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Rimini-Santarcangelo, "Un Baio di Voti" e "Un Baio di Consigli"

In foto: La girata di Torelli al 21' della ripresa di Rimini-Santarcangelo (Sportube)
La girata di Torelli al 21' della ripresa di Rimini-Santarcangelo (Sportube)
di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
dom 6 dic 2015 02:16 ~ ultimo agg. 21:39
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RIMINI-SANTARCANGELO, “UN BAIO DI VOTI”

IL MIGLIORE: TORELLI

So che lo state pensando e quindi lo dico io: Una nomination riparatrice.
Scherzi a parte, Il “Toro” non era il problema del Rimini prima e non sarà la soluzione dei mille malanni di questa squadra adesso, ma è forse l’unico che prova a non conformarsi alla chiara involuzione che ha ormai completamente degradato i biancorossi.
Questa squadra gioca con la paura e lui, per scrollarsela di dosso, cerca di sfruttare le sue doti migliori, gettandosi nei corpo a corpo (in uno dei quali rimedia pure una gomitata alla testa in piena area che forse avrebbe meritato qualcosa di più di un turbante a titolo di risarcimento) e frapponendosi, spesso come unica barriera al palleggio avversario. Ormai sappiamo che non gli si può chiedere più di tanto in fase di impostazione ma almeno risponde presente in entrambe le fasi di possesso e non possesso, tornando anche a proporre qualche conclusione apprezzabile. In questo periodo in cui parecchi dei suoi compagni oltre a latitare, mostrano anche evidenti lacune di carattere tecnico, tutto questo basta e avanza per fare di Francesco uno dei meno peggio in senso assoluto.

IL PEGGIORE: BREVI

Chi può essere il colpevole quando una squadra mostra un portiere indeciso, un pacchetto arretrato degno di un film horror, un centrocampo con una mancanza di idee ed una lentezza imbarazzanti ed attaccanti che non segnano nemmeno soli davanti al portiere?
Tutti ovviamente ma mi viene da chiedermi dove sia il lavoro di chi questa squadra la allena tutta la settimana e la mette in campo in partite che non mostrano il minimo accenno di esercizio tattico, non uno schema e nemmeno ormai una iniziativa estemporanea o il minimo cinismo necessario per sfruttare un errore avversario. Cosa ha portato sinora il cambio di allenatore? E cosa avrebbe dovuto portare nelle intenzioni di chi l’ha operato, scegliendo “questo” allenatore in particolare?
Qual è lo schema portante? Quale il telaio, gli interpreti titolari sui quali investire fiducia e continuità? E in cosa rifugiarsi quando le cose prendono una cattiva piega?
Il mister pare avere la scorza per lasciarsi scivolare tutto questo addosso ma forse sarebbe il momento di fare e pretendere altro e di più da un gruppo di giocatori sicuramente male assortito e probabilmente sopravvalutato.
Purtroppo pare che al peggio non ci sia mai fine e che ora che si è toccato il fondo, qualcuno abbia iniziato a scavare.

UN BAIO DI CONSIGLI A:

LA SOCIETÀ

Questa partita e questa ennesima débâcle dalle dimensioni ben oltre il risultato, servono se non altro a delineare definitivamente l’orizzonte di questa squadra.
A meno di apportare una mezza rivoluzione a gennaio (al momento difficilmente immaginabile data la situazione societaria), sarà sofferenza pura fino all’ultima giornata per raggiungere la salvezza, confidando nelle disgrazie altrui (leggi penalizzazioni varie) più che nelle proprie giornate di grazia, tipo quelle con Maceratese e Teramo, quantunque queste ci siano già state e si potranno certamente riproporre in futuro.
Nella realistica prospettiva del solito mercato fatto di scambi e prestiti, sperare che porti magicamente ad un mischiamento di carte, ad un giro di roulette fortunato sarebbe una colpa ancora più grave di quella di aver allestito questo organico sconclusionato.
È tempo, per gli addetti ai lavori di Piazzale del Popolo, di drastiche prese di coscienza e di riformulare una pianificazione dell’organico cercando di non ripetere certi errori e scelte incongruenti.

SANTARCANGELO

Sicuramente lecita la vittoria dei clementini e la loro gioia. Ma rimane netta la sensazione che questa partita abbia dettato anche troppo chiaramente la cifra modestissima di entrambe le formazioni, anche quella che, siamo chiari, ha portato a casa meritatamente i tre punti.
Negli uomini di Zauli, che pure da giocatore è stato un fantasista degno di nota, sinceramente ho apprezzato una squadra cortissima, con linee serrate tra i reparti e pochissimo altro.
Sapevo che il Santarcangelo avrebbe potuto mettere in seria difficoltà il Rimini, soprattutto dalla metà campo in su, ma contro questo Rimini sarebbe bastato il “solito” Santarcangelo per stravincere, o perlomeno non rischiare di pareggiare una partita con l’atteggiamento attendista e speculativo mostrato al Neri. I giocatori gialloblu sono parsi impegnarsi più in stucchevoli perdite di tempo che nell’approfittare degli svarioni della difesa e dei marchiani errori di impostazione dei portatori di palla biancorossi.
Non cadrei nell’errore di bearmi troppo di questa affermazione. Ben più probanti test vanno superati sulla strada della permanenza in Lega Pro. La consapevolezza prima di tutto.

Baio

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