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I Red White Supporters sulla situazione critica della Rimini Calcio: "Rimini vergognati!"

In foto: Lo striscione dei Red White Supporters durante la Color Run
Lo striscione dei Red White Supporters durante la Color Run
di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
ven 19 feb 2016 15:59 ~ ultimo agg. 21 feb 20:20
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I Red White Supporters intervengono con una nota pubblicata sul loro profilo Facebook sulla situazione critica della società biancorossa.

Riportiamo il messaggio in integrale:

“Anche noi abbiamo partecipato all’ultima Color Run. Con delle bare. E su una c’era scritto “calcio”. Quel che avviene non è per noi inaspettato. De Meis ha fatto una serie di errori diventati giorno dopo giorno più palesi, e infine letali, ma in fondo derivanti da quello iniziale, cioè l’aver preso una squadra fallita di fatto cercando di sanare una situazione che era insanabile, a maggior ragione dopo le note vicissitudini della sua azienda.

Molti errori e, in ultimo, forse anche qualche bugia, ma non si può dire che non ci abbia provato nella più totale solitudine, in un calcio nel quale i passaggi delle società ormai avvengono solo di fallimento in fallimento, e il Parma, che ha pure visto vendere i suoi trofei, insegna.

L’anomala e forse anche dissennata impresa di De Meis è fallita, ma puntare il dito solo contro De Meis sarebbe ora quantomeno semplicistico. Ha provato a evitare un fallimento di fatto facendo appello alla città. E oggi la città di Rimini ancora una volta si deve interrogare.

L’amministrazione comunale ha dichiarato di “sposare” il progetto. L’assessore allo sport, che si lancia come al solito in inutili appelli a cose ormai fatte, al pari del sindaco, non si è mai visto allo stadio (ma anche al palasport, e anche al baseball, salvo arrivare all’ottavo inning della finale decisiva: per Brasini significativamente più presenze alle inaugurazioni degli eventi che sui gradoni dei decantati “impianti” riminesi).

La gestione del Neri, definita “vitale” nel progetto De Meis, si è insabbiata, e alla fine la paradossale questione dei bar chiusi o improvvisati da inizio stagione con un bando che tuttora manca è davvero indicativa.

È credibile che lanci un appello a dare una mano chi per primo CONCRETAMENTE non l’ha data? Dobbiamo, amaramente, ritornare su un discorso che portiamo avanti ormai da mesi, da quando abbiamo capito che un unico proprietario con una azienda stagionale non poteva farcela: la politica riminese se ne frega dello sport riminese. Ha scelto di sostenere gli eventi – facendo concorrenza alle squadre cittadine in fatto di sponsorizzazioni – e ha investito negli impianti.

E così ci troviamo con un palasport nuovo (anzi già in ristrutturazione) ma con la squadra di basket fallita e in categorie minori, con un campo nuovo e con la squadra di calcio fallita, con una casa del volley finanziata e la squadra fallita e ritirata dal campionato prima ancora di poterci mettere piede (con l’assessore che dichiara che il fallimento era una scelta giusta, non uno smacco per la città!).

Negli ultimi sette anni sono falliti basket, pallamano, due volte la pallavolo, sta fallendo per la seconda volta il calcio, la media è di quasi un fallimento all’anno.

Sarebbe forse il caso che la politica facesse un esame del suo operato invece di fare appelli scaricabarile? E con essa l’imprenditoria riminese. Una parte ha affossato il Rimini nell’ultima gestione. L’altra, mai sollecitata ai suoi doveri civici e sociali dall’amministrazione, se ne è fregata.

Il Rimini di De Meis ha avuto dopo una promozione e in un momento di difficoltà dell’azienda dell’unico proprietario come riconoscimento ben… 7 sponsor. Intanto l’eventificio comunale, incurante, non arrestava la sua marcia effimera, con feste e finali per squadre di altre città nei nostri impianti.

A Rimini(ng) si consegnano trofei agli altri mentre le nostre squadre falliscono. Un affronto alla città passato sotto silenzio anche da un’informazione anestetizzata e acritica. I pochi sponsor (a cui comunque va il nostro plauso) sono peraltro “minori”, cartelloni. A Santarcangelo, dopo l’implicazione nel calcio scommesse, ce ne sono più di 40. Cosa c’è dunque nel sistema Rimini di diverso? De Meis ci ha provato, forse con più passione che competenza, e coi soldi della sua azienda. Gli si possono imputare errori di gestione e di valutazione, ma non certo tornaconti: ci ha certamente rimesso e non è il solito palazzinaro. Per questo non siamo così ingrati da credere che possa essere un facile capro espiatorio: i dettagli emergeranno, e li valuteremo.

Al di là di tutto, però, ci è chiaro che il fallimento vero è per l’ennesima volta quello della città che si nasconde, della politica, che continua sulla scia dello scempio fatto con Bellavista e lo stadio (qui la città non cambia…), dell’imprenditoria, dell’impiantistica rappezzata ma obsoleta che ormai sta punteggiando la città di cattedrali nel deserto (apriremo gli “impianti” una volta all’anno per gli “eventi” adesso?), dell’idea di polifunzionalità che penalizza tutti e che non è pianificata da nessun’altra città né auspicata dai vertici sportivi sia del calcio che dell’atletica. Tutte scelte suicide. Per noi esiste una sola parola per tutto questo e la gridiamo: RIMINI VERGOGNATI!”