Furti "acrobatici" a Pesaro, base operativa a Rimini. Tre arresti
La polizia di Fano e Pesaro ha arrestato due albanesi e una riminese, casalinga, accusati di avere messo a segno una lunga serie di furti, tra i venti e i trenta, a Pesaro e dintorni solo nelle ultime settimane. La donna, residente a Rimini, secondo l’accusa svolgeva il ruolo di autista e palo usando l’utilitaria della madre.
Gli arrestati sono due cittadini albanesi già noti alle Forze dell’ordine, un 28enne e un 35enne irregolare sul territorio nazionale, e una 43enne residente a Rimini
Due pattuglie del Commissariato erano intervenuto nel pomeriggio del 20 gennaio a Fano, zona San Biagio, dove una donna rientrando in casa aveva sorpreso dei ladri poi fuggiti su una Nissan Micra.
I poliziotti hanno subito rintracciato il veicolo in questione, bloccato dopo un inseguimento. Nella circostanza sono stati tratti in arresto la 43enne, che si trovava alla guida, e il 28enne mentre il terzo uomo è riuscito ad allontanarsi facendo perdere le sue tracce. Nell’auto c’era refurtiva proveniente anche da furti consumati nei giorni precedenti in Fano oltre ad attrezzi per lo scasso.
I successivi accertamenti hanno consentito di verificare che il trio, proveniente dal riminese dove aveva la sua base operativa, era specializzato in furti acrobatici in abitazione e che lo stesso gruppo, tra dicembre e gennaio, si era reso responsabile di numerosissimi colpi consumati nel pesarese anche in appartamenti al secondo e terzo piano di condomini, effettuando vere e proprie scalate sfruttando grondaie e tubature esterne.
In un appartamento a San Lorenzo in Correggiano di Rimini, adibito a deposito della refurtiva, sono stati recuperati oltre 300 oggetti tra orologi, anelli, collane, bracciali, argenteria e diversi attrezzi atti a forzare porte, infissi e casseforti: tra questi frullini elettrici e mazze.
All’alba di domenica scorsa il 35enne è stato arrestato dai poliziotti fanesi, con la collaborazione dei colleghi della Squadra Mobile di Pesaro e di Caserta, in un albergo di Aversa dove si era temporaneamente rifugiato in attesa del momento propizio per raggiungere l’Albania.