Indietro
menu
Cronaca Rimini

Denuncia per minacce a agente. Gnassi contesta tutto: "mi tutelerò"

In foto: Gnassi in Prefettura poco dopo l'episodio (Newsrimini.it)
Gnassi in Prefettura poco dopo l'episodio (Newsrimini.it)
di Maurizio Ceccarini   
Tempo di lettura lettura: < 1 minuto
sab 13 feb 2016 16:19 ~ ultimo agg. 14 feb 17:43
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura < 1 minuto Visualizzazioni 3.028
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Una denuncia della quale ha appreso oggi dalla stampa (in particolare, La Voce di Romagna). E dove gli si attribuiscono comportamenti che contesta con forza, riservandosi ogni più opportuna tutela tramite il suo legale Maurizio Ghinelli. Il sindaco di Rimini Andrea Gnassi dà la sua versione del vivace colloquio con un poliziotto in servizio al posto di guardia della Prefettura il 20 novembre scorso: diverbio dal quale è scaturita una denuncia avanzata dall’agente per abuso d’ufficio, minacce e resistenza a pubblico ufficiale. 

Sulla contestazione in merito al non essersi fatto identificare al suo arrivo in bicicletta in Prefettura, dove doveva partecipare alla videoconferenza con la Prefettura di Lecce per la presentazione del convegno sul mondo della notte, Gnassi ricorda di non essere proprio uno sconosciuto o un “intruso pericoloso” visto che poco più di un’ora prima era uscito dagli stessi uffici dopo una riunione con Prefetto e Questore.

Quando l’agente gli chiese conto del suo perentorio ingresso in bicicletta, ne nacque una discussione: “una legittima discussione – spiega Gnassi – sulla possibilità di accedere in prefettura in bicicletta e anche sul parcheggio di alcune autovetture in prossimità della prefettura e del tempio malatestiano”. Ma il riferimento non era assolutamente, assicura il sindaco, alle vetture delle forze dell’ordine “ma piuttosto a quelle vetture civili che hanno invece la consolidata abitudine di parcheggiare senza titolo“.

Quanto all’accusa di minacce e resistenza a pubblico ufficiale, Gnassi nega di avere tenuto atteggiamenti riconducibili a queste accuse. Trovando, infine, “singolare” il fatto di avere ricevuto “la richiesta di concordare un “risarcimento”, con tanto di invito a prendere contatti con uno studio legale, per “valutare una soluzione bonaria della questione”. Ma i presunti “reati” non sono forse procedibili di ufficio?. Ribadendo la volontà di tutelarsi in ogni sede competente.