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Nazionale Università

Università. Arlotti chiede modifica normativa su detrazioni per fuori sede

In foto: repertorio
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di Andrea Polazzi   
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gio 22 ott 2015 12:43
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Le detrazioni per gli studenti universitari fuori sede tengano in conto, oltre alla distanza chilometrica, anche il tempo che effettivamente occorre per raggiungere l’ateneo. E’ questa la richiesta rivolta dal deputato PD riminese Tiziano Arlotti al ministro dell’Economia Padoan e al direttore dell’Agenzia delle entrate Orlandi. L’obiettivo è quello di modificare la normativa sulle detrazioni per i “fuori sede” considerando anche le difficoltà materiali nel raggiungere le sedi accademiche per chi proviene da zone montane e svantaggiate nei collegamenti.
All’Università di Rimini la popolazione studentesca è di 5122 iscritti con un’elevata capacità di attrazione da altre regioni dell’Italia (specie alcune aree della dorsale adriatica) e dall’estero. Inoltre sono numerosi i residenti in provincia di Rimini, nelle zone più interne della Valmarecchia e della Valconca, che frequentano l’Università a Urbino o Ravenna.

Al momento la legge prevede la detrazione (del 19% entro un limite massimo di 2.633 euro) per le spese di affitto sostenute dagli iscritti ad una Università in un comune distante almeno 100 km da quello di residenza e situato in una differente provincia. “Desta qualche perplessità che l’agevolazione tenga conto solo del criterio della distanza geografica dei 100 Km e non valuti invece anche il tempo materialmente necessario per raggiungere le sedi accademiche – si legge nella lettera inviata da Arlotti-. La norma discrimina chi vivendo in aree impervie, seppur geograficamente più vicine di 100 km, per condizioni morfologiche dei territori o per inadeguatezza infrastrutturale impiega tempi ben superiori a quelli richiesti ordinariamente per coprire 100km”.

La richiesta a Padoan e Orlandi è perciò di superare la discriminazione integrando la norma ed estendendo così il beneficio della detrazione non solo alla condizione della distanza chilometrica, ma anche alle difficoltà materiali nel raggiungere le sedi accademiche.