nulla da nascondere”, ribadisce Arcuri. Poi l’attacco politico: “non possiamo non registrare che sul TRC sembra si stia oggettivamente da tempo consumando una lunga scia di penose ed infantili azioni recriminatorie che puntano di fatto e solo a dare una lettura distorta e strumentale su quanto e su come questa Amministrazione ha agito, per salvaguardare l’interesse ultimo della città e del suo patrimonio ambientale e paesaggistico. Siamo sempre più indignati leggendo, in chi questa opera l’ha voluta e l’ha colpevolmente difesa, pur manifestandone, oggi , in evidente ma tardivo pentimento, la piena e palese nefandezza, che il fatto che nessuna delle legittime richieste di salvaguardia ambientale avanzate da questa Amministrazione sia stata pretestuosamente accolta, venga vissuta come una vittoria. Dimostrando che l’autolesionismo tafazziano ha radici e fondamenta profonde in chi ha reso questa città ostaggio di un servilismo politico di perniciosa sudditanza e di irresponsabile immobilismo”.

Massimo Angelini del Comitato Anti Trc si chiede perché nessuno abbia mai indagato sulla prima fallimentare fase del trc,  con danno per le casse pubbliche di 10 miliardi di lire,  e poi riporta un articolo di Salvarimini dove si raccontano dal 1992 le vicissitudini dell’opera