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Cultura Montefeltro

Addio a Umberto Eco, maestro di cultura e leontino onorario

In foto: la cerimonia per Eco (Città di San Leo)
la cerimonia per Eco (Città di San Leo)
di Maurizio Ceccarini   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
sab 20 feb 2016 10:31 ~ ultimo agg. 21 feb 08:07
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Un personaggio, Umberto Eco, che aveva portato la sua ricchezza culturale in molti territori del nostro paese. E tra questi anche il riminese. Nel 2011 San Leo gli aveva conferito la cittadinanza onoraria, con una cerimonia alla quale prese parte anche Roberto Benigni che gli dedicò alcune letture. Nel 1988 ha fondato il Dipartimento della Comunicazione dell’Università di San Marino. Nel 2013 Umberto Eco aveva aperto a Rimini il congresso dell’Associazione Italiana Studi Semiotici, della cui nascita era stato promotore.

Uomo di spiccata intelligenza e cultura – recita oggi una nota del Comune di San Leo – ha indissolubilmente legato il suo amore per San Leo a opere letterarie come “Il nome della Rosa” e “Il Cimitero di Praga”.
umberto ecoRicorda il Sindaco Mauro Guerra: “Una delle prime ambizioni che c’eravamo posti come Amministrazione era quella di creare un collegamento forte con l’illustre semiologo, conoscendo il suo interesse per la città (La città più bella d’Italia? San Leo: una rocca e due chiese”) e per il Montefeltro.
Obiettivo raggiunto con la cerimonia dell’11 Giugno 2011 che ci ha annoverato fra i pochi Comuni ad averlo quale cittadino onorario. In quell’occasione il fraterno amico Roberto Benigni declamò le varie citazioni dell’autore correlate a San Leo impreziosendo una giornata storica per la nostra Comunità.
L’aspetto che più mi ha colpito del professore è stata la sua umanità, cordialità e amore per San Leo, non ha mai mancato di essere di sprono, di ausilio e significativa presenza in merito ad iniziative culturali (Montefeltro Vedute Rinascimentali, La Città del Silenzio), concerti di pregio (San Leo Festival) e progetti per l’amata Fortezza (Torrione Valadier).
San Leo ha beneficiato della sua attenzione e della sua luce riflessa grazie ad un rapporto franco e diretto e pertanto la città gli sarà eternamente riconoscente”.
L’Amministrazione Comunale di San Leo – conclude la nota – esprime profondo cordoglio ai familiari cui si unisce in questo triste giorno, prendendo l’impegno di dare corpo a successive iniziative in grado di rendere adeguato omaggio al proprio illustre cittadino.

 

E a Umberto Eco dedica un ricordo anche Andrea Gnassi, sindaco di Rimini e presidente della Provincia.

“L’intero territorio riminese si unisce al cordoglio del Paese per la scomparsa di Umberto Eco. Non è necessario in queste poche righe ricordare la vita e le opere di un intellettuale italiano ammirato e riconosciuto nel mondo; ma prima di tutto uomo attento e impegnato di un Paese che profondamente amava per quanto detestava il ‘cattivo uso’ che di esso spesso si è fatto e si fa.

Quello che invece desidero ricordare sono le mille connessioni tra Umberto Eco, Rimini, la Valmarecchia e il Montefeltro, luoghi della ‘sua anima’ nonostante fosse per definizione straordinario cittadino del mondo.  Eco aveva individuato nel Montefeltro il suo ‘buen retiro’, a Montecerignone. Era un grande conoscitore di queste zone e di questi paesi. Qualche anno fa definì San Leo la città  più bella d’Italia , spesso protagonista delle visite sue e dei suoi ospiti. Nel 2011, all’atto di ricevere la cittadinanza onoraria leontina, commentò scherzosamente: ‘Da 36 anni abito qui vicino e porto gli amici a visitarla: non ne posso più di far vedere la cella di Cagliostro’. E anche a Rimini Eco non si può definire un ‘ospite’ della spiaggia quanto ‘uno del posto’, che potevi trovare a Marina Centro sotto l’ombrellone a leggere qualcosa, senza la minima ombra dell’enfasi del personaggio famoso.

Ma Umberto Eco era innanzitutto un amico del territorio e delle comunità che si snodano tra Rimini e il Montefeltro. E come tutti i buoni amici dava preziosi consigli. Quando nel 2012 presenziò alla vernice del progetto culturale e turistico ‘Vedute Rinascimentali’ ricordò come l’Italia sia tra i primi posti al mondo per la sua alta percentuale di opere d’arte ma che, nonostante questo, non riesca a promuoverle a dovere: “Con questo progetto- continuò Eco- si sta realizzando una riscoperta e incremento della bellezza ma attraverso anche la scienza e la storia. Una bella sinergia perché questa riscoperta si appoggerà anche su rigorose dimostrazioni. Ora ci auguriamo possa avere anche uno sviluppo per poter creare economia.”.

E’ l’insegnamento e l’eredità che Umberto Eco lascia oggi, in particolare all’Italia.. La valorizzazione dell’arte, della cultura, della storia, dell’ambiente è l’unico futuro possibile per un Paese che altrimenti ha scarse possibilità di competere nel mondo. Non averlo fatto sinora è un grave peccato da cui però ci si può emendare senza perdere più tempo. Vale per l’Italia e vale per il territorio riminese.  L’ultimo consiglio impagabile di un cittadino di mondo che amava e ‘riscopriva’ anche per noi i luoghi dove da sempre viviamo”.