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Attualità Rimini

Gestione impianti sportivi. Brasini: agevolare chi è in difficoltà, chiedere di più a chi può

In foto: Gian Luca Brasini
Gian Luca Brasini
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 12 feb 2016 18:20
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L’obiettivo dell’amministrazione comunale è quello di avere sempre più strutture sportive monodisciplinari. Lo ha spiegato l’assessore allo sport Gian Luca Brasini intervenendo alla seduta della seconda commissione consigliare dedicata a gestione e concessione degli impianti sportivi.
L’assessore è partito spiegando le 3 modalità che attualmente regolano l’affidamento dei 75 impianti comunali: la gestione diretta, che vede l’Amministrazione comunale occuparsi direttamente della distribuzione delle ore di utilizzo delle strutture tra le diverse società sportive; la gestione a terzi, sempre “preservando la funzione pubblica delle strutture” e che si attengono al regolamento comunale che disciplina l’utilizzo degli impianti; infine una terza modalità, in cui la gestione rientra nell’appalto integrato, legando così realizzazione e gestione stessa della struttura.

Evidenziando poi l’obiettivo di tendere all’utilizzo monodisciplinare delle strutture, Brasini ha ricordato gli investimenti fatti: “dalla casa del basket all’ex Carim che abbiamo riqualificato nel settembre 2014, alla casa del volley in zona Villaggio I Maggio di prossima realizzazione. Per la ginnastica abbiamo delle eccellenze, come la palestra Euterpe, sulla quale stiamo intervenendo con un’importante manutenzione. Abbiamo poi due pattinodromi, uno a Viserba ma soprattutto quello di via Lagomaggio.”
Tra le strutture polivalenti figura invece lo stadio Romeo Neri “paradossalmente – dice l’assessore – uno dei meno utilizzati fino a poco tempo fa e che contiamo di riportare al centro della vita sportiva cittadina grazie agli investimenti fatti per il rifacimento del manto erboso in sintetico e al rifacimento della pista di atletica, che ha permesso il recente via libera a un utilizzo più intensivo dello storico impianto”.

Brasini ha poi ampliato il discorso legando la crisi strutturale che lo sport vive in tutta Italia con la situazione deficitaria dell’economia che ha ridotto investimenti e sponsorizzazioni. Perché la situazione possa cambiare serve quindi una ripresa globale. “La questione impianti – aggiunge poi – rappresenta l’altra faccia del problema: l’endemica apatia sul fronte della legislazione sportiva in grado di facilitare la realizzazione di nuovi impianti, gestiti in via preferenziale da soggetti privati solidi e capaci di fare ‘impresa’ della cosa, fa il paio con le politiche tariffarie che mettono in atto gli Enti locali per l’accesso a impianti di loro proprietà. Io credo sia necessario sempre più che i Comuni, sul tema dello sport inteso come collante sociale, mettano in piedi politiche tariffarie virtuose che agevolino l’accesso alla pratica sportiva agli utenti deboli, in primis ai portatori di handicap e a chi ha un basso reddito.”
Brasini ricorda su questo fronte il progetto Borsa di sport con le 400 domande di contributo arrivate al comune.
“C’è un tema di equità però – aggiunge – basti pensare che, in linea con la media italiana, solo il 10% dei circa 3,3 milioni di spesa che l’amministrazione sostiene ogni anno per la manutenzione ordinaria degli impianti è coperta dalle tariffe. Certo, i numeri hanno un valore relativo visto che in buona parte si tratta di soggetti che operano con una spiccata ottica sociale. Ma è chiaro che sempre più la tendenza degli Enti locali, anche in ambito della pratica sportiva, è quella di agevolare al massimo chi è in difficoltà o a causa di gravi condizioni economiche non può accedere a questi servizi, riequilibrando la bilancia attraverso il chiedere a chi ha più possibilità di contribuire per quota parte”.