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Provincia Rimini

E' per te, Rimini grida il suo "no" alla violenza contro donne

di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
sab 28 nov 2015 17:36 ~ ultimo agg. 1 dic 19:39
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É per te – in cammino contro la violenza sulle donne. Questo il nome dell’appuntamento, giunto alla quarta edizione, che il comune di Rimini insieme alle Associazioni Rompi il Silenzio e “la Pedivella” ha organizzato in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza alle donne. In centinaia nel pomeriggio hanno marciato per far sentire il proprio no ad una violenza che solo lo scorso anno ha portato a ben 922 accessi nei pronto soccorso riminesi. Più di 500, solo da gennaio a ottobre 2015, gli accessi registrati nei diversi servizi e negli sportelli dedicati presenti nella provincia di Rimini. Il 70% di chi compie violenza è un famigliare della vittima.

A guidare il nutrito e colorato corteo, partito alle 15.30 dal porticato di piazza Cavour, c’erano i rappresentanti dei Comuni della provincia con tanto di fascia tricolore, tante associazioni del territorio e rappresentanti istituzionali.

“Una risposta importante, partecipata e vissuta – commenta il Vicesindaco con delega alla protezione sociale del Comune di Rimini, Gloria Lisiche la comunità riminese ha ancora una volta voluto dare, rispondendo all’appello delle istituzioni e delle associazioni impegnate a
difesa delle donne. Una forma di violenza antica, inaccettabile, che mette in discussione la libertà e quindi la vita stessa. Oggi è stata una bella giornata, ma l’impegno deve continuare nella quotidianità delle nostre vite, perché sempre più spesso è nell’apparente normalità che si compie il maggior numero di violenze. Sono trend che diminuiscono leggermente, ma rimangono sostanzialmente in linea con quelli dello scorso anno. Un dato positivo è invece che le donne cominciano a prendere consapevolezza del fatto che è necessario venire allo scoperto, parlare, farsi assistere, denunciare. Questo è anche il frutto del lavoro e dell’impegno dei tanti volontari e professionisti, dal sociale al sanitario, dal legale alle forze dell’ordine, che in questi anni hanno lavorato intensamente per creare una rete, un coordinamento per non far sentire sole e seguire chi, ancora oggi, è costretta a subire questi tipi di violenza.
Un segnale di speranza che ci rinforza nel percorso intrapreso e che, a vedere la giornata di oggi, è condiviso da sempre più cittadini”.