Indietro
giovedì 18 aprile 2024
menu
Icaro Sport

Giovedì sera Cesena-RenAuto. Per coach Paolo Rossi partita da amarcord

In foto: Paolo Rossi e Ivana Donadel
Paolo Rossi e Ivana Donadel
di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mer 17 feb 2016 13:03
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 3 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

GIOVEDÌ SERA CESENA-RENAUTO. PER COACH PAOLO ROSSI PARTITA DA AMARCORD

All’improvviso un giovedì sera, alle 9 e 20, una tipica partita da minors diventa qualcos’altro. Qualcosa di molto più grande. Non per la classifica, l’importanza tecnica dell’appuntamento o chissà quale altro strano fattore. No, non per questo.

Semplicemente perché si gioca Cesena-Happy. Da una parte, in campo, Ivana Donadel. Dall’altra, in panchina, Paolo Rossi. Signori, la storia. Niente di più, niente di meno. Una storia che parla di vittorie insieme, proprio a Cesena, in anni ’90 gloriosi e indimenticabili per entrambi.
Paolo Rossi, le dice niente Cesena?
«Eh, direi proprio di sì. Cesena è stata l’esperienza più positiva per me, anche se dopo ho continuato per molti anni. Venivo dalla maschile e della femminile sapevo poco. Mi chiamarono i dirigenti di Cesena, sono andato a vedere un paio di allenamenti e lì c’è stata l’illuminazione, l’innamoramento. Ho scoperto tanto: gente che si buttava nel fuoco, che esprimeva il massimo della voglia e del potenziale. Le donne hanno un orgoglio infinito, una carica agonistica incredibile».

È proprio questa la prima cosa che l’ha stupita di quel mondo?
«Sì. Io venivo dalla maschile, avevo giocato a Rimini e poi ho fatto l’allenatore. Pensavo che la pallacanestro femminile fosse qualcosa di terz’ordine, invece è il contrario. Tutt’altro. A Cesena ho trovato giocatrici che rispecchiano il mio modo di pensare basket. Orgoglio, voglia di difendere, di non farsi battere. Da lì sono nati sette anni a Cesena ricchissimi di soddisfazioni. Abbiamo cominciato da una piccola società e da uno come me alla prima esperienza col basket femminile. In due-tre anni siamo sempre migliorati, sono arrivate anche le disponibilità economiche e abbiamo messo insieme una società bellissima, con ragazzi tutti molto giovani che verranno giovedì a vedermi. Avevano passione, la prima cosa che conta. Una società trenta anni avanti alle altre».

Poi Scudetto, Coppa Campioni e soddisfazioni assortite… Da brividi. E c’era anche Ivana Donadel…
«C’è sempre stata. ‘Ivo’ aveva e ha ancora tante qualità: il temperamento, la voglia di vincere, di emergere. Un impegno anche oltre il richiesto. È migliorata anno dopo anno ed è diventata una guardia da Scudetto, Coppa Campioni e Nazionale, non poco. Ho un bellissimo ricordo, è una di quelle giocatrici che piacciono a me, di quelle che non mollano mai».

Donadel è rientrata ad aiutare la sua Cesena. Vi siete sentiti dopo la notizia?
«No, in questo periodo no. Ci siamo però sempre visti spesso e in ogni caso ho già sentito tanti degli amici e dei dirigenti di una volta che verranno a vedere Cesena-Happy».

Ci sono già state occasioni, negli anni d’oro della Cesena di coach Rossi, in cui le sue giocatrici hanno fatto un salto in riviera per assistere ad allenamenti o partite. È arrivata una certa Andrea Lloyd, sublime interprete di questo gioco, e anche Donadel. Come quella volta alla Sforza in cui Giampaolo Piomboni, nel commentare una gara di livello tecnico tutto sommato dimenticabile, intervistò per quasi tutta la durata del match proprio Donadel, presente in tribuna. Ricordi di una vita che fu e che improvvisamente torna a essere materia viva.
«La chiusura di Cesena è stata una pagina tristissima per il basket. Con tante delle ragazze che ho allenato ci si sente ancora. Non solo Donadel, ma anche la stessa Lloyd che mi telefona dagli Stati Uniti, ad esempio. Si era creato un bel gruppo e queste cose tendono a rimanere nel tempo».

Che Donadel si aspetta di trovare giovedì sera?
«’Ivo’ ha 49 anni e magari non gioca da un po’, ma so che si tiene sempre in forma con nuoto e beach tennis ad esempio. Una maniaca della forma, in questo mi ricorda tantissimo Sandro Angeli. Potrà dare tanto».

Ed è con una Cesena già molto competitiva…
«È la squadra che ci ha ‘suonato’ più di tutte. Ho letto che dovrebbe giocare solo due partite. Strano, stiamo a vedere».

La Ren-Auto viene da una gara, vinta in trasferta a Bologna, in cui ha concesso 10 punti nell’intero secondo tempo.
«La difesa ci ha fatto vincere le partite, anche quella di Bologna naturalmente. Abbiamo dei limiti, non abbiamo un’enormità di punti nelle mani ma sono molto contento di volontà e cuore. Mi piacerebbe vedere un po’ più pallacanestro, ma a livello di impegno nulla da dire. A Bologna sono stato contento perché sono stati recepiti in corsa alcuni input difensivi precisi. Con quelli abbiamo vinto».

La classifica dice che tante cose, da Lame in giù, sono ancora in ballo…
«Tante ipotesi, le abbiamo tutte sotto controllo. Possiamo finire quarte oppure più su, ma anche quinti. Tante combinazioni possibili, anche tre squadre a 18. Stiamo a vedere. Ci sono tre squadre che ci hanno creato fin qui grosse difficoltà: Cesena, Lame e Massa. Con le altre abbiamo quasi sempre trovato il modo di far bene. Giovedì proveremo a dare fastidio anche a Cesena».

SESTA GIORNATA DI RITORNO
Cesena-RenAuto
Lame-Mirabello
Faenza Futura-San Biagio Ravenna
Massa-Bologna Basket School

CLASSIFICA
Lame 22
Cesena 18
RenAuto Happy Basket Rimini 16
Massa 16
Bologna Basket School 14
San Biagio Ravenna 8
Faenza Futura 2
Mirabello 0

Meteo Rimini
booked.net